Day Four - Another Akuma

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«Beata Domenica» Sospirò Marinette girandosi nel suo letto e accoccolandosi tra le lenzuola «Niente scuola, niente compiti e il rischio akuma è inferiore al dieci percento» Sorrise con gli occhi chiusi.

Fu in quel momento che sentì dei rumori insoliti provenienti dalla strada.
Si mise a sedere di scatto e scese di corsa le scale che conducevano al suo letto, quindi uscì sul balcone, vedendo l'akumatizzato seminare il terrore per le strade.
«Ho parlato troppo presto!» Esclamò preoccupata, per poi tornare in camera sua e vestirsi immediatamente, ordinando subito dopo alla sua kwami di trasformarla.
Uscì dal terrazzo lanciandosi con il suo yo-yo e cercando il nemico che era ormai andato da qualche altra parte.
Ad un tratto vide un bambino di circa sei anni che stava seminando il caos a Place du Châtelet, convincendosi subito che sarebbe stata un'akuma facile da battere in quanto aveva già individuato che la farfalla nera doveva nascondersi nella pistola giocattolo che il bimbo aveva in mano, con la quale disintegrava qualsiasi cosa colpisse in un istante.
E fu così che iniziò una lotta tra Ladybug e il ragazzino: la ragazza-coccinella cercava di schivare i colpi -anche perché non sapeva che cosa le sarebbe successo se fosse stata "sparata"- e allo stesso tempo doveva cercare di avvicinarsi al bambino per toglierli l'arma.

Come se non fosse già abbastanza difficile gestire la situazione, si presentò anche Chat Noir e la super-eroina cercava in tutti i modi di farlo andare via perché non era ancora in grado di combattere.
«Chat! Vattene, non ho bisogno di te!» Cercò di motivarsi anche se in realtà catturare il nemico non era molto semplice, ma lui fece finta di non sentirla.
«Potresti farti male, non dovresti essere qui!» Ammise mentre l'eroe sbuffó alla raccomandazione della corvina, rispondendole di potercela fare poiché stava bene.
Ladybug roteó gli occhi seccata, raggiungendolo e dandogli leggere spinte per indicargli di sparire dalla zona, ma lui non sembrava volerne sapere.
La ragazza si rassegnò, convincendosi che in fin dei conti era quasi guarito e se pensava lei a fare tutto non gli sarebbe successo niente, non capiva da dove proveniva tutta quella preoccupazione.

Con il suo yo-yo riuscì ad afferrare il giocattolo, lanciandolo più lontano che poté per non farlo riprendere al bambino e iniziando a correre in quella direzione, per raggiungere la finta arma prima del proprietario che aveva iniziato a seguirla di corsa.
Chat ebbe la buona idea di aiutare la compagna tenendo fermo l'akumatizzato e quindi lo prese in braccio senza troppi problemi, ma il bimbo inizió a tirare pugni e scalciare per liberarsi dalla presa del super-eroe, colpendolo così al fianco e liberandosi dalle sue braccia, facendolo inginocchiare mentre si teneva una mano sull'addome.
Ladybug fortunatamente era riuscita a prendere la pistola giocattolo, quindi la ruppe per farne uscire l'akuma, che purificó in un attimo.
Si voltò, vedendo il bambino tornato normale a pochi mentri da lei che si chiedeva dove fosse e, molto più lontano, una figura nera accasciata a terra.

Era scontato che fosse Chat.

Gli corse incontro inginocchiandosi subito al suo fianco, continuandogli a ripetere che era uno stupido -nonostante le lacrime agli occhi- e le sembrò di vivere un Déjà-vu del giorno in cui si era ferito.
Lo aiutò a rialzarsi nonostante le lamentele di dolore e lo condusse a Villa Agreste, facendogli annullare la trasformazione una volta nella sua stanza e quindi srotolando la fascia che aveva in vita, non stupendosi nel trovare altro sangue visto che la ferita si era riaperta.
Disinfettó nuovamente dopo aver fatto sdraiare il ragazzo e lui si accorse delle lacrime che la compagna stava trattenendo, così come lei si accorse di essere osservata.
«A quanto pare l'hai fatto per farmi venire ancora da te» Scherzó la ragazza per sdrammatizzare, riferita al fatto che adesso sarebbe dovuta tornare più volte per curare il ragazzo.
«Mi serviva una scusa valida» Sorrise gentilmente lui, stando al gioco.
«Quando dico che devi andartene, tu devi scappare. Soprattutto in questo periodo che sei ferito. Io me la so cavare anche da sola, lo sai» Spiegó mentre gli fasciava il taglio con una garza nuova.
«Ma io devo aiutarti...» Si giustificó il biondo.
«Ed io devo proteggerti!» Scoppiò a piangere la corvina dopo aver finito di fasciare, buttandosi tra le sue braccia e pensando al peggio.

Se gli sarebbe successo qualcosa, non se lo sarebbe mai perdonato.

Né prima di scoprire che Chat era Adrien, né dopo averlo scoperto.

Adrien si lasciò abbracciare, mettendo la testa sulla spalla della ragazza e accarezzandole i morbidi capelli blu scuro, sentendola singhiozzare vicino al suo orecchio.
«Ehy, ci siamo scambiati i ruoli?» Ridacchió lui riferito al fatto che lei voleva proteggerlo, cercando di farle tornare il sorriso.
La staccò da sé, guardando i suoi lucidi occhi azzurri a poca distanza dai suoi, tenendole il viso con le mani e asciugandole le lacrime, facendole un dolce sorriso.

Ladybug si era accorta che erano così vicini tanto che i loro respiri si incontravano, si era persa in quegli occhi verde chiaro e in quel suo semplice sorriso che lo rendeva ancora più bello; la faccia le andava a fuoco e le lacrime sembravano ghiaccio sulle guance calde, sicuramente arrossate.
Per una frazione di secondo Adrien posò le labbra su quelle della ragazza in un bacio a stampo, socchiudendo gli occhi ma tenendoli aperti quel che bastava per vedere quelli della corvina sgranarsi davanti a lui.
Quindi si staccò, senza dire una parola, giusto per averle fatto provare la sensazione di baciare il famoso modello e non il super-eroe parigino, sapendo che la sua forma civile aveva tutt'un altro effetto sulla corvina.
Anche lui doveva ammettere che sentiva il viso caldo e arrossato, non sapeva perché quand'era Chat ed era insieme alla sua partner gli veniva spontaneo comportarsi liberamente e flirtare con la compagna, mentre se era Adrien tendeva di più ad arrossire e non saper che dire.

Marinette faticò parecchio a dormire, riformulando l'accaduto: non era un piccolo bacio sulla guancia come quello dell'altro giorno, l'aveva baciata sulle labbra.
Era maledettamente vero che l'aveva già baciato come Chat, ma vedere Adrien davanti a sé invece del compagno di battaglie che non perdeva l'occasione di provarci con lei era decisamente un'altra storia.
Era nel suo letto a rimuginare su tutto quanto, per poi portarsi una mano sulle labbra, ripensando a quanto fossero morbide e delicate quelle del ragazzo che amava;
avrebbe voluto godere di più di quella sensazione ma il suo cuore le stava minacciando di farla morire d'infarto se solo quel bacio fosse durato di più.

Non fu affatto facile addormentarsi visti tutti i pensieri e l'agitazione del momento, ma la fatica della giornata si fece sentire e permise alla ragazza di dormire, visto che il giorno seguente sarebbe dovuta andare a scuola.

I'll Be Always There for You || Miraculous Ladybug |Wattys2017|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora