Capitolo 2: Indifferenza Urbana
Per due mesi la sua monotona vita continua scorrendo in un fiume putrido, ricco di detriti di noia.
È trasportato dalla corrente di insulti del suo capo e rimane a galla grazie agli straordinari.Fino a quando l'azienda in cui lavora non finisce in frantumi.
Sta ammirando il palazzone esplodere e i suoi colleghi cadere nell'eterno riposo avvolti da una coperta di fuoco.
Lui se ne sta seduto nel bar accanto.
Con la camica pulita e la cravatta ben allacciata.Continua a bere il suo caffè,
Indifferente.
La cosa non lo tocca.
Il corpo del suo capo viene sputato dalle fiamme.
Vola nel cielo gridando come un super saiyan.
Si lascia dietro una scia di sangue che immediatamente piove a terra, riverniciando le auto e gli abiti eleganti dei topi da ufficio che passano per la strada, chiusi nella bolla di vetro del lavoro. Non li smuove nemmeno una catastrofe urbana.Gaspare ha la guancia destra sporca di cioccolato.
Un tipo smilzo si siede al suo tavolo.
È alto, anche lui indossa una camicia, ma non troppo pulita e sbottonata, una cravatta blu fiordaliso, capelli corti e il naso abbastanza lungo,
Leggermente aquilino.-Che ne pensi?
Chiede.
Gaspare alzò le sopracciglia.
-Su che?
-Sull'esplosione.
Risponde l'individuo con aria spenta, a mo' di computer.
-Non è male. È luminosa. Mi ha lasciato di stucco. Sembra un fuoco d'artificio di macerie e sogni andati a puttane.
- Lavori lì vero?
-Lavoravo.
-Lavoravi. Giusto.
-Gia.
- Quindi il tuo sogno è andato a puttane assieme all'edificio?
-Non ho un sogno. Non ho un obbiettivo. Mi basta procurarmi la pagnotta.
-Non ne vorresti uno?
-No. Volerne uno significherebbe gia averne uno.
-Che concetto complesso.
La porta del bar viene sfondata all'improvviso.
Entrano tre uomini mascherati da Pluto, Pippo e Rat Man.
Si agitano.
Urlano e puntano i fucili a destra e a manca.
Imprecano ordini alla cassiera.
Sembra molto Marylin Monroe.
È spaventata. Grida e non ascolta.
A Pippo da fastidio.
Le fa saltare la testa.
Alcune parti finiscono luccicanti nella bocca urlante del direttore.
Vengono immediatamente vomitate addosso agli aggressori,
Assieme a pancetta e salvia.
Questi vengono accecati, bestemmiano e poi vomitano a loro volta.
Nel frattempo un energumeno si alza, e stende i tre con una sedia.Gaspare inzuppa il suo cornetto nel caffè.
Lo smilzo ha voglia di parlare:-La città trasforma la gente.
La rende abbastanza indifferente. vero?-Abbastanza?
Il palazzo dove lavoro è esploso, Tre tizi vestiti da personaggi dei fumetti hanno fatto saltare in aria la testa di una ragazza,per giunta molto carina, e sono stati uccisi da un uomo grosso quanto me e te messi insieme, che è uscito gridando qualcosa sul fatto che Dio è grande e gli ha donato la forza per uccidere i peccatori.
Insomma... Dovrei essere minimamente toccato dalla faccenda, ed invece sono qua a pucciare il mio cornetto e a preoccuparmi se mi sono sporcato i pantaloni!-Il particolare del "Dio è grande" mi è sfuggito.
-Appunto. Avresti dovuto assaporare, digerire e vomitare con disgusto tutti i particolari di quella scena!
Comunque un po' mi dispiace per quella ragazza, non come dovrebbe, ma un po' si.-Se fosse stato un essere inguardabile, piena di secrezioni e pustole, con gli occhi piccoli, le gambe storte e la voce da cornacchia saresti dispiaciuto in egual' modo?
-Penso di si.
Forse sarei un po' meno dispiaciuto del normale.
Ma si tratta sempre di una persona che viene a mancare.-Invece per la morte del tuo capo sei dispiaciuto?
-No.
- Quindi non pensi che l'aspetto fisico sia una carta importante?
-Non proprio. Penso di essere io in torto a non trovare la giusta compassione per la morte di una ragazza.
Bella o brutta che sia.
In più il mio capo era una persona di certo non mite, quindi lo escluderei dal ragionamento.- Escludiamolo allora.
Comunque cerca di impersonarti in un altro individuo.
Questo entra nel bar e si trova dietro alla cassa, per servirlo, un abominio.
Un mostro di femmina.
Esattamente come quella descritta prima.
Secondo te il nostro ipotetico uomo non prova sollievo nel non veder' più la faccia di quella bestia?
Bada bene al fatto che lui non conosce nulla di lei. Sa solo che è orribile e che ha una voce fastidiosa.
Si dimentica perfino del fatto che lei è nel bar esclusivamente per servire gente come quell'uomo.
Gente che sotto i baffi la deride per la sua bruttezza.
E quindi secondo te all'uomo medio dispiacerebbe?- Quello che hai descritto non è l'uomo medio. È una bestia.
Persino peggiore di me.- Deduco che per non essere troppo cinico ti aggrappi a dei valori morali.
Non è così?-Sinceramente mi dispiacerebbe per la ragazza solo perchè devo esserne dispiaciuto.
In effetti, anche se vedessi un barbone ubriaco per la strada dovrei essere dispiaciuto per lui.
Invece non me ne frega nulla.
Perchè non lo conosco.
Perchè io sono al caldo comodo, mentre lui muore di freddo per le strade.
Finchè io sto bene, gli sconosciuti possono stare male.
Aiutare il prossimo è la cosa più difficile.
Forse è per questo che fa parte dei compiti facoltativi assegnati a noi da Dio.
Per cui si.
Mi aggrappo a dei valori morali.
Mi rendo conto di essere una bestia.
Perciò mi redimo così-Vedo che sei uscito dall'uovo.
- Avrei anche io un paio di domande da farle.
Mi può dire come si chiama...
Signor "Grande Aquila?"
Perchè si è seduto qua?- Stavo per proporle di comprare un'aspirapolvere, ma è successo quel gran casino.
Peró mi sono seduto comunque.
So la storia della cravatta e camicia. Conosco il tuo capo.
Lavoravo anch'io lí.
Non nel reparto call centre, si intende.- Quindi anche lei è senza lavoro.
Signor...- Ed DiMaio.
Si siamo tutti e due senza lavoro.
Ma non per molto.- Come?
Ed si alza da tavolo e si avvicina con scioltezza al direttore del bar, che se ne stava rannicchiato in un angolo, ricoperto di sangue e con la giacca sporca di vomito.
-Salve.
Vedo che lei ha appena perso una dipendente.
Quindi non le dispiacerà farci un colloquio di lavoro domani,
Visto che il nostro bel palazzone è andato in frantumi ed insieme ad esso gli impieghi miei e del tizio grassottelo seduto in fondo, sulla destra.Si accovaccia vicino a lui e gli sorride.
Lui annuisce, o forse ha degli spasmi dovuti allo shock.
Di certo non è lucido.
Ha gli occhi rossi, sbarrati e butta fuori saliva come fosse un innaffiatoio.Ed si alza sicuro di se.
Si stiracchia, va verso la porta fischiettando allegramente e scavalca i cadaveri dei rapinatori.- A domani Gaspare!
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Gaspare: Eroe Pomeridiano
General FictionGaspare è destinato a fare grandi cose. Lo si può vedere dalla sua malavoglia, pigrizia e potente determinazione, Pari a quella di un'orata ben cotta nel suo piatto luccicante. Verrà scaraventato da un evento assurdo all'altro e non potrà fare nulla...