GASPARE: IL BOA SUL PANDINO

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SOTTO UN QUASI BUON CONTROLLO

Capitolo 5: Il Boa Sul Pandino

Lunedì 23 Luglio

3:30 P.M.

Gaspare passa un gelato ad un bambino, che raggiunge la sua mano a fatica.

-Dovresti mettere un passaggio per bambini e per cani Barney!
Il bar ne gioverebbe...

Dice Ed, che si volta verso Gaspare e gli sorride in maniera beffarda.
È arrivato il tanto atteso atteso pomeriggio.

Bolla si è vestito come piace a lui:
Una camicia hawaiana verde mare, decorata con pellicani dall'espressione ebete, dei pantaloni cargo marroncini, una T-Shirt nera con il teschio di "Surf Nazis Must Die", degli occhialazzi gialli a specchio e uno zaino zeppo di cianfrusaglie.
Si accarezza la barbetta, raggiunge l'ufficio e inserisce la chiave.
Il buco è ancora lì.
Scende come se lo facesse abitualmente, fischiettando "Fame" di David Bowie.
Quando raggiunge il fondo, cammina come John Travolta, molleggiandosi come un ballerino da manicomio nel suo momento "post-elettroshock".
Gira su se stesso e bussa alla porta, tutta pregiata, di Franco.

Esce quasi subito:
Indossa dei Jeans neri, una camicia bianca, un parka tutto sgualcito ed un fedora.
Si è dipinto le parti squamose di verde.

-Salve Lizard.

- Lascia stare, volevo dare solo un po' di colore.

-Sembri uno di quei "disegni da colorare" per bambini.

-Quelli che si trovano su internet?

-Si...
Come fai a saperlo?

-Ho un laptop.

-Qua sotto?

-Già. Me l'ha dato Barney.
Prende pure bene.

-E dove ricarichi la batteria?

-Nel mio alloggio.

-Aspetta... aspetta... nella botola in cui sei andato ieri?

-Certo. C'è il mio alloggio lì.

-Magari hai pure il bagno in una camera separata?

-Si.

-Hai più stanze di me.

Attraversano il bar.
Il rettile nasconde il volto nel pelo del giaccone e si abbassa il cappello.
Gaspare fa un cenno ad Ed e Barney.
Quest'ultimo ride sotto i baffi.
È felice.

Mettono in moto il triste e colorato pandino tutto squadrato.
All'avvio sembra che sbadigli, sembra stanco.
Infatti perde un cerchione dopo pochi metri.
Gaspare scende per ripararlo.
Tira fuori dal suo zaino una chiave inglese e dei bulloni e lo rimette in sesto.
L'auto attraversa Costoletta, un paesino di periferia, zeppo di casette bianco-turchesi in legno.
Su molte di queste si stagliano delle bandiere colorate, che vengono mosse dal vento. Probabilmente appartenenti alle nazioni in cui gli abitanti del modesto luogo vorrebbero vivere.
La radio canticchia gracchiando "Out of Gas" dei Modest Mouse.
Gaspare sbevazza da una bottiglia di birra.
L'auto è piena di roba:
Borse di plastica, scatole, gingilli, cibo, dei dadi pelosi che penzolano dallo specchietto e un mucchio indefinito sotto al cruscotto.
I sedili sono coperti da un'untissima salvietta leopardata.

-Mi passi una sigaretta?

Chiede Gaspare distogliendo lo sguardo dalla strada.

-C'è molta confusione qui.

-La sigaretta.

-Non so dove sia...

-Dovrebbe essercene una sotto al cruscotto.
Se sono fortunato potresti trovare persino un pacchetto intero...
O quasi.

Franco immerge la mano nella massa informe di schifo.
È umido.
Tocca qualcosa di poltiglioso, poi di caldo. Tocca del metallo gelido, della plastica, probabilmente la confezione di un qualche tramezzino, ma poi finalmente arriva.
Sente il ruvido.
Potrebbe essere quello che cerca.
Estrae il suo arto squamoso.
È ricoperto da una sostanza vischiosa e in mano ha solo un pugnetto di cartine.

-Se rovisti ancora forse trovi del tabacco.

-Io...
Mi rifiuto di infilare di nuovo mezzo braccio in quello schifo!

-Quanta ostilitá...
Dovrei averne un po' qui forse.

Si allunga verso il cruscotto e lo apre.
È perfettamente ordinato.
Ci sono dei CD, un sottile crocifisso in legno, un caricabatterie, un libretto sull'accoppiamento animale, un sacchettino con del tabacco e perfino un pacchetto di sigarette.

-Non ci credo.
No, non è possibile...
Mi hai fatto cercare per nulla!
Guarda il mio braccio, sembra che abbia appena fatto partorire una persona!

-Persona?
Sei molto generale.
Secondo te anche gli uomini partoriscono?

-Certo. Ho visto un film nel mio alloggio una volta.

Lo dice con estrema sicurezza,
Gonfiando leggermente il petto.
Ma non troppo, non vuole farsi notare mentre lo fa.

-Prego, vorrei conoscere i dettagli.

-C'è un tizio in cinto.

-Quello lo potevo immaginare.
Ma dimmi pure, da chi era interpretato?

-Un tizio muscoloso... l'ex senatore della California, se non sbaglio.

Gaspare scoppia a ridere, sbava anche un po'.

-No, non è possibile!
Tu sai che Schwarzenegger è l'ex senatore della California e non sai che un uomo non può partorire...
Fantastico!

-Mio padre ha partorito.

-Prego scusa?

-Si, mia sorella. Ha dato vita a mia sorella.

-Basta guardarti...
Tuo padre non fa testo!

Il rettile socchiude gli occhi, si lascia andare sul sedile e sibila tristezza.
Hanno imboccato l'autostrada ed è già calata la notte.
Una notte limpida, ma buia e senza stelle.

-Ehi, non volevo offenderti.

Il rettile non dice nulla.

Gaspare continua:

-Adesso che ci penso, non mi hai fatto fermare da nessuna parte.
Insomma, abbiamo visto un sacco di ragazze passeggiare per Asparago e Costoletta.

-Devo trovare la femmina giusta.

-Posso capire che tu sia in parte animale, ma "la femmina giusta" suona molto da "libro illustrato sull'accoppiamento animale" e fidati, ne ho letto uno.

-Lo so, l'ho visto.
È nel cruscotto no?

-Si...
Non so come tu possa, ma non dire in giro che ho quel libro.

-Ferma l'auto.

-Come?

-Ferma l'auto!
Guardala, la voglio aiutare...

Il pandino si ferma di colpo, tossendo.
I fari illuminano una prostituta ammanettata al guard rail.

Gaspare si volta verso il rettile, che ha la bocca spalancata e lo sguardo fisso sulla giovane donna.
È sconvolto.

-Franco...
Quella sta partorendo.

SOTTO UN QUASI BUON CONTROLLO

Gaspare: Eroe PomeridianoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora