8.Should I Stay Or Should I Go

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"Be', cosa pensi di fare allora?"

Mi alzai dalla sedia e mi stiracchiai la schiena fingendo indifferenza alla domanda di Niall.

Lui continuava a osservarmi con sguardo contrito mentre si infilava in bocca l'ennesima patatina al formaggio con le dita unte e puzzolenti.

Una volta fatto strofinò le mani sporche sulla camicia a quadri rossi e neri che indossava, noncurante delle briciole giallastre e delle macchie oleose che vi lasciava sopra.

"Non lo so... voglio dire, ero così vicino e se lui non fosse arrivato sono sicuro che Harry avrebbe ricambiato."

Mi accostai alla piccola finestra sul lavandino immacolato e scostai le tendine di pizzo giallo canarino, osservai la strada; era quel momento della giornata in cui non si capiva mai se fosse pomeriggio inoltrato o sera presto.

Le nuvole erano gonfie di pioggia, come se non avessero ancora trovato la pressione adatta per scaricarsi a terra, come se nell'aria si respirasse quella particolare tensione al sapore di quiete prima della tempesta.

Una madre sul vialetto sulla destra cercava di convincere una bambina a scendere dalla sua bicicletta rosa con le rotelle, il vento le alzava i capelli biondi sulla faccia mentre tentava di tirare la mano paffuta della bambina.

Una foglia ormai morta sbatté sul vetro, e mi risvegliai dal mio stato di trance momentanea.

"Sei sicuro?"

Distolsi l'attenzione dalla strada e mi poggiai al lavabo con la schiena incrociando le braccia al petto.

"Sì, cioè credo di sì, te l'ho detto, l'avevo quasi bacia-"

"Non intendevo il bacio, convinceresti anche mia madre a baciarti con quelle ciglia lunghe." Accompagnò le parole sbattendo le palpebre in modo ridicolo e mimando dei baci con le labbra.

Feci uno sguardo annoiato.

"Bleah, Niall che schifo! Magari se avesse diciotto anni e fosse un uomo potrei anche farci un pensierino però."

Lui si allungò sul bancone e si versò un altro bicchiere di spremuta.

Strinse il bicchiere in una mano e mi puntò un dito contro.

"Lascia stare mia madre Tomlinson! Non ci pensare neanche!"

"Cosa?! Sei stato tu a..."

Con un gesto della mano fermò le mie parole e ridacchiò tra sé e sé, poi tornò a scrutarmi serio.

"Intendevo, sei sicuro che stiano insieme?!"

Alzai gli occhi al cielo e sciolsi le braccia, poggiando i palmi contro il mobile vicino ai miei fianchi.

"Ti prego Niall, ha marcato il territorio come un cane attorno a Harry, per poco non gli pisciava addosso per rendere chiara l'idea che fosse suo."

Sbuffai.

"Be', ma non puoi saperlo, e se fossero solo... amici amici." con le dita lasciò le virgolette in aria.

Sapevo dove voleva andare a parare, e una parte di me non voleva che piantasse quel seme di dubbio tra le pieghe del mio cervello, la possibilità che quell'edera malefica si intrecciasse al mio poco controllo era palpabile, e mi spaventava terribilmente.

Non volevo assolutamente passare il mio tempo perso negli interminabili dialoghi con la vocina nella mia testa, non volevo riflettere sulla possibilità che Harry fosse solo il suo giocattolino, non potevo spingere sulla possibilità che tutto quello potesse diventare sul serio un gioco, perché non ero più la stessa persona di anni addietro, o almeno non lo ero da tempo.

The Place Where I Belong || Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora