capitolo 2

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Le due settimane successive passarono in un batter d'occhio, con un bel tre sulla prova d'ingresso di geografia, ed una nota sul registro da parte della prof. Di religione, per essermi distratta troppo durante la lezione; grazie a Callahan però, la prof ha deciso di cancellarmela: le aveva detto che ero in ansia per la verifica di geometria, che inoltre era su argomenti molto difficili, e che non avendo studiato, e ricordandomi pochissime cose, ero molto preoccupata. "Sà prof.,una come lei che non studia geometria, è grave; infatti è per questo che si è confidata con me. La prego, non le metta più angoscia di così...",aveva tutte le scuse pronte il signorino. Dafne continuava ad assillarmi ancora sull'accaduto di due settimane fa, facendosi film mentali assurdi.

Un piacevole pomeriggio di dicembre, continuando a leggere il mio libro, e immaginandomi la scena secondo una mia logica, mi arrivò un messaggio di Callahan: "Giornata magnifica, non trovi?"

chiusi il mio libro, mettendo il segnalibro alla pagina 231,e mi affrettai a rispondere: "Si, è vero."

"Che fai?"

"Che ti importa?"

"Fai la brava bimba, daiiii"< faccina con la lacrima >"che fai?"

"Stavo leggendo."

"Ti ho disturbato?"

"No, non ti preoccupare, stavo giusto per alzarmi."

"Per andare dove?"

"Ti interessa proprio così tanto?"

"DAIIIIIIIIIIII!!!!!!"

"In bagno coglione."

"Ah ok, perchè se ti andava potevamo uscire..."

Per quale razza di motivo dovevo uscire con lui? Ma soprattutto perché continuava ad assillarmi?

"Dove vuoi arrivare?"

"<faccina perversa>se ti va, possiamo andare a Cinecitta' a fare shopping, e poi ti offro un latte macchiato, il tuo preferito."Non sapevo dire di no in effetti...il latte con la schiuma, tanto zucchero, e l'amaro del caffè...ummmmmm...mi leccavo i baffi al pensiero...

"Dove ci vediamo?"

"Sono sotto casa tua cretina!"

"Va bene, aspettami."

"è quello che sto facendo da 20 minuti..."

"coglione"

"scendi và, sennò salgo su casa e te la metto sotto sopra."

"Cos'è un ricatto?"

"SBRIGATIIIIII!!!!!".Spensi il telefono, mi infilai un paio di stivali grigi ,e salutando mio padre dicendogli che sarei tornata più tardi, presi il cappotto e uscì di casa.

Callahan aveva detto la verità; Era tutto infreddolito fuori dal portone del palazzo a parlare con il proprietario del negozio di elettrodomestici vicino casa mia. Mi vide, saluto' il signore indicandomi, e io corsi ad abbracciarlo. Era il minimo che potessi fare dopo averlo fatto aspettare così tanto.

"Finalmente!"

"Scusami, davvero" gli stampai un bacio sulla guancia destra, e mano nella mano ci dirigemmo verso il mio centro commerciale preferito. Non c'era nulla da fare, i miei gusti li conosceva benissimo; forse meglio di chiunque altro

Dopo aver girato più di cinque negozi, avendo le mani piene di buste, entrammo in un bar. Callahan ordinò due latte macchiato, e alzandosi dal tavolo dove ci eravamo messi, si diresse verso il banco, aspettando l'ordinazione.

Avevo comprato più di dieci vestiti ,per più di dieci occasioni diverse: tempo libero, da cena, da festa ecc.

Potevo considerarmi un'esperta di moda. Seguivo molti stilisti, e fin da piccola, amavo fare a mano dei vestiti per le bambole, talvolta anche molto belli. Ancora mi ricordo tutte le bambole sparse sul letto, e vari tessuti di vario genere, con aghi, fili, colla... ero così ingenua da piccola.

Non è una storia come tutte le altre.(wattys2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora