Blue.

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Il suono della campanella mi distrae dal sogno ad occhi aperti in cui mi sono rifugiato all'inizio della lezione. Ero nel mezzo del nulla. Tutto era verde, tranne il cielo, che era più blu che mai. Stavo correndo come un bambino e cercavo di far volare il mio aquilone il più in alto possibile. Stavo cercando di raggiungere il blu. Bramavo la pace e volevo nascondermi lì per sempre. Nelle braccia del blu.

Dopo aver raccolto tutti i libri, sistemo la cartella su una spalla ed esco dalla classe. Il corridoio è così vuoto che quasi penso di essere l'ultimo a lasciare la scuola, il che sarebbe fantastico. Silenzio.

«Harold, dimmi, che forma vedi in questo momento?» Guardo verso il luogo da cui proviene la voce, oltre la mano appoggiata sulla mia spalla. Quegli scherzi indelicati saranno la mia morte.

«Vaffanculo, Adam.» Lo ignoro e raggiungo il cortile della scuola. Non vedo forme continuamente, come pensano gli altri. Sono solo benedetto da Dio. Chi di voi è in grado di vedere il blu della propria canzone preferita?

Mi avvicino al gruppo in cortile. Erano tutti lì, tranne me. Solo Grace, all'inizio, mi nota. Mi offre la sigaretta che tiene tra le dita, le faccio capire di non volerla. Okay, forse mi sto affondando da solo nelle tenebre, ma il fumo non fa proprio per me. Sto curiosando in giro, ma le mie orecchie ascoltano attentamente quello che gli altri, non intenzionalmente, dicono.

«Tutti i giorni noleggia una bicicletta e si fa un giro, uhm? Ma non si dà fastidio da solo?»

«Esattamente. Ragazzi, preferirei che qualcuno mi scopasse, piuttosto che andare in giro da solo in bicicletta ogni singolo giorno.»

«Bicicletta o no, Harry ti scoperebbe con grande piacere.»

Adam mi sta addosso oggi. Ma rido comunque. Non mi offendo per cose del genere. Tutti si piegano in due dalle risate, Luce mi concede il suo triangolo più sottile. È il suo tono di voce più stridulo. E a me non piacciono i triangoli.

«Di chi state parlando?» chiedo, sperando in una risposta. Grace mi risponde mentre fa cadere a terra la sigaretta finita e la spegne schiacciandola con la scarpa. «Quel tipo di ieri.» Sembra che stia cominciando a pensare o a ricordare. «Ho capito. Parlano di Louis. Jeff è intervenuto per portare l'amicizia un passo oltre.»

Sento un dolore allo stomaco, impossibile da definire o la cui definizione non esiste nel mio vocabolario. Sono passati due giorni da quel giorno. Annuisco, alzando un sopracciglio. Poi lasciamo il cortile, tutti diretti verso casa.

***

Il fondo è coperto di una scura tonalità di nero. E io sto precipitando alla massima velocità. Non riesco ad urlare o a fermarmi. Più mi avvicino al fondo, più ho difficoltà nel guardarmi intorno. È il mio per sempre e, al tempo stesso, la mia fine. Dopo essermi lamentato a causa del dolore, guardo la macchinetta, i cui aghi mi pizzicano le braccia. Mi sto facendo un altro tatuaggio sul braccio. Nella parte interna del gomito. Dove le vene sono ben visibili. È questo a trascinarmi verso l'oscurità.

I raggi del sole, ora, illuminano completamente il cielo. E io mi trovo in luogo familiare. Il negozio di biciclette. Sto guardando un signore sistemarle una ad una. A quanto dice Jeff, lui sarà lì presto.

Quando mi guardo il braccio, mi incuriosisco riguardo al tatuaggio. Dio solo sa quale ho scelto questa volta dal catalogo. Ero frastornato e avevo la mente annebbiata, e a dirla tutta mi faccio tatuaggi solo quando sono fatto.

Una voce familiare. La crema tonda sul vestito di velluto. Quella voce che riconoscerei ovunque. Mi alzo dalla panchina e volto la testa verso il negozio. I suoi capelli sono ancora in disordine, indossa una maglia grigia e dei pantaloni larghi. Porge dei soldi all'uomo e si avvicina alla bicicletta per sganciare il lucchetto. Mi chiedo perché io sia lì. La risposta ce l'ha lui, non io.

Mi avvicino e, mantenendo le distanze, dico: "Ciao!". Mi sente, ma aspetta qualche secondo prima di voltarsi. Lo guardo in faccia. La barba corta appena cresciuta, le labbra fini racchiuse nel pallore del mattino e i suoi occhi...blu. Il blu della pace.

Ha la risposta, lo sapete. Sono lì perché voglio nascondermi nelle braccia del blu, come l'aquilone che ho sognato. Pace.

Nda.
Mi dispiace davvero di aver ritardato l'aggiornamento, ma purtroppo ieri ho avuto una giornata fitta di impegni. Sono di fretta anche ora, quindi vi lascio subito.
Vi ricordo che questa è solo una traduzione, tutti i link e i permessi li trovate nella sezione "Note e permessi".
A mercoledì prossimo,
I. xx

you be the anchor that keeps my feet on the ground || Larry [TRADUZIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora