<<Stai scherzando vero?!>>
<<Perché?>>
<<Tu vuoi realmente che io venga con te a Parigi!>>
<<Non vorrei nessun'altra persona insieme a me in questa avventura>>.
Richard non sembrava entusiasta della mia proposta e del resto come dargli torto. Parigi non era esattamente dietro l'angolo e non avevo ancora pensato ad una sistemazione una volta arrivati lì.
<< Non so cosa dirti Mia>>, si alzò dal divano per riflettere nuovamente.
<<Richard ascolta>> mi alzai a mia volta per andargli incontro, <<Lo so che non ci conosciamo da molto e non sappiamo praticamente nulla l'uno dell'altra ma>> feci una pausa, << Sento che sei l'unica persona in questa città di cui mi possa fidare veramente>>, e con un'irrefrenabile impulso lo strinsi forte a me.
Restammo per qualche secondo così, impassibili, quasi a nutrirci del calore che quell'inaspettato gesto aveva innescato nei nostri animi.
Il giorno seguente partimmo per la Francia. Dopo diverse ore di viaggio arrivammo in una piccola contea che si trovava a qualche chilometro di distanza da Parigi. Avevamo bisogno di una sistemazione e Richard sperava che un suo vecchio amico potesse ovviare al nostro problema.
I mie occhi iniziarono a guardarsi intorno come una bambina curiosa. Quella cittadina era così pittoresca che sembrava quasi di essere in una favola.
<<Credi che il tuo amico ci potrà aiutare?>>
<<Non preoccuparti. È il mio più caro amico e non si rifiuterà di certo>>.
Louis, questo era il suo nome, lavorava in una modesta taverna che si trovava nel cuore della piazza.
<<Tu riposati un po' mentre io cerco Louis>>, disse una volta giunti lì.
Mi accomodai ad un tavolo di un piccolo caffè a pochi metri di distanza dalla taverna. Non sapevo perché ma avevo come la sensazione che Richard volesse tenermi all'oscuro di qualcosa.
Ripensandoci forse non avrei dovuto ma non seppi resistere all'impulso di seguirlo. Mi nascosi appena fuori l'entrata della taverna e li udì parlare.
<<Richard!>>, un ragazzo alto, magro, dalla carnagione scura si avvicinò verso Richard abbracciandolo calorosamente, << Amico mio, quanto tempo!>>
<<Louis!>> disse Richard contraccambiando il gesto.
<<Cosa ti porta qui?>>
<<Ho bisogno del tuo aiuto>>, rispose Richard senza girare troppo nell'argomento.
<<Si lo so, questo me lo avevi detto per telefono. Spero non ti sia messo in qualche guaio>>
<<No, niente di tutto ciò>> lo rassicurò sorridendo, <<Ho solo bisogno di una sistemazione per la notte>>
<<Se è solo per questo, posso ospitarti nella mia camera>>
<<In realtà non sono solo>>, ammise imbarazzato.
<<Ti sei portato una conquista eh?>>
<<No ti sbagli, non è come pensi>> notando la sua espressione interrogativa dell'amico Richard tentò di giustificarsi, <<È complicato da spiegare ma se mi aiuti te ne sarò per sempre grato>>
<< Beh amico, tu sai come la penso. Se non ne vuoi parlare non sarò certo io ad insistere ma dato che non sei solo come dici ho paura che non potrò esserti di grande aiuto>>
<<Ti prego Louis, ho davvero bisogno che mi aiuti!>>, insistette Richard.
Louis rimase a riflettere per qualche secondo.
<<Ci sarebbe sempre quella casa ma non so se tu...>>, lasciò la frase in sospeso.
<< A questo punto non credo di avere scelta>>, si guardarono negli occhi per qualche istante finché l'attenzione dell'argomento non si spostò su di me, <<Vorrei farti conoscere una persona. È qui fuori che ci sta aspettando>>.
Sperando di non essere colta in fragrante tornai al mio tavolo.
Fatte le dovute presentazioni fu il momento delle domande.
<< Sei già stata a Parigi?>>, mi chiese Louis.
<<Ecco, è un po' strano da sentire ma>> mi sentivo terribilmente in difficoltà, per me non era mai facile dover spiegare la mia situazione, <<Ho perso la memoria e non ricordo niente del mio passato>>
<<Caspita! Mi dispiace davvero tanto>> ma proprio mentre Louis mostrava il suo rammarico nei mie confronti, Richard tagliò corto.
<<Forse è meglio che andiamo. È stato un viaggio piuttosto lungo>>
<<Certo, hai ragione. Del resto anche io devo andare. Il lavoro chiama!. È stato un piacere conoscerti Mia, spero di rivederti presto>>, disse infine rivolgendosi verso di me.
<<Grazie, anche per me è stato un piacere>>.
Era ormai sera quando raggiungemmo un'adorabile casetta vicino ad un lago.
<<Eccoci arrivati>>, disse facendomi strada nel soggiorno.
Non appena entrammo in casa capii che era stata chiusa per diverso tempo e che nessuno vi era più entrato ma perché?.
<< Questa è la camera da letto. Tu puoi dormire qui>>
Cerano molti oggetti personali in quella stanza, tra cui abiti, scarpe e persino un libro rimasto aperto sul bordo del letto. Senza ombra di dubbio, quella stanza apparteneva ad una donna. Ogni cosa era rimasta così come doveva averla lasciata ma ciò che più mi incuriosiva era il perché nessuno avesse toccato nulla.
Mi domandavo di chi potesse essere quella casa.
<<Tu dove dormirai?>>
<<Non preoccuparti, ci sono molte stanze in questa casa>> disse adagiando le mie cose sul letto, << Cerca di riposare ora, domani ci aspetta una lunga giornata>>.
Non appena Richard mi lasciò sola nella mia stanza, mi distesi sul letto. Avevo fatto molta strada da quando ero a Granite Falls e sentivo che il viaggio era quasi al termine. Persino quella stanza sembrava parlarmi e inaspettatamente mi sentii a casa.
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Al di là dei miei ricordi [Momentaneamente sospesa]
Chick-Lit"Non temere, le ombre sono solo la prova che c'è una luce che splende". Erano queste le parole che leggevo ogni notte prima di addormentarmi. Era una poesia che avevo trovato nel libro di Selma. Me lo aveva regalato la prima sera che mi ospitò a ca...