Dopo quella conversazione Richard apparve piuttosto a disagio. Stavo per dire qualcosa ma ancora una volta mi precedette.
<<Faremo meglio ad entrare. Lo spettacolo sta per iniziare>>.
Ci sedemmo ai nostri posti e alcuni istanti più tardi il concerto ebbe inizio.Era difficile concentrarsi dopo quello che era successo. Le parole di quella donna continuavano ad aleggiare sopra la mia testa.
Richard un tempo era stato un musicista ma perché aveva rinunciato alla sua carriera?. Quella donna aveva accennato ad una relazione. Che fosse lei il motivo del suo strano comportamento?. Ma dov'era ora e perché Richard aveva lasciato Parigi per poi trasferirsi a Willow Creek?.
Più domande mi ponevo e più mi rendevo conto che non sarei giunta a nessuna conclusione, almeno per il momento.
L'unica cosa che potevo fare era di rilassarmi e godermi il concerto. Feci un respiro profondo e mi lasciai trasportare dalla musica.
Una meravigliosa melodia giungeva dal pianoforte a coda, unico protagonista di quell'evento.
Le mani del musicista sfioravano quei tasti che sembravano conoscere a memoria ogni nota di quella musica. Era così intensa e vibrante che se chiudevo gli gli occhi riuscivo a materializzarla nella mia mente. Raccontava la storia di una fanciulla imprigionata da un mago cattivo, in attesa di un principe che la salvasse dal suo triste destino.
Terminato lo spettacolo, lasciammo il teatro per dirigerci verso casa.
Ero rimasta così eccitata da quello spettacolo che per tutto il tragitto non feci altro che parlare.
Richard, felice di vedermi così entusiasta, si limitò a sorridere beandosi della mia felicità.
<<Avevi ragione sai>, dissi cambiando discorso.
<<Riguardo a cosa?>>, mi guardò dolcemente attendendo il resto della frase.
<<Che avrei avuto degli altri ricordi>> abbassai per un momento lo sguardo rivolgendolo verso la Senna illuminata dalla debole luce della luna, <<Forse non avrò più memoria dei mie ricordi passati ma di certo non potrò mai dimenticare questa serata>>, feci un lungo respiro e assaporai quel momento di serenità che mi invadeva l'animo.
Una volta giunti a casa, Richard si diresse verso il bancone del piccolo bar che si trovava in un angolo del salotto proponendo di bere qualcosa.
<<Questa serata merita un brindisi!>>, disse felice.
Non sapevo perché ma la sua felicità sembrava contagiosa.
<<Non sapevo sapessi preparare i cocktail>>, esclamai mentre lo osservavo destreggiarsi con bicchieri e bottiglie quasi come un vero barman.<<Sono un uomo dalle mille sorprese!>>, ammiccò porgendomi davanti al naso il bicchiere.
Non aveva l'aria di un alcolico ma piuttosto di una bevanda alla frutta.
<<Richard è buonissimo!>> sorseggiai quel drink quasi come se non avessi mai bevuto niente di più buono, <<Potrei averne un altro?>>, Richard tentennò un momento prima di rispondere.
<<Forse è meglio che ci vai piano con questi drink. Possono dare alla testa se non si è abituati a bere>>, cos'era quella una lezione di vita?. Mi aveva forse preso per una bambina? E poi, cosa avrebbe mai potuto farmi un bicchiere in più?.
<<Per tua informazione so reggere l'alcol>>, dissi mentendo spudoratamente.
Al secondo drink, potevo ormai dichiararmi più che brilla.
Presi il bicchiere tra le mani e con un equilibrio piuttosto instabile mi alzai dalla sedia posta davanti al bancone.
<<Credo sia meglio portarti al letto>>, osservò con fare perplesso.
<<Credi che non sappia arrivarci da sola?>>, avanzai di qualche centimetro inciampando sui miei stessi passi.
<<Attenta!>>, per fortuna era dietro di me e riuscì a prendermi prima che cadessi a terra.
Forse era per via dell'alcol che avevo in corpo ma iniziai a sentire una strana adrenalina percorrermi lungo tutta la schiena. La stanza intorno a me iniziò a girare. Sentivo che le gambe stavano per cedermi.
Mi distaccai da Richard cercando nuovamente di muovere qualche passo ma il tacco della mia scarpa finì per urtare la gamba del tavolino.
Richard tentò di affermarmi nuovamente ma quella volta fu troppo tardi. Ci ritrovammo entrambi a terra o per meglio dire, Richard era disteso a terra mentre io mi ritrovai sopra di lui incapace di qualsiasi reazione.
Restammo a guardarci per qualche secondo. Allungai un mano per accarezzargli il viso e lui fece lo stesso.Non sapevo cosa mi stava succedendo ma era come se avessi perso il controllo del mio corpo.
<<Te l'avevo detto che troppi drink davano alla testa>>, disse ironizzando quell'imbarazzante momento.
Avvertii un irrefrenabile impulso nel vedere le sue labbra che si muovevano ad ogni parola e accostandomi su di loro dissi semplicemente:
<<Sta zitto e baciami>>.
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Al di là dei miei ricordi [Momentaneamente sospesa]
Literatura Feminina"Non temere, le ombre sono solo la prova che c'è una luce che splende". Erano queste le parole che leggevo ogni notte prima di addormentarmi. Era una poesia che avevo trovato nel libro di Selma. Me lo aveva regalato la prima sera che mi ospitò a ca...