Capitolo 29

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Penso di aver capito chi poteva aiutarlo. E se questo fosse servito a far stare meglio Joy e ad allontanarlo da quel brutto giro avrei fatto di tutto per convincerlo.
Mi alzai da terra e corsi subito in camera cercando disperatamente il cellulare, che poco dopo trovai immerso nelle coperte.
* Luca, io e te dobbiamo parlare*
Inviai il messaggio quasi in preda al panico, non potevo fare altro che chiedere una mano a lui. LUI e solo lui l'ha messo in questi casini, quindi è ora che sistemi la situazione Senza se e senza ma.
*messaggio inviato * le due spunterà non erano ancora azzurre, ma speravo nella sua risposta più immediata.
* che succede piccola? * il nomignolo non mi fa piú sorridere, soprattutto in quel al situazione.
Rispondo immediatamente, chiedendo di poterci vedere il prima possibile a casa mia. Avevamo concordato per il pomeriggio stesso. Ora dovevo solo stare attenta a Joy, attenta che non facesse niente di male a se stesso. Tornai fuori, ma Joy non c'era più. Al suo posto solo un biglietto con le scuse per ciò che era successo, voleva stare solo per capire cosa fare e soprattutto non voleva che lo seguissi, ma non sarebbe stato il suo caso. No. Io lo avrei aiutato e sarei andata a cercarlo.
Recuperai le mie cose e chiamai un taxi. Direzione casa di Joy.

Il viaggio non era molto lungo, i grattacieli grigi di New York passavo oltre il finestrino del taxi giallo limone, in contrasto con il colore oscuro omogeneo della città.
Arrivai a quello che credevo fosse l'appartamento di Joy e non mi sbagliavo, visto la macchina parcheggiata al suo esterno.
Era un condominio, piccolo e insignificante rispetto ai grattacieli ma molto carino. Salii le scale in attesa di qualche inizio che mi portasse verso casa sua.
Da un pianerottolo uscí una vecchietta, teneva con una mano il bastone mentre con l'altra cercava di chiudere la porta senza farla sbattere.
Mi avvicinai per chiedere informazioni " signora mi scusi posso chiedere in quale appartamento abita Joy.. ehm.. " chiesi un po titubante " oh si, signorina lei è la sua ragazza? Mi ha parlato molto di lei, è proprio una bella ragazza davvero complimenti, si Joy.. il mio Joy, quel ragazzo ha un cuore d'oro lo sa? Ah se solo riuscisse a vivere una vita serena.. 4 piano se non sbaglio, si seconda porta a destra" mi rispose la signora anziana con tutta la solcezza possibile. " non lo abbandoni signorina, lo aiuti se sapesse quello che gli ha fatto quel suo amico.. come si chiamava.. non ricordo ormai la vecchiaia si fa sentire " mi disse prima di andarsene giù per le scale a fare chissà quale commissione.
Ad un tratto sentí un urlo " si chiamava Luca signorina, se sapesse cosa gli ha fatto, gli ha rovinato la vita "
Rimasi un po stupefatta.. cosa mai avrebbe potuto fargli Luca? Sembra una cosa di grave visto la reazione della signora anziana. Decisi che lo avrei chiesto a lui direttamente, appena lo avrei visto.
Salii le scale per raggiungere quello che doveva essere l'appartamento di Joy. Bussai. Nessuna risposta.
Bussai più forte. Niente.
*deve essere successo qualcosa *
Suonai più volte finché non mi aprí un altro ragazzo che non era Joy, mi scusai, aveva la faccia assonnata.
" oddio scusami davvero non volevo svegliarti pensavo che qui vivesse Joy, la signora del primo piano deve aver sbagliato indicazioni" dissi con un tono imbarazzato
" no Joy abita qui, ma tu chi sei? " mi rispose il biondo
" sono Giulia.. una.. diciamo una sua grande amica " ( non sapevo nemmeno io cos'eravamo seriamente)
" Giulia. Ah ho capito chi sei ma no non puoi entrare " disse chiudendo la porta e in fare piuttosto arrogante . La bloccai con il piede e con una mano cercai di tenerla bene aperta.
" ti prego è una questione importante" risposi quasi piangendo.
Lui in risposta non disse niente, forse aveva notato la paura nei miei occhi, ma decise di farmi entrare.
L'appartamento non era molto grande e visto il disordine dovevano abitarci solo dei ragazzi.
Il biondo mi portò di fronte alla stanza di Joy e disse " se dovesse succedere qualcosa sono qui " cosa poteva mai succedere?
Bussai ma non ottenni nessun suono o consenso ad entrare, apri lo stesso la porta. Joy era seduto a terra preparava uno zaino con furia. La sua stanza rispetto al resto della casa era in ordine. Aveva il letto rifatto e sulle pareti erano appeso diversi poster, tra cui uno che raffigurava le una delle strane si New York.
" Joy " lo chiamai sottovoce. Si bloccò, si alzó di scatto e chiuse a chiave la porta dietro di me, mi scansai per la paura del gesto improvviso.
Si girò sempre con scatti veloci e mi disse con una voce roca quasi in un sussurro pieno di rabbia " ti ho detto di non seguirmi. Perché non sei mai capace di fare quello che ti chiedo? "
La sua voce mi mise i brividi, i suoi erano scuri, neri, come quella volta sotto casa mia. Non sapevo cosa fare, iniziavo ad avere paura.
" io.. i.. volevo solo aiutarti non voglio lasciarti solo non voglio abbandonarti come hanno fatto gli altri." Risposi sussurrando con gli occhi pieni di lacrime.
Joy mi strattonó per un braccio bloccandomi verso il muro. Cercai di rimanere calma, ma l'unica cosa che mi risultò facile fare fu chiudere gli occhi mentre i suoi mi scrutavano dall'alto al basso. Sospiri. Ecco cosa sentivo, Sospiri vicini al mio orecchio.
Aprí leggermente gli occhi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 24, 2017 ⏰

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