Parte Prima

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Cu Roi era un cane. Un cane rosso ad essere precisi, e portava il nome di un re leggendario. Non era certo un cane comune, come quelli che vediamo passeggiare per le vie del centro al guinzaglio dei loro padroni. Era un cane fatto d'inchiostro, vergato pazientemente secoli addietro da un monaco amanuense sul foglio di pergamena d'un codice medievale. Per moltissimo tempo era rimasto lì, a cavalcioni d'una lettera capitale, la lunga lingua avviticchiata intorno alle ginocchia, mentre la coda disegnava spirali che parevano ghermire un uccello multicolore, il quale a sua volta...

D'improvviso, Cu Roi trovò angusto lo spazio che gli era stato assegnato in quell'antico disegno animato e scivolò via dalle pagine ingiallite.  La saletta della biblioteca era buia e polverosa, così il piccolo serpeggiò sino al buco della serratura e sgattaiolò nell'atrio principale. Raggiunse il portone,  vi s'infilò sotto  ed uscì all'aperto. Il suo sembiante era a dir poco singolare : le gambette corte sostenevano un tronco serpentiforme e la stretta lingua sporgeva dalle fauci davvero troppo grandi. S'avviò al piccolo trotto per le strade della città  , scivolando tra i passanti che, grazie alle sue dimensioni davvero ridotte, neppure lo notarono. Rischiò, è vero, d'esser calpestato un centinaio di volte ma, guadagnata in fretta la periferia,  s'inoltrò nell'aperta campagna. Cu Roi si sentiva forte e vigoroso e crebbe, crebbe fino a raggiungere la stazza di un  cane domestico piccino. Lo strambo animale guizzava e s'impennava,  scrollando via dal mantello la polvere accumulata negli anni. S'arrestò di fronte ad una villetta di mattoni con un  giardino recintato da uno steccato appena dipinto di vernice bianca. Sul prato era disteso un cucciolo  dall'aria giocosa che sorrideva al sole: era un molossetto tarchiatello ed a Cu Roi piacque immediatamente. Il cagnetto drizzò le orecchie, reclinò la testa da un lato e prese a fissare con stupore quello strano tipo. Nel frattempo, un ragazzino smilzo s'affacciò alla finestra chiamando a gran voce:

 "Brendan, vieni a mangiare e lascia perdere i randagi!"

 Entrambi si precipitarono in casa ed il bambino, che si chiamava Alasdair  ( Ally per gli amici ), sollevò con entrambe le mani la rossa bestiolina. 

"Ehi, sembri un minuscolo dragone"-esclamò divertito-"ti ho già visto da qualche parte ...ma ora pensiamo al pranzo"

 Rovistò in un cassetto della cucina e ne trasse una bella ciotola di legno intarsiata con intricati motivi celtici. Le leggende gaeliche costituivano la grande passione di Ally: possedeva una ricca collezione di libri illustrati, tra cui uno piuttosto vecchio, con la copertina di cuoio marrone  lavorata a rilievo.  Ogni volta che lo sfogliava s'affacciavano dalle pagine un po'  rovinate dal tempo creature bizzarre e sorprendenti: gli immortali, immarcescibili pavoni dalle lunghe piume d'oro e cobalto, le serpi minacciose avvinghiate nelle infinite spirali che a seguirle con lo sguardo ti procuravano il capogiro e...cani!  Cani in stile geometrico, buffi, quasi da fumetto; cani intrecciati fra loro, con surreali appendici prensili; cani che saltavano tra le lettere semionciali, cani... come Cu Roi! Ally osservava il piccolino contendere una palla di stoffa al tenace Brendan, e nel frattempo sbirciava un libriccino che conteneva la descrizione del cane di Ulisse redatta da un anonimo monaco irlandese: " Bianco sui fianchi, la schiena era cremisi . Nera la pancia, e la coda d'un bel verde brillante". Beh, Cu Roi non era poi così colorato, ma aveva comunque un bel pelo scarlatto sulla groppa. La coda era un viticchio eretto che  sarebbe potuta appartenere ad un drago in miniatura. Il libretto riportava anche un'illustrazione di Argo, e l'avresti detto il fratello di Cu Roi. Ally osservò Cu, quindi il disegno sulla pagina, poi ancora l'animaletto 

"Beh, se è tanto vecchio"-ragionò il ragazzo- " chissà quante cose saprà il piccoletto sui tempi antichi".   

FINE PARTE PRIMA

Cu Roi-Capitolo Primo della Saga di Cu RoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora