Parte Undicesima

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Ally saliva la scalinata di buona lena, andando appresso al frate. Non esisteva corrimano, quindi cercava di dimenticare che un passo falso l'avrebbe fatto precipitare nel vuoto. Cu Roi e Brendan seguivano balzelloni, con la sicurezza di chi è dotato di quattro gambe anzichè due.

"Sarebbe bello ammirare il paesaggio, ragazzi"-scherzò Keiran-"ma se siete nuovi ad imprese del genere non ve lo consiglio. Cercate di mettere i piedi dove li metto io e non correrete rischi."

Ogni tanto qualche sassolino scricchiolava sotto le suole di Ally, mettendo a dura prova il suo equilibrio.  Lui   non ci badava ( o almeno non lo dava a vedere ), così come non faceva caso ai puffins che gli svolazzavano intorno. Guadagnata  la cima si trovarono presso un minuscolo villaggio di casupole di pietra simili ad alveari, abbarbicate alla scogliera, con un'unica piccola entrata. Poco lontano sorgeva una modesta costruzione somigliante ad una barca rovesciata, anch'essa priva di finestre; le pareti laterali s'incurvavano dolcemente sino ad incontrarsi formando il tetto. Tutt'intorno, un muro a secco molto irregolare cingeva la cittadella. 

"Quella è la nostra comunità"-esclamò il monaco con soddisfazione-"e là "-disse indicando la strana "barchetta-"sorge il nostro oratorio."

Ally inspirò profondamente,  avvertì l'aria frizzante scendere nei polmoni. Brendan gironzolava naso a terra, incuriosito da tutto ciò che vedeva intorno a sé.  Rincorse una veloce lucertola, ma prima ch'egli potesse raggiungerla era già scomparsa tra i sassi del muretto. Cu Roi avvisò il ragazzo

 "Questo luogo cambierà la tua vita, vedrai cose che nessun altro uomo del tuo tempo sarà mai in grado di conoscere". 

Venne loro incontro un monaco anziano, dalla folta barba candida e dalla testa calva. Era alto , d'una magrezza ascetica, e l'incedere composto e cadenzato  rivelava il suo rango.

"Quello è l'abate del monastero"-sussurrò con deferenza Keiran-"Gilmore, della nobile schiatta degli  Eoghannachta, una stirpe reale"

 Ally e Keiran si genuflessero, ma il vecchio fece loro cenno con la mano destra di alzarsi. Il venerando chierico li condusse ad un edificio più grande, dotato di ampie finestre e di un ingresso sorretto da un lastrone di pietra che fungeva da architrave. All'interno vi erano tanti altri monaci chini su tavoli rosi dai tarli ed intenti a miniare fogli di pergamena con rara maestria. Un giovane bruno seduto nella zona più illuminata  stava decorando  la figura di un orante,  contornandone abilmente il profilo con precisi puntini d'inchiostro rosso. 

"E' Fratello Papnoute "-disse l'abate-"un monaco copto proveniente dal lontano Egitto. Dovremmo ringraziarlo ogni giorno per averci onorato della sua collaborazione : è un artista impareggiabile e molto umile". 

Papnoute alzò lo sguardo scuotendo il capo,  quindi riprese il suo lavoro senza profferir parola. 

FINE PARTE UNDICESIMA

Cu Roi-Capitolo Primo della Saga di Cu RoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora