Lasciare Thorin e tutta la sua gente, era stata la scelta più difficile che mail avesse dovuto affrontare.
Sebben ancora ferito, si era caricato in spalla il suo bagaglio, le provviste, le sue due asce Afferra e Trattieni, il suo martello da forgia, la cotta di maglia, e la grossa spada che gli aveva donato Bard l'Arciere.
Per quanto appesantito, non voleva lasciare nulla dietro di sé, così che gli altri avrebbero saputo che non intendeva tornare. Almeno per il momento.Camminava lungo il sentiero che da Erebor portava a Bosco Atro; poco oltre quella deviazione, il fiume Flutti voltava verso sud-est, verso Rhun. Ancora più avanti c'era la deviazione di nuovo verso nord e verso i Colli Ferrosi.
Non intendeva andarci, voleva solo che tutti lo pensassero.
La sua idea, il suo obiettivo primario, era evitare qualunque regno elfico e raggiungere la Contea; da li poi avrebbe preso la via per il sud, oltre le Montagne Azzurre e il Baranduin.
Sarebbe stato più facile senza nemmeno passare dalla Contea, ma prima di sparire voleva rivedere la sua casa a Ered Luin.Lo amava.
Anche se il suo cuore era stato rubato da un altro, Dwalin lo amava.
Non poteva accettare, la sua gelosia era più forte del suo amore.
Anche se lui era il Re, e Dwalin un semplice soldato.*
Dopo due giorni di marcia quasi ininterrotta giunse ad un piccolo avamposto, il primo segno dei Durin dei Colli Ferrosi.
Prima di voltare decisamente a sud doveva mandare un messaggio a Thorin."Posso aiutarla, signore?" chiese con voce sottile un giovanissimo nano, che non poteva avere più di quindici, sedici anni, data la totale assenza di barba.
"A chi posso dare un messaggio?"
Il ragazzino gli indicò una tenda rossa sulla sinistra. Entrato, trovò un nano scrivano intento a redigere una missiva. Dwalin si schiarì la voce e quello alzò la testa.
"Che vuole?"
"Ho bisogno di spedire un messaggio"
"Dove e a chi?"
"A Erebor, a Thorin Scudodiquercia, Re Sotto la Montagna" rispose, mentre lo scrivano sbuffando prendeva un nuovo foglio di pergamena.
"A nome di chi?"
"Non ha importanza, scrivi!" e gli dettò un breve messaggio.
"Quando arriverà?"
"Non prima di qualche giorno. Laggiù c'è battaglia, fino a dopo domani non si muove nessuno!"
"Lo so, io c'ero..." replicò Dwalin, posando sul tavolinetto alcune monete per il servizio e andandosene.Lasciato l'avamposto dopo aver comprato altre provviste, riprese la via per Bosco Atro. Attraversare il bosco era escluso, l'ultima volta erano stati catturati prima da enormi ragni e poi da quelle fatine dei boschi.
Decise di scendere verso sud il più possibile, verso le Terre Brune.
Viaggiare da solo non era sicuramente un buona idea, anche per uno come lui.
Non voleva nemmeno rischiare di avvicinarsi troppo ai Monti Cenere, che di fatto erano i confini nord dell'oscuro regno di Mordor; decise quindi di attraversare l'Anduin, all'intersezione con il Limterso.Dieci giorni dopo la battaglia si fermò, finalmente, a riposare non lontano dalla foresta di Fangorn, vicino ad uno sperone di roccia affiorante, luogo che gli dava una certa sicurezza e protezione. Si sedette su una roccia e, tirata fuori la pipa, si mise a fumare, osservando il paesaggio.
Il Mark si estendeva sotto i suoi occhi, una bellezza fulgida e perfetta, come una gemma pura e senza imperfezioni.
Sapeva però il reame di Rohan non era così puro come il suo paesaggio.
A quel tempo il re era Fengel, figlio minore di re Folcwine. Non era affatto amato, era avido e sempre in conflitto coi suoi comandanti, perfino coi suoi stessi figli.
Thengel, il terzo dei suoi figli, pur di non sottostare alle follie del genitore, scappò appena maggiorenne verso sud, stabilendosi a Gondor, al servizio del Sovrintendente Turgon figlio di Turin II.Fumando, Dwalin rifletteva sugli ultimi avvenimenti.
Si appisolò, sfinito dalla fatica e dai troppi pensieri, e sognò: sogni popolati da orchi e draghi, e poi una gran luce che tutti sconfigge.
Sorrise nel sonno.*
Si svegliò di soprassalto quando udì il nitrito di un cavallo.
Si tirò su svelto e si nascose dietro lo sperone, sfilando le asce, pronto a vender cara la pelle.
Poco dopo, infatti, un grosso cavallo baio passò a pochi passi da lui, portando un uomo sui trent'anni, capelli lunghi sciolti, cipiglio guerriero e molto ben armato.
Dopo che fu passato oltre la sua posizione, Dwalin uscì dal suo nascondiglio, le asce pronte."Uomo di Rohan!" gridò.
Quello fece compiere al cavallo una virata brusca, tornando indietro, lancia in resta.
Quando lo raggiunse gli puntò la lancia al petto, scrutandolo da sotto l'elmo crestato."Che ci fai, Nano, nelle terre del Mark? Parla!"
"Dimmi il tuo nome ragazzo, e io ti risponderò!"L'uomo, punto sul viso, scese da cavallo, sovrastando Dwalin di parecchi centimetri, anche il Nano era decisamente alto per la sua razza.
Si squadrarono a lungo, studiandosi, poi l'Uomo abbassò la lancia puntandola in terra, togliendosi l'elmo.
I suoi lineamenti erano levigati e delicati come quelli di una fanciulla, ma la barba corta e ben tagliata rivelava bene il suo essere un uomo. Profondi occhi azzurri incorniciavano il viso dall'espressione intelligente."Io sono Thengel, figlio di Fengel, re del Mark di Rohan e sovrano di Edoras, e tu chi sei?"
Dwalin abbassò le asce e si scostò i capelli dal viso.
"Dwalin, figlio di Fundin, cugino di Thorin Scudodiquercia, Re Sotto la Montagna"
Thengel restò un momento sulle sue. Un Nano di Erebor, così lontano da casa?
"Come mai un Nano di Erebor viaggia solo nelle terre degli Uomini?"
"Torno a casa, a Ered Luin sulle Montagne Azzurre. E tu, come mai la lasci?"Il giovane subito non rispose, soppesando le parole che avrebbe detto.
"Questioni di famiglia, ora torno a Minas Tirith..."
"Come mai vivi così lontano?"Thengel sbuffò.
"Mio padre, beh...non è il re che tutti avrebbero voluto..."
"Tu sarai migliore"
"E' una speranza o una presa in giro?" chiese quello, irritato dalla baldanza del Nano.
"Chiamala pure previsione"
"Sei un nano strano...vi immaginavo diversi" rispose l'uomo
Dwalin si voltò verso di lui.
"In che senso diversi?"
"Più bassi e pelosi..."Il nano sogghignò, gongolando.
"Io sono uno dei Durin, della discendenza e della famiglia di Durin, noi siamo molto più alti degli altri nani. Alcuni di noi arrivano al metro e sessanta, altezza abbastanza elevata per un Nano. E per quanto riguarda i peli...beh, ho centosessantadue anni, è come se voi umani ne aveste...centouno" esplicò contando mentalmente il computo dell'età.
Thengel annuì leggermente.
"Nano...anzi, posso chiamarti Dwalin?"
Dwalin annuì a sua volta, mettendo via la pipa e alzandosi, pronto a ripartire.
"Dwalin, un consiglio: non fermarti troppo nel Mark. Ci sono bande di Orchi che si aggirano liberi e incontrastati, fa attenzione..."
"Grazie Thengel, lo terrò bene a mente"Poco dopo i due si separarono, non senza essersi augurati il meglio e buona fortuna.
Dwalin, salutato il Rohirrim, riprese il sentiero che conduceva oltre il Mark, verso Fangorn e il reame elfico di Lorien. Raggiungere la Contea attraverso Isengard era escluso, l'unica via possibile era raggiungere la Breccia di Rohan e poi prendere l'Antica Via Sud e il Verdecammino.
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Inner Demons
FanfictionE se Thorin non fosse morto nella Battaglia dei Cinque Eserciti? E se la storia fosse proseguita diversamente da come la conosciamo? E se... Ho ripreso in mano questa storia dopo un bel po' di tempo, avevo già 19 capitoli pronti. Dopo aver (finalmen...