A family dinner

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"Thorin...Thorin!" la voce calma di Balin lo richiamò da quei bei ricordi.
"Uhm?"
"A che pensavi?"
"A Dwalin, a quando lo addestravo..."

Balin annuì. Anche se erano passati molti e molti anni, ricordava ancora perfettamente.

L'infanzia, la nascita di suo fratello, così traumatica, la morte di sua madre. E poi l'addestramento, le corse a cavallo, loro due che si avvicinavano e si allontanavano periodicamente, più spesso per via del carattere a volte impossibile del fratello minore.
L'inasprimento del carattere del fratello, pensava Balin, era forse il risultato dell'unione di più fattori, primo fra tutti i costanti rimproveri del padre.
C'erano voluti vent'anni perché suo padre dicesse qualcosa di carino a suo fratello.
Pochi anni dopo era stato ferito a morte nella Battaglia di Azanulbizar, e quella perdita aveva segnato profondamente entrambi, ma soprattutto Dwalin che, una volta tornati faticosamente a casa, si era chiuso per tre giorni in una grotta, senza mangiare e bevendo solo acqua piovana.
Quando era uscito aveva salutato tutti ed era partito per i Colli Ferrosi, per fare il soldato di professione.
Lo rivedrà dieci anni più tardi, profondamente cambiato, più scuro, temprato da molte battaglie. Negli anni che seguirono Dwalin fece avanti e indietro tra Ered Luin e i Colli Ferrosi, salvo poi decidere, alla morte di Thrain, di rimanere sulle Montagne Azzurre con la sua famiglia e la sua gente.
Quando nacque Kili, il secondo nipote di Thorin, decise di sistemarsi definitivamente, accettando di diventarne padrino e maestro; era il 2864 e Dwalin aveva quasi cent'anni, l'età della piena e completa maturità.

"Thorin..."
"Uhm?"
"Ricordi quando nacque Kili?"

Il re sorrise, guardando il nipote più giovane ridere scompostamente al tavolo con gli amici e la famiglia.

"Ricordo benissimo Balin...che bel giorno fu quello..."
"E quella cena di famiglia quando aveva nove anni?"
"Come dimenticarla? Credo che mia sorella ancora se la ricordi..."
"Dis di sicuro, chissà se lui se la ricorda...ovunque sia spero stia bene..."
"Fili è convinto che tornerà..."
"Lo spero. L'ultima volta è stato lontano dieci anni..." borbottò il barbabianca, mormorando tra sé e sé.

E ricordando di tanti anni prima, una cena di famiglia come tante.

#flashback#

Ered Luin, 2781 T. E.

La "casa" del Re era stata scavata e costruita nella caverna più grande che trovarono nelle Montagne a ovest della Contea.
Su quelle montagne, sotto a dire il vero, trovarono di nuovo pace e prosperità, e lentamente cominciarono ad un aumentare di numero i figli di Durin.
Con l'arrivo dei Nani, quella che era poco più di un villaggio sulle rive del Lhun era diventata una città grande e fiorente, un porto frequentato da mercanti provenienti dai quattro angoli delle terre vicine: dalle Montagne Blu, dalle colline e dal lago di Evendim (o Vesproscuro), fin dalle lontane Montagne Grigie e dai Colli Ferrosi.
Mercanti soprattutto dalla Contea, sia dalle terre di Fortinbras I Tuc, Tredicesimo Conte, sia dalle fertili terre di Gormadoc Brandibuck, signore delle Terre di Buck.
Brillanti mercanti, i Nani di Erebor si stavano pian piano riprendendo la loro vita e i loro tesori.

La casa del Re aveva otto stanze, due grandi sale e un grande salone per i banchetti.
Ed era proprio lì che Thror aveva riunito quella sera tutta la famiglia, per una cena come ai vecchi tempi.
Attorno al lungo tavolo rettangolare, intagliato in un unico tronco di dura quercia, sedevano figli, nipoti, cugini e bis-cugini.
Thror sul seggio a capotavola, il cugino Farin all'altro capo; alla destra del Re sedeva suo figlio Thrain, con i due figli Frerin e Dis accanto. Vicino alla nipote del re Oin, il figlioletto di un anno del figlio di Farin, Groin, che per sicurezza gli sedeva accanto.
Alla sinistra del Re, Thorin parlava a mezza voce col suo luogotenente, Dworin figlio di Dwalar, luogotenente di suo padre; accanto a loro sedevano Dwalin, Balin e Fundin, che parlava fitto fitto con suo padre Farin.

"Thorin, le difese a Est?"
"Stavo appunto parlandone, ho mandato altri venti uomini mio signore"
"Totale?"
"Cinquanta fanti e trenta arcieri. Numero eguale alle difese a Ovest"

Il re rumoreggiò, digrignando i denti.

"Siamo pochi..."
"Chiedo perdono, padre. Viviamo in pace qui, non ci occorrono tanti uomini..."

Thror guardò suo figlio con sufficienza.

"Groin!"
"Mio Signore!"
"Noto con piacere che finalmente hai portato il tuo piccolo!"
"Il mio primogenito, Oin"

Thror sorrise.

"Il mio bisnonno si chiamava Oin. Un gran nome!"

Groin annuì.

"Fundin, come se la cava il tuo secondo? Mi è stato riferito che maneggia l'ascia con una destrezza non comune, specie per un nano così giovane!"
"Non riesce a tenere una spada in mano, ha ancora molto da imparare..."
"Se ricordo bene, correggimi Farin se sbaglio, alla sua età tu non riuscivi nemmeno a tirare su l'ascia corta..." e Farin annuì, facendo arrossire il figlio maggiore.

Dwalin, viola in viso, si fece piccolo, cercando inutilmente di nascondersi.

"Dwalin, vieni qui da me!" lo chiamò il re. Non si mosse.

Balin gli diede una gomitata e allora si alzò, andando incontro al Re lentamente, incespicando.

"Mio nipote mi dice che sei già molto forte..."

Dwalin annuì timidamente, bisbigliando.

"Voce figliolo!"
"Sì...sì signore..."
"Bene! Mi ha anche detto che comincerà ad insegnarti ad usare il martello..."
"Dice che con la mia forza rischio di far male a qualcuno usando la spada..." rispose con un mezzo sorriso alla smorfia bonaria del re.
"Ascolta Dwalin. Essere un buon guerriero può salvarti la vita. Per essere migliore, devi essere abbastanza forte per salvare non solo la tua vita, ma anche quella degli altri, dei tuoi compagni.
Impara bene. Diventa forte. Abbiamo bisogno di guerrieri forti..." e con una pacca sulla spalla lo congedò.

Il giovane si inchinò e tornò al proprio posto. Rifletté sulle parole dell'anziano cugino, erano veritiere. Si ripromise di seguirle come un giuramento.

Senza essere visto, intanto, Fundin sorride. Dwalin andava spronato. Non era sua intenzione essere freddo, ma ancora se lo guardava vedeva la scena della grotta, e ancora ne soffriva molto.
Tuttavia, il figlio aveva ottimi esempi positivi, ivi compreso suo fratello maggiore; non aveva bisogno anche del suo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 16, 2017 ⏰

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