gira tutto. la casa, il terreno. non riesci a stare in piedi. guardi la luce: prima è a destra, poi a sinistra, poi di nuovo a destra.
-chi vuole un altro drink?- chiedono. inconsciamente alzi la mano.
bevi un sorso e la gola brucia, bevi un altro sorso e lo stomaco prende fuoco, poi un altro e un brivido ti percorre la schiena. devi mangiare se non vuoi vomitare.
barcollando vai in cucina, c'è un pacco di patatine. ti ritrovi improvvisamente per terra, non sai nemmeno tu come, appoggiata allo stipite della porta. fissi il vuoto e mangi patatine.
ed eccolo che arriva, il malessere. gola annodata, naso che cola. scende la prima lacrima e la seguono tutte le altre.
-che succede?- domandano.
ti manca dannatamente. dopo mesi che non ci pensavi, lui ti manca più di ogni altra cosa al mondo.
-voglio scrivergli- sussurri.
-no- dici immediatamente dopo -non è vero-
stai piangendo definitivamente.
-passami quella bottiglia- ordini.
-no, stai troppo male- rispondono.
-passami quella cazzo di bottiglia-
il tuo amico si avvicina, ti sciacqua il viso con un panno bagnato, ti obbliga a bere litri e litri d'acqua.
poi ti porta in camera da letto e inizia a toglierti i vestiti.
-ma che fai?- chiedi.
-stai tranquilla- fa con tono rassicurante.
ti ritrovi seduta sul letto, in intimo, a fissare il vuoto e tremare dal freddo. non realizzi la situazione, essere in mutande e reggiseno davanti ad uno dei tuoi migliori amici sembra essere l'ultimo del problemi.
con cautela e premura, lui ti aiuta ad infilarti il pigiama. poi ti prende in braccio, come fossi un piccolo cagnolino ferito, e ti adagia accuratamente sul divano nel salotto.
il soffitto gira un po' meno, ma comunque gira, il tipico odore di marijuana avvolge ogni persona o oggetto nella stanza.
-ho freddo- dici.
qualcuno ti avvolge in una morbida coperta di pile.
sei accucciata accanto a lui, con la testa sulle sue gambe. massaggia leggermente il tuo capo con una mano, mentre con l'altra fuma una canna in tranquillità.
-grazie, ti voglio un mondo di bene- gli sussurri nell'orecchio.
-ti voglio bene anche io- risponde sorridendo, e ti stampa un bacio al centro esatto della fronte.
chiudi gli occhi, ti rilassi, ignori il volume altissimo della musica.
cadi senza volerlo in un sonno profondissimo; tanto profondo da sembrare eterno, ma non abbastanza da non percepire la mano di lui massaggiarti la nuca.
finalmente sorridi.