C'è tanta calma stasera sul terrazzo. La quiete prima della tempesta, come si dice. Domani ricomincia tutto. L'autobus, la campanella, i banchi, la bidella del mio piano che mi pare un angelo sceso dal cielo. La routine di sempre, l'autunno e la pioggia. Ah, la pioggia, è così bello guardarla scorrere giù per il vetro della finestra mentre il prof. spiega filosofia. Peccato che quest'anno mi tocchi seguire e prendere pure appunti, altrimenti mi sa che non ci arrivo alla maturità. Il fatidico quinto anno comincia domani, non mi sembra vero. Nella mia testa sono ancora la piccola quattordicenne che il primo giorno di primo liceo non aveva il coraggio di scendere alle macchinette a ricreazione perché quelli di quarto e di quinto le facevano paura. Erano così grandi, tutti alti e con la barba. Adesso è lei quella grande. L'età adulta (quella vera dico, diciotto anni già di li ho fatti e non è cambiato un cazzo) è vicina, forse troppo, non sono pronta; chissà che succederà dopo gli esami, mi spaventa non saperlo. Vorrei tornare indietro, avere più tempo per decidere cosa fare del mio futuro, o magari andare direttamente avanti, non dover scegliere proprio. È tutto così difficile. E discorsi seri a parte, non mi va di andare a scuola domani. Dio quanto non mi va.