gli occhi brucianti, il dolore alla testa, il silenzio straziante. ci sei tu e ci sono i libri, evidenziati, consumati, vissuti. su quelle pagine ci hai versato lacrime e sangue, e le hai scarabocchiate, e ci hai fatto cadere il caffè quando eri troppo stanco anche solo per tenere in mano una tazza. l'unica luce punta dritta sui fogli di carta davanti a te. ti sembrano parole incomprensibili, quelle, a quest'ora di notte. che ore sono? ah sì, le tre, l'orologio l'hai guardato due minuti fa. cerchi il coraggio di contare le pagine che ti mancano ma non lo trovi. così continui a scrivere, schemi su schemi, riassunti su riassunti. e si fanno le quattro. rialzi la testa dieci minuti dopo e sono le cinque. incredibile come il tempo passi veloce di notte. il sonno ti è passato da un pezzo ormai, ma gli occhi, loro stanno cedendo. rossi, lucidi, gonfi. vorrebbero solo chiudersi. fuori dalla finestra si intravedono le prime luci dell'alba, e la possibilità di dormire tramonta insieme alla notte d'inferno appena trascorsa. davanti allo specchio, di fronte a te stesso, ti chiedi fino a che punto ne valga veramente la pena, di ridursi così. qual è il senso? probabilmente non c'è, ma questa è un altra storia.