CERCANDO DI SCAPPARE DA NON SO CHE COSA
Sfrecciavamo a tutta velocità lungo oscure stradine di campagna. Il vento sbatteva contro la Macchina🚙 e la pioggia☔️ sferzava il parabrezza. Non sapevo come riuscisse a vederci, ma mamma continuava a pigiare il piede sull'acceleratore.
Ogni volta che c'era un lampo⚡️, mi voltavo a guardare Alberta che mi sedeva accanto sul sedile posteriore e mi chiedevo se io fossi impazzita...
Non trovai di meglio da dire che: - Così tu e mia madre vi conoscete?
Alberta lanciò una rapida occhiata allo specchietto retrovisore, anche se dietro di noi non c'erano macchine🚗🚕🚙🚛🚚🚐. - Non proprio - rispose. - Cioè, non ci siamo mai incontrati di persona. Ma lei sapeva che ti sorvegliavo.
- Mi sorvegliavi?
- Ti tenevo d'occhio. Per assicurarmi che stessi bene. Ma non fingevo mica di esserti amica - si affrettò ad aggiungere. - Io sono tuo amica.
- Ehm... che cosa sei, di preciso?
- Non ha importanza, in questo momento.
- Non ha importanza? Ho appena scoperto che, la mia migliore amica sa volare!
- Fata! - esclamò.
- Cosa?
- Sono una fata.
- Hai appena detto che non aveva importanza.
- Ci sono delle fate che ti trasformeranno in fiore 🌼🌺per un insulto del genere!
-Aspetta. Fate. Come le storie del Signor Rinh?
- Le vecchiette 👵👵👵della bancarella erano una storia Maggie? La signora Oddis era una storia?
- Allora ammetti che è esistita!
- Naturalmente.
- Quindi perché...
- Meno sapevi, meno streghe avresti attirato - rispose Grover, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. - Abbiamo gettato la Foschia negli occhi dei Babbani. Speravamo che avresti pensato che la Serpe fosse un'allucinazione. Ma è stato inutile. Hai cominciato a renderti conto di chi sei veramente.
- Di chi... aspetta un minuto, che vuoi dire?
Da qualche parte alle nostre spalle, più vicino di prima, si levò di nuovo uno strano gemito. Qualunque cosa fosse la creatura che ci inseguiva, era ancora sulle nostre tracce.
- Maggie - intervenne mamma - ci sono troppe cose da spiegare e non c'è abbastanza tempo. Dobbiamo portarti al sicuro.
- Al sicuro da cosa? Chi mi sta inseguendo?
- Oh, nessuno di speciale - fece Alberta, evidentemente ancora piccato per la battuta dell'asino. - Solo il Signore dei Morti e i suoi consacrati a lui.
- Alberta!
- Scusi, signora Jackson. Non potrebbe andare più svelta?
Cercai di comprendere in qualche modo quello che stava succedendo, ma non ci riuscii. Sapevo che non era un sogno, e comunque non avevo per niente fantasia. Non sarei mai stata capace di sognare qualcosa di così assurdo.
Mamma sterzò bruscamente a sinistra. Imboccammo una stradina più stretta, oltrepassando a tutta birra fattorie buie, colline boscose e cartelli di RACCOLTA DI FRAGOLE affissi a staccionate bianche.
- Dove stiamo andando? - chiesi.
- Al campo estivo di cui ti ho parlato. - La voce di mamma era tesa; per il mio bene, si stava sforzando di mascherare lo spavento. - Il posto dove tuo padre voleva mandarti.