SELVA
Un'ora dopo eravamo pronti per partire.
Matter interruppe la sua partita di poker🃏 il tempo necessario per guardarmi trascinare i bagagli della mamma fino alla macchina🚗. Non fece che lagnarsi e lamentarsi per il fatto che avrebbe dovuto fare a meno della sua cucina - e soprattutto della sua Macchina 🚙-per tutto il fine settimana.
- Non voglio vedere un graffio su questa macchina - mi avvisò mentre caricavo l'ultima borsa. - Nemmeno un graffio minuscolo.
Come se guidassi io. Avevo 8 anni. Ma a Matter non importava. Se anche un gabbiano l'avesse fatta sulla vernice, avrebbe trovato il modo di incolpare me.
Mentre lo guardavo tornare con il suo passo pesante verso il condominio, mi prese talmente tanta rabbia che feci qualcosa di inspiegabile. Quando Matter arrivò sulla soglia, ripetei il gesto con la mano che avevo visto fare ad Alberta sull'autobus🚌, una specie di scongiuro contro il male: le dita ad artiglio sul cuore e poi una spinta leggera verso Matter. In quel momento, la porta a vetri si richiuse sbattendogli sulle chiappe e
mandandolo a gambe all'aria sulle scale, come se fosse stato sparato da un
cannone. Forse era stato il vento o un improvviso guasto dei cardini, ma non aspettai abbastanza per scoprirlo.
Salii sulla macchina 🚗ed esortai mia madre a pigiare sull'acceleratore.
Il nostro bungalow in affitto era sulla costa meridionale, sulla punta più
esterna della Terra del Sole. Era una piccola scatola color pastello con le
tendine scolorite, mezza affondata fra le dune. Trovavamo sempre la sabbia nelle lenzuola e i ragni negli armadietti, e per la maggior parte del tempo il mare era troppo freddo per nuotare.
Adoravo quel posto.
Ci andavamo da quando ero piccolo e mamma lo frequentava anche da prima. Non l'aveva mai detto esplicitamente, ma sapevo che quella spiaggia per lei era speciale. Era il posto in cui aveva conosciuto mio padre.
Più ci avvicinavamo a Montauk e più sembrava ringiovanire. Anni di lavoro e di preoccupazioni le sparivano dal volto. I suoi occhi prendevano il colore del mare.
Arrivammo al tramonto, spalancammo tutte le finestre della casetta e ci
dedicammo per un po' alle solite pulizie generali. Poi passeggiammo sulla spiaggia, lanciando patatine azzurre ai gabbiani e mangiando tutti i campioni gratuiti che mamma aveva portato dal negozio.
Questo - oltre al fatto che aveva tenuto il cognome da ragazza, Yancy, anziché farsi chiamare signora Matter - era la prova che non si era fatta del tutto fregare da Matter. Aveva anche lei una vena ribelle, come me.
Quando si fece buio, accendemmo un fuoco per arrostire gli hot dog e i marshmallows. Mamma prese a raccontarmi di quando era piccola, prima che i suoi genitori morissero nell'incidente aereo. Mi parlò dei libri 📚📕📗📘📙che avrebbe voluto scrivere un giorno, quando avrebbe avuto abbastanza soldi per mollare il negozio di dolciumi.
Alla fine, trovai il coraggio di chiederle quello che mi passava sempre per la testa ogni volta che venivamo a Selva: mio padre. Sugli occhi della mamma scese un velo di tristezza😢. Immaginai che mi avrebbe raccontato le stesse cose di sempre, ma non mi stancavo mai di ascoltarle.