Capitolo 5

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La settimana seguente passò velocemente; iniziarono le prime interrogazioni e le verifiche.

Il ragazzo misterioso non si fece vivo, tranne per qualche frase che mi giungeva mentre dormivo.
Incominciai addirittura a pensare che fosse frutto della mia immaginazione.

Ero seduta sui cuscini posti sul basso davanzale delle grandi finestre d'angolo della mia camera e guardavo fuori, lo facevo spesso.

"È strano, ma mi manca"sussurrai.
Francy mi guardava comprensiva, come se avesse provato le stesse emozioni.

Era una delle mie più grandi amiche e la sua famiglia si era trasferita dall'Italia quando lei era molto piccola.

Aveva già finito il liceo l'anno prima e in quel momento frequentava alcuni corsi al college.

Ci conoscevamo da quanto avevamo circa tre o quattro anni, quando i suoi capelli biondi erano ancora corti.
Col passare degli anni si erano allungati; erano ondulati e le sfioravano quasi il sedere.

Gli occhi, talmente chiari da sembrare ghiaccio, mi osservavano attenti.
"Ma non l'hai visto in viso neanche una volta?"
Scossi la testa.

"Ha una voce così magnetica"sospirai.
"Tornerà"affermò sicura. "E si rivelerà"
"Lo spero, è snervante non sapere chi sia"

Giocherellavo con i polsini della felpa nera e i capelli bianchi mi ricaddero in avanti. Li riportai dietro le orecchie.

"La scuola come procede?"domandò, cambiando argomento.
"Come al solito, tutto bene"
"Le ragazze stanno bene?"
"Sì, sì. Dovremmo uscire una volta tutte insieme"proposi.

La mia amica ci pensò su e poi sorrise.
"Potremmo andare al cinema. Ho sentito che il prossimo mese uscirà un bel film"
Annuii.

"Tu, invece? Niente ragazzi?"le chiesi.
Francy rise, incrociando le gambe e tenendole con i palmi delle mani.
Scosse la testa e tutta la sua massa di capelli fluttuò nell'aria.

"Sono uno spirito libero, lo sai. Troverò quello giusto quando sarà il momento"
Le sorrisi e ammirai il suo carattere.
"Io però ora guarderei un film"disse, dando un'occhiata al mio computer spento sulla scrivania.
Si voltò verso di me.
"Certo"

Posizionai il computer sul letto e ci sdraiammo a pancia in giù.
Guardammo, ovviamente, Un ponte per Terabithia: era uno dei nostri film preferiti; l'avremo visto almeno una decina di volte.

Quando finì, la ragazza guardò l'orologio e mi disse che era tardi e che sarebbe dovuta tornare a casa.
L'abbracciai, tenendola stretta per qualche secondo; prese la sua borsa, mi diede in bacio sulla guancia e uscì.

Chiusi la porta e tornai in camera mia.
Aprii il diario per controllare di aver fatto tutti i compiti e mi sedetti sulla sedia.

Presi una penna per spuntare quello che avevo già fatto, ma il mio gesto venne interrotto dal suono del campanello.
Sbuffai e rimisi giù la penna.

Corsi in soggiorno per andare verso la porta.
"Fra, cos'hai dimenticato?"chiesi, aprendola.
Sollevai lo sguardo e non vidi affatto la mia migliore amica.

Un ragazzo moro mi guardava sorridendo.
Era alto e aveva braccia muscolose: la T-shirt grigia che indossava metteva in bella mostra i bicipiti scolpiti.

Le gambe lunghe erano risaltate da un paio di skinny jeans neri e ai piedi portava le classiche All Star dello stesso colore, uguali alla mie.

Tornai a guardargli il viso e rimasi spiazzata.
Dire che era bellissimo era un eufemismo.
Tutto ciò accadde forse in tre o quattro secondi, ma il tempo sembrava andare a rallentatore.

Il suo sorriso si allargò, probabilmente per il fatto che il mio viso fosse diventato in misto di confusione e imbarazzo.
"Credo di doverti dare delle spiegazioni"
La sua voce.

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