Mi sveglio la mattina dopo direttamente in hotel. Almeno credo che sia mattina e credo che questo sia il mio letto. Perquisisco la stanza con lo sguardo.. Si! È la mia stanza.
Una sola domanda: chi mi ha portato qua? Dov'è mia sorella? Ho vomitato veramente sulle scarpe di un bellissimo ragazzo? Almeno credo che sia bello. Ho questi piccoli flash.. Oppure è stato solo un sogno?
La porta della mia stanza si spalanca.
Credo che mi ucciderà. Ha proprio quello sguardo assassino..
"Alla buon'ora eh!"
"Buongiorno.." Sussurro per la paura di quello che tra pochi minuti o addirittura secondi potrà succedere.
Mi guarda ormai con uno sguardo che conosco alla perfezione.
Delusione.
È delusa da me.
Mi comporto sempre così.
Mi alzo e la seguo fuori dalla mia stanza. L'abbraccio da dietro.
"Scusami." L'unica parola che, ultimamente, le dico spesso.
Si gira verso di me e mi abbraccia anche lei. "Mi hai fatto prendere uno spavento. Sei svenuta e non ti svegliavi più. Se non c'era quel ragazzo non so come avrei fatto."
"Quale ragazzo?" Domando sciogliendo l'abbraccio.
"Non ti ricordi? Gli hai vomitato sulle scarpe."
Cavolo! Non era un sogno.
"Al suo posto col cavolo che ti avrei aiutato. Invece ti ha portato in braccio fino a letto. È stato molto dolce."
Mi prendo a schiaffi da sola. "Che figura che ho fatto! Devo in qualche modo scusarmi con lui. Non ti ha lasciato.. Non so un suo contatto?"
Muove la testa. "No niente. Vai a lavarti. Ti aspetto giù per la colazione."
Ritorno in stanza e, dopo aver tolto il vestito di ieri sera, mi fiondo sotto la doccia.
Mi asciugo e indosso qualcosa di semplice. Jeans e maglietta. Un filo di trucco e mi fiondo giù per la colazione. Ho veramente fame.
"Tu non stai mangiando.. Stai divorando tutto."
"Ho fame." Cerco di giustificarmi.
"Che facciamo oggi?" Chiedo.
"Vorrei fare un giro turistico ma credo che sceglierò lo shopping."
Mi strozzo con il cibo.
"Ancora Malia? Ma non l'hai fatto prima di partire?"
"Non mi giudicare. Sei l'ultima persona al mondo che potrebbe farlo."
Capisco al volo. Si riferisce a ieri sera. "Ok ti do ragione. Allora vengo con te."Qui i centri commerciali sono enormi. E devo cercare di controllarmi. Sono stata in due negozi ed ho già cinque borse piene di vestiti.
Non giudicatemi. Era tutta roba in saldo.
Mi fermo ad una caffetteria per riprendere fiato. Fa veramente caldo.
"Vuole ordinare?" Mi chiede una voce..
"Si un po' d'acq.." Mi blocco immediatamente. È lui! Il ragazzo delle scarpe!
Anche lui mi ha riconosciuto.
"Ehi ciao ragazza che mi ha vomitato sulle scarpe." Afferma con un sorriso stampato in volto.
Divento rossa come un peperone. Quasi lo stesso colore dei miei capelli.
"S-scusami veramente tanto." Balbetto quando mi agito.
Se ne accorge e sorride ancora di più. Con le braccia si appoggia al mio tavolo.
"Posso sapere almeno il tuo nome?" Chiede.
"Oh sì certo." Allungo la mano verso di lui. "Lydia."
Prende la mia mano e la stringe. "Dylan."
"Davvero mi dispiace veramente tanto per ieri. Di solito non mi succedono queste cose.. Cioè si mi succedono ma non vomito mai sulle scarpe di qualcuno."
"E ti capita mai di cadere?" Chiede sempre con il suo solito sorriso.
E ancora una volta arrossisco.
"Si quello mi succede spesso." Confesso abbassando lo sguardo sulle mie mani.
"Vuoi dell'acqua?" Mi chiede.
Annuisco.
Ritorna subito dopo con un bicchiere e una bottiglia e si siede di fianco a me.
"Lavori qui?" Chiedo.
"Già. È solo un lavoretto per occupare un po' di tempo. Tu invece non sei di queste parti, vero?"
"Esatto sono italiana."
Spalanca gli occhi.
"Veramente? Non l'avrei mai detto.. Cioè parli molto bene l'inglese."
"Si ho origini inglesi. La mia famiglia ha vissuto qui per un sacco di tempo. Poi quando sono nata io ci siamo trasferiti a Milano." Racconto.
"E la ragazza che era ieri con te? Mal.."
"Malia!" Lo precedo. "Lei è mia sorella."
Strabuzza ancora di più gli occhi.
"Scusa ma non vi assomigliate per niente."
"Perché è la mia sorellastra. Ma ormai per me è come una sorella di sangue." Ammetto. "Le voglio un mondo di bene."
Sorrido al solo pensiero del nostro bellissimo rapporto. Ovviamente anche noi abbiamo dei giorni no ma risolviamo quasi sempre.
"Senti finisco il turno fra una mezz'oretta.. Ti va di prendere qualcosa con me?" Mi chiede.
"Oh." Rimango basita un momento, però mi riprendo subito. Spero che non noti tutte le cose strane che faccio. "Certamente. Solo ritorno in hotel ad appoggiare questi sacchetti. Possiamo incontrarci lì vicino no?"
"Facciamo così. Alle 18 ti faccio uno squillo e vieni giù."
"Ok ok ti do il mio numero."
Gli scrivo il mio numero su un tovagliolo.
"A dopo." Dico alzandomi e andando alla ricerca di Malia.
La trovo vicino ad una fontana con lo sguardo che vaga in giro. Mi starà cercando. Appena mi vede mi viene incontro.
"Dove sei stata?" Mi chiede
"Ero al bar e ho incontrato il ragazzo delle scarpe." Ormai questo sarà il suo nome.
"Veramente? Gli hai dato il tuo numero?" Dice ridendo.
"Certo."
"Lydia..io stavo scherzando. Gli hai dato veramente il tuo numero?"
"Si me l'ha chiesto lui.. E poi fra un'ora ci vediamo, quindi torniamo in hotel." Dico tutta contenta.
"Vi vedete? Oh mio dio. E bravo il ragazzo. È molto veloce in queste cose."
La guardo malissimo. "Non iniziare."
Ritorniamo in hotel e decido di cambiarmi.
Indosso una gonna a vita alta con dentro una canottiera.
Mi squilla il telefono.
Numero sconosciuto. Sarà sicuramente lui. E così salvo il suo numero.
"Malia è arrivato! Io vado." Non aspetto una sua risposta che sono già sulle scale.
Esco dall'hotel e lo vedo vicino al marciapiede davanti a me.
Si avvicina e mi bacia una guancia.
"Ciao pasticciona!" Mi saluta.
"Come scusa?"
Ride. Ha una risata fantastica.
"E da dove è nato questo soprannome?" Chiedo
"Beh da dove cominciare.. Sei caduta dalla sedia, dove io ti ho salvato. Non dimenticarlo. Hai vomitato sulle mie scarpe. Che per tua informazione erano nuove. E.. Sei caduta davanti al pub." Conclude ridendo ancora.
Arrossisco di brutto.
"C'eri anche tu fuori?"
"Si ero in fila. Dovresti vederti! Sei rossa come un peperone."
Ora non ride più, anzi sta letteralmente morendo dalle risate. Mi sta prendendo per il culo?
"Bello prendere in giro le persone?" Chiedo un tantino offesa.
Lui se ne accorge.
"Eh dai non prendertela. Sei solo un po' pasticciona."
Lo guardo malissimo.
"Ok la smetto. Dai sali in macchina."
Solo adesso mi accorgo della macchina dietro di lui. Obbedisco e salgo dentro e allaccio subito la cintura.
"Dove andiamo?" Chiedo curiosa.
"Al cinema."
"E.."
"E che cosa?"
"Che cosa guardiamo?"
"Passengers."Arriviamo al cinema e ci dividiamo. Lui prende i biglietti. Io, invece, i pop corn.
Sala 5. Posti centrali 15,16.
È lunedì ed è estate. Siamo proprio in quattro gatti. Meglio così se no ci avrebbero cacciato già da un pezzo dalla sala per via di quanto stiamo parlando.
Parliamo un po' di tutto. Di me, di lui, delle nostre famiglie, amici.
Siamo proprio in confidenza.
Con lui mi sento proprio a mio agio.
"Una domanda quanti anni hai?" Mi chiede.
Lo guardo di sottecchi. "Quanti ne dimostro?"
"No ti prego. Non chiedermelo. Non sono bravo a dare un'età. Faccio sempre figure di merda." Rido
"Ne ho 22."
"Wow. Sei più grande di me."
Sgrano gli occhi. "Di quanto?" Chiedo terrorizzata.Fa che non sia minorenne
Fa che non sia minorenne
Fa che non sia minorenne"21."
Tiro un respiro di sollievo.
Mi guarda e ride.
Ma faccio così ridere?!
"Perché continui a ridere? Soprattutto di me." Chiedo finalmente.
"Sei buffa." Risponde solamente.
Smette di ridere e mi guarda negli occhi. Ricambio lo sguardo.
Non posso crederci! Sta veramente succedendo? Lo conosco.. Da quanto? Meno di 24 ore e già mi sto innamorando?
Dylan si avvicina molto lentamente a me. Mi vorrà baciare? OH MAMMA! CHE ANSIA!
Lydia calmati.
Mi avvicino in automatico anche io e..
Ci baciamo!
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Don't be so shy
RomanceLydia e Malia, due sorelle, decidono di prendersi una meritata vacanza dal lavoro a Londra. Il loro unico scopo è quello di divertirsi, ma quello che ancora non sanno è che succederà anche qualcos'altro...