Cody continua a guidare, senza dire niente. Guardo il paesaggio che scorre velocemente sul mio finestrino. Cody si ferma, ed io mi accorgo che siamo davanti casa di Edward. <Entrerò dalla finestra della camera di Ed, tu vai un po piú in lá ti raggiungiamo. Non voglio che ti veda la madre di Ed.> dico scendendo dalla macchina. Cody annuisce. Chiudo la portiera e Cody riparte, andando all'incrocio. Sgattaiolo velocemente sul lato destro della casa e mi arrampico sull'edera. Apro la finestra ed entro in camara di Ed. Non è lì. Probabilmente è andato a bere, penso. Mi siedo sul letto e attendo che rientri in camera. Nel frattempo mi guardo attorno. Ssmbra di essere nella mia stanza. Io e lui abbiamo arredato le nostre stanze il più simile possibile così da poterci sentire a casa anche lì. Le pareti sono color tiffany, i mobili tutti bianchi, e sul tetto... sul tetto sono attaccate tante stelle che io e Teddy disegnammo per sconfigere la paura del buio. Improvvisamente la porta si apre, ma continuo a stare seduta guardandomi attorno. La porta si chiude e io guardo Teddy. È il momento più imbarazzante della mia vita. Edward è completamente nudo. Rimango immobile per una frazione di secondo poi mi alzo, e dirigendomi verso la finestra dico:<Scusa Ed avrei dovuto avvertirti.> <Winnie!> mi chiama Ed. Mi volto, ma tengo lo sguardo sui miei piedi. <Cosa ci sta succedendo?> chiede Teddy. <Ti devo parlare.> dico. Teddy viene verso di me, e mi prende per mano. Alzo lo sguardo e lo guardo dritto negli occhi. <Ti ricordi quando per la prima volta io ti vidi nuda?> chiede. <Giá, avevo sei anni, e tu ne avevi sette. Anche io ero rientrata in camera mia dopo essermi fatta la doccia, quel giorno rischiasti di cadere dall'albero. Da quel giorno ci giurammo che non ci saremmo vergognati mai. E che saremo stati come fratello e sorella.> dico.
Edward mi guarda, poi dice:<Non mi sembra in questi ultimi tempi abbiamo rispettato il nostro giuramento.> Mi passai una mano tra i capelli e poi dissi:<Scusa Edward. La mia vita è cambiata molto rispetto a qualche anno fa.> Edward mi guardò, e poi disse:< È la prima volta che mi chiami Edward. Mi hai sempre chiamato Ed o Teddy. Neanche quando c'eravamo conosciuti, giá dal primo secondo in cui ci siamo parlati mi hai chiamato Ed.>
Guardai Edward poi lo abbracciai. <Scusa.> dissi stringendolo forte.
<Ti voglio bene!> dice lui stringendomi. Mi allontano da lui, ed andando verso la finestra, con le lacrime agli occhi dico:<Appena finisci scendi giù ti devo dire una cosa!> Edward annuisce. Mi volto verso di lui sorrido. Poi scendo dalla finestra.Torno in macchina. Entro e guardo fuori da finestrino, poi mi volto e guardo Cody. <Che ti ha fatto?> mi chiede preoccupato. <Niente, abbiamo solo parlato.> rispondo asciugandomi gli occhi. <Sophie dimmi cosa ti ha fatto?> mi chiede dinuovo. Lo guardo e rispondo:<Non mi ha fatto niente.> Cody scende dalla macchina, e va verso cada di Edward. Appena capisco cosa vuole fare esco dalla macchina e corro verso di lui per fermarlo. Cody bussa alla porta. <Ti prego Cody torna n macchina. Non è successo niente!> urlo.
Edward apre la.porta, e appena vede Cpdy trasale. Guardo Edward. Ha la sua solita maglietta verde e la felpa verde in mano. Edward mi guarda. <Scusa Teddy!> sussurro. Cody si precipita verso Edward che fa un passo indietro. <Cosa le hai fatto?>urla Cody prendendolo per il collo. Li guardo. Sono paralizzatta. Voglio muovermi ma sono intrappolata nel mio corpo. <Non le ho fatto niente!> urla Teddy per rispondere. <Cody! Ti ho detto che non aveva fatto niente!> urlo io. Cody mi guarda e poi dice:<Stavi piangendo! Qualcosa ti avrá fatto!> Guardo i due ragazzi difronte a me, sospiro e poi scappo via piangendo. Corro. Corro veloce. Vado verso il parco. Corro, e quando mi stanco mi siedo a terra con la schiena appoggiata ad un albero.
<Ciao Sophie!> dice qualcuno da dietro di me. Capisco subito che è Molly. Mi volto e la guardo. Molly si siede accanto a me, non dice niente, è lì ferma immobile accanto a me che mi guarda. Mi asciugo le lacrime, faccio un bel respiro e mi rialzo. Molly si alza subito dopo di me. <Sophie, vieni con me.> mi dice. <Scusa Molly, ma non sono dell'umore.> rispondo. <Ti va di parlarne?> mi chiede. <Mi spiace, ma preferirei tenermi tutto dentro.> rispondo. stavo per andare via, ma Molly mi ferma dicendo:<Ti va un pomeriggio tra amiche e cioccolata calda?> Amiche se non ne ho voglia accetto per non sembrare scortese.Molly mi ha portato a casa sua. E' una villetta bianca, con dei graffiti fatti con la bomboletta. La porta è color mogano. Le finestre sono tutte bianche e ben pulite. Dentro quella casa è tutto bianco. Sembra di stare in paradiso. E' tutto tranquillo dentro quella casa. E' tutto assolutamente perfetto. Molly mi guarda sorridendo e dice:<Accomodati, e fa come se fossi a casa tua.> Guardo la ragazza sempre allegra, e poi dico:<Magari casa mia fosse così.> Molly abbassa lo sguardo e resta zitta per un po di tempo creando quel silenzio imbarazzante che tutti odiano.
Io e Molly siamo sedute sul divano, siamo già alla terza tazza di cioccolata. Avevo raccontato a Molly tutto quello che mi passava per la mente. Le aveva raccontato tutto sulla mia famiglia. Le avevo raccontato tutto di me. Lei sa tutto su di me, mentre io non so niente su di lei. <Vuoi sapere qualcosa di me ora, giusto?> mi chiede. Non rispondo, mi limito soltanto a guardarla. <Bene. Sono figlia unica, prima di veniere a vivere quà vivevo a San Francisco, ma... i miei sono morti, e allora ho deciso di cambiare aria.> Molly abbassa lo sguardo, nessuno delle due osa aprir bocca. <Mi spiace...> le sussurro. Molly mi guarda sorridendo, e dice:<Però, ora so sempre dove sono, e quando voglio parlargli mi ascoltano sempre, senza avere interruzioni, e so che mi proteggeranno per sempre.> Mi sorprendo della serenità con cui dice il tutto. <Molly...> la chiamo, e lei si gira guardandomi nell'attesa che io dica qualcosa, poi finalmente dico:<Dovremmo farlo più spesso.>
Passiamo tutta la serata a ridere, scherzare, parlare, mangiare, e giocare a giochi senza senso. <Ti va di dormire qui stanotte?> Mi chiede Molly. Annuisco, e poi chiedo:<Posso usare il tuo telefono per fare una chiamata?> Molly sorride e mi indica il telefono. Mi alzo dal divano per prendere il telefono e compongo il numero.
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Lettere ai mortali
FantasySophie è una ragazza di 17 anni. La sua famiglia va avanti solo grazie a lei. La madre è caduta in depressione, il padre è diventato un ubriacone da quando a perso il lavoro, e il fratello ventunenne a causa di queste difficoltá familiari ha iniziat...