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Subito dopo lo scontro Justin corse verso di lei, prendendola in braccio, gridando aiuto

Perdeva sangue, non si muoveva, il cuore batteva lentamente, ma cosa aveva fatto? E se l'avesse persa per sempre, per colpa sua?

Non era più in lui, piangeva respirando affannosamente, continuando a stringerla tra le braccia, tentando di fermare il sangue con i suoi vestiti, nella speranza che qualcuno arrivasse

Il viaggio in ospedale fu tra i più lunghi e terribili che avesse mai fatto, le braccia di Cassie erano piene di graffi, il suo viso era coperto da una maschera per l'ossigeno, i suoi occhi chiusi.. ma cosa aveva fatto?

Intanto stava lì, fermo in un angolo dell'ambulanza, stringendo la mano della ragazza continuando a piangere, a non voler credere a tutto questo, a sperare che fra qualche secondo si sarebbe svegliato con lei al suo fianco, ricordando tutto questo come un brutto sogno

Ed invece era tutto vero, e non c'era niente che potesse riportare indietro le cose, che potesse cambiarle

Stringeva la sua mano con tutta la sua forza, tentando di riscaldarla per quanto era fredda, continuando a dirle di resistere, incerto se questa lo sentisse o no

Ma perché lo aveva fatto? Perché l'aveva spinta al limite? Perché?

Una volta arrivati all'ospedale allontanarono Justin da lei, per portarla in sala operatoria d'urgenza, costringendolo a lasciare quella mano ancora fredda, abbandonandolo alle sue colpe ed ai suoi pensieri, a se stesso

Era lì fermo in sala d'attesa, con la testa fra le mani e mille colpe sulla schiena, con i vestiti ancora sporchi di sangue

Il petto si alzava ed abbassava velocemente, gli occhi bruciavano terribilmente, e il sol pensiero di averla persa per sempre era una lenta tortura che lo colpiva ogni minuto che passava

Intanto i medici uscivano ed entravano numerosi in quella dannata sala che la teneva prigioniera, che lo divideva da lei

Vide in lontananza una donna che assomigliava a Cassie, aveva i suoi stessi capelli e lo stesso modo di camminare, gli si strinse il cuore vedendola piangere, come se stesse vedendo Cassie piangere

Si alzò tremante, pronto a fare i conti con le sue colpe, pronto a dire tutta la verità, ad assumersi le proprie responsabilità

Perché si, era solo colpa sua, tutta colpa sua se ora quella che doveva essere l'unica salvezza della sua vita è chiusa in una sala, lottando tra la vita e la morte

"Signora io.." iniziò vedendola arrivare
Quest'ultima non si fermò ad ascoltarlo, ma lo abbracciò continuando a piangere, non volendo sentire spiegazioni da parte di nessuno, volendo solo rivedere sua figlia, ancora una volta

"Mi d-dispiace" disse Justin con la voce rotta dal pianto, avvolgendo la mano sul capo della donna, che scosse il capo, come se stesse dicendo 'non è colpa tua'

Ma perché non gli aveva fatto nessuna domanda? Perché non si era fermata a domandare chi fosse, e perché era lì? Forse Cassie le aveva raccontato tutto? O forse aveva semplicemente capito?

"Sai, io l'ho sempre capito che c'era qualcosa sotto" disse tirando su col naso, staccandosi dall'abbraccio "Tu dovresti essere Justin?"

Il ragazzo annuì lentamente, non capendo

La donna capì la sua confusione ed allungò una mano "Io sono Emily" disse mentre Justin gliela stringeva

"Era da un po' di settimane che Cassie si comportava in maniera strana, prima di uscire cercava sempre di essere perfetta, mai un capello fuori posto!" disse sorridendo di poco, per poi portarsi una mano sulla bocca piangendo "La mia bambina.." disse chiudendo gli occhi

Just Sex.- Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora