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Corsi via fino a che non sentii le gambe cedere, non riuscivo a capire nemmeno dove fossi, mi lasciai cadere appoggiando la schiena al muro freddo, continuando a respirare in maniera anormale pregando che tutto questo smettesse.
Sentivo un groppo in gola, non riuscivo a controllare il mio corpo e non riuscivo a smettere di piangere.
Strinsi la testa fra le mani pregando che tutto questo potesse finire subito, non mi era mai capitato di sentirmi così male per nessuno.
Le immagini di quanto successo continuarono a farsi spazio nella mia mente.
Sentivo ancora la voce di Justin urlare cose che non avevi capito e che ancora non riuscivo a capire. Continuavo a vedere quegli occhi così spenti, così cupi, che non avevo mai visto così.
"T-tutto q-questo non ha s-senso" dissi fra i singhiozzi continuando a piangere. "Justin.." sussurrai nella speranza di svegliarmi da questo incubo, nella speranza fosse soltanto un incubo.
Sentii la testa pesante, faceva un male allucinante e per un attimo pensai di svenire per quanto il dolore mi stesse accecando. Vidi le immagini davanti a me farsi sempre più sfocate e priva di contorni, sentivo delle voci in lontananza ma apparivano solo come suoni che rimbombavano in un tubo, dopo il vuoto totale.

***

Aprii leggermente gli occhi sentendo un dolore assurdo percorrere tutto il mio corpo.
"Si riprenderà il suo corpo ha subito un trauma troppo forte, non si preoccupi"
Vidi una figura totalmente vestita di bianco abbandonare la stanza, poi vidi mia madre avvicinarsi a me per poi sentire la sua mano stringere la mia.
"Mamma" dissi sussurrando
"Sh piccola non sforzarti" disse posandomi una mano sulla fronte "per fortuna la febbre è calata, con tutte le medicine che ti hanno dato.." disse accarezzandomi la guancia. Sbattei le palpebre un paio di volte per permettere ai miei occhi di mettere completamente a fuoco la stanza.
"Che cosa è successo?" Chiesi mettendomi seduta sul letto per poi fare un gemito di dolore per via della flebo che avevo attaccata al braccio.
"È quello che vorrei sapere da te.." disse mia mamma guardandomi con occhi dolci, accarezzandomi la mano.
Di colpo mi ricordai quanto successo, la voce di Justin riprese a farsi spazio nella mia testa seguita da tutte le immagini.
Iniziai a piangere silenziosamente per paura di essere presa da un'altro attacco di panico.
"Cassie" disse mia madre asciugandomi le lacrime per poi abbracciarmi.
Mi aggrappai alla sua schiena come se fosse un salvagente in una tempesta, sentivo che di lì a poco tutto questo dolore mi avrebbe schiacciata e di me non sarebbe rimasto nulla.
Non potevo tenermi tutto dentro avevo bisogno di dirlo a qualcuno, la mia mamma era la mia unica amica non ho mai avuto migliori amiche o cose del genere, erano tutte troppo popolari e bellissime per stare con me..
Mi staccai da quell'abbraccio infinito per poi prendere fiato e raccontare fra i singhiozzi quanto successo.
Una volta finito di raccontare presi un grosso respiro per calmare l'ansia che avevo addosso, iniziai a respirare a fatica e chiusi gli occhi cercando di immaginare qualcosa di bello, non volevo che mi capitasse di nuovo.
Mia mamma mi guardò con gli occhi lucidi, per poi farsi scappare una lacrima che asciugò subito.
"Perché mi ha fatto questo mamma?" Dissi piangendo "io che avrei potuto amarlo più di chiunque altra al mondo, io che ero disposta ad abbandonare i miei sogni per lui, io che gli ho dato anima e corpo quando lui voleva soltanto il mio corpo... io che ho detto di amarlo quando non l'ho mai detto a nessuno. Perché mamma?" Dissi trasformando quei piccoli singhiozzi in un altro pianto, mia mamma cercava di fare la forte ma di lì a poco sarebbe scoppiata a piangere anche lei.
"Piccola sono sicura che c'è una spiegazione a tutto questo" disse cercando di calmarmi.
"Ah si?" Dissi alzando il tono della voce "e qual è?"
"Cassie tu non hai visto il suo sguardo quando ti ha vista senza sensi in quel lettino d'ospedale, tu non hai visto i suoi occhi rossi dal pianto, non hai visto quando si è svegliato da un incubo nel quale ti perdeva per sempre e iniziava a piangere, non hai visto i suoi occhi illuminarsi quando ti sei svegliata. Cassie quel ragazzo ti ama, ti ama tanto, fidati di me se ti dico che c'è una spiegazione a tutto questo" disse con la voce rotta dal pianto.
"Mamma io non ce la faccio senza di lui mamma.." dissi ricominciando a piangere.
"Piccola..." disse mia madre avvolgendo le sue braccia attorno a me e stringendomi in un abbraccio.
"Andrà tutto bene te lo prometto.. te lo prometto" disse accarezzandomi i capelli.
"Vado a prendere qualcosa da mangiare okay? Vuoi qualcosa?"
Scossi il capo abbassando lo sguardo.
"Beh lo mangerai lo stesso, qualunque cosa ci sia nelle macchinette automatiche" disse stampandomi un bacio in fronte facendomi ridacchiare.
La guardai uscire fuori dalla stanza per poi soffermarmi a guardare intorno a me.
Non era la stessa camera dell'altra volta.. o meno non credo, non ho nemmeno idea di quanto tempo io ci sia stata quella volta..
Sentii bussare alla porta e alzai lo sguardo, per poi vedere l'ultima persona che volevo vedere quel giorno. Richard.
"Posso entrare?" Disse timidamente abbassando lo sguardo.
"Che cosa vuoi?" Sbottai
"Parlare, ti prego.."
Feci un cenno con la mano e lo lasciai entrare nella stanza, si sedette sul letto, fece per prendermi la mano ma la tolsi subito "Non mi toccare" dissi sussurrando.
Lui mi guardò ferito per poi abbassare lo sguardo.
"Cassie mi dispiace.." disse impercettibilmente
"Ti dispiace?" Chiesi interrogativa.
Certo, il suo comportamento era stato strano e mi aveva alquanto spaventata.. ma per cosa si stava scusando?
"Katy mi ha costretto, mi ha detto che avrebbe scelto qualcun altro e che non se ne sarebbe fregata nulla se questo ti avesse fatto del male... ti prego perdonami Cassie non voglio perdere la tua amicizia" disse iniziando a piangere.
Spalancai gli occhi per poi mettermi a sedere sul letto, gli tolsi le mani dal viso e lo guardai negli occhi.
"Per favore Richard, spiegami di cosa stai parlando perché sento la testa esplodere e non posso leggere fra le righe, non adesso" dissi tutto d'un fiato. Richard si asciugò le lacrime e prese fiato.
Quando ebbe finito di raccontarmi sentii la terra mancarmi sotto i piedi, sentii come se il mondo mi fosse caduto addosso.
Ma non stavo così per me, stavo così per Justin, per tutto quello che avrebbe potuto pensare di me, per come si sarebbe sentito, per come si stia sentendo.
Strinsi i pugni fino a sentire le unghie perforare la carne, se solo avessi avuto davanti quella troietta non sarebbe stato più un problema.
"Io devo uscire da qua" dissi cercando di alzarmi per poi gemere dal dolore a causa della flebo.
"Fanculo" dissi a denti stretti chiudendo gli occhi per il dolore.
"Richard io devo parlargli deve sapere la verità!" Dissi scongiurandolo.
"La saprà... gli parlerò io"
"Scherzi?" Dissi guardandolo come se fosse pazzo "come minimo ti ucciderà dopo aver visto il video, devo parlargli io, a me non può far nulla"
Mia madre entrò in camera con un vassoio pieno di roba per poi guardare sia me che Richard con sguardo interrogativo.
"Che succede qua?" Chiese confusa.
"Devi farmi uscire da qui mamma" dissi decisa
"Ma tesoro non puoi fino a domani"
"Devo andare da Justin mamma" dissi pregandola.
Mi guardò come se stesse pensando se fare questa pazzia o meno.
"Ti farò uscire da qui tesoro, vai a riprenderti ciò che è tuo"

Just Sex.- Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora