Cap.03 - Alcune cose è meglio non dirle

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Cap.03

Alcune cose è meglio non dirle





È passato qualche giorno dall'incontro con il suo nuovo psicologo scolastico e Mario non ha dubbi: il prossimo sarà l'ultimo appuntamento che dovrà sopportare, poi potrà tornare alla sua vita normale.

Se deve essere totalmente sincero con se stesso, il ragazzo l'ha colpito, oltre alla sua particolare bellezza c'era qualcosa nella maniera in cui gli parlava e cercava di fargli capire la situazione che lo affascinava. Era tranquillo e non sembrava voler imporre la sua presenza, anzi, era pronto a mettersi da parte in caso Mario avesse deciso di non aver bisogno di lui.

Sospira mentre infila le cuffie nelle orecchie, chiudendosi alle spalle il portone di casa, non deve iniziare a pensare certe cose, si conosce, inizierebbe a prendere in considerazione l'idea di concedere una possibilità a Claudio e davvero non è il caso.

Si ferma accanto alla linea di sosta dell'autobus e apre qualche applicazione sul cellulare cercando di far passare il tempo, esce sempre troppo presto di casa e resta per una decina di minuti fermo nella fredda aria autunnale, non davvero la situazione più comoda del mondo ma non se la sente di restare dentro l'abitazione troppo a lungo.

Improvvisamente si sente tirare all'indietro in modo violento e fa appena in tempo a rafforzare la presa sul cellulare prima che quello scappi dalle sue mani per finire in mezzo alla strada. Sente chiaro l'urto di una scapola contro il muro del vicolo in cui è stato trascinato e trattiene di scatto il fiato.

-Ancora non hai imparato ad uscire di casa all'ora giusta, inizio a pensare che tu voglia farti trovare.-

L'odore di fumo lo colpisce in pieno viso e Mario irrigidisce tutti i muscoli del corpo, mentre il ragazzo davanti a lui porta le mani sul colletto della sua maglia, bloccandolo contro il muro.

Resta in silenzio Mario, osservando il gruppetto di quattro persone davanti a lui. Ragazzi più grandi di appena un anno, non tutti frequentano il suo istituto ma li conosce fin troppo bene e la voglia di spingere il suo aguzzino da parte per correre a perdifiato nell'altra direzione è così forte che deve reprimerla a forza, ingoiando il nodo che si è formato nella sua gola, perché sa che peggiorerebbe solo le cose.

Il ragazzo davanti a lui sposta la mano per aspirare un nuovo tiro dalla sigaretta e riprende a parlare con lui.

-Abbiamo scoperto che hai un nuovo confidente.- sorride, espirando lentamente sul suo viso. -È uno psicologo scolastico ma nella vita bisogna accontentarsi, no?-

Ancora non risponde, rimane semplicemente ad osservare gli altri componenti del gruppo che rimangono dietro di loro ad osservare la scena, senza muovere un muscolo o proferire parola, davvero alcuni sembrano addirittura non capire cosa stanno facendo, eppure sono lì a prendere parte a quella pessima scena.

E Mario lo sa di star viaggiando con i pensieri solo per sfuggire alla realtà ma non riesce a farne a meno.

-Volevamo solo accertarci che tu non avessi pensato di contattarlo per andare a cantare nel suo ufficio.-

-Non l'ho contattato io, sono stato incastrat...-

Viene tirato leggermente in avanti per poi essere spinto nuovamente contro il muro con violenza. -Pensavo che avessi imparato le regole molto tempo fa, non eravamo d'accordo sul silenzio assoluto se non interpellato?-

Mario annuisce, stringendo forte le labbra per evitare gesti inconsulti.

-Bene, stavo appunto dicendo che dovresti riflettere sulle confidenze che farai al tuo amico, non vorremmo mai dover rivelare a tutti il tuo piccolo, sporco segreto.-

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