Cap.05
Non ti nascondere nel rimpianto
Le settimane successive sono sicuramente strane, le più strane che Mario abbia vissuto da qualche tempo.
Mercoledì torna nell'ufficio di Claudio, non c'è bisogno di ricordarsi di dargli del 'tu' perché oltre ai saluti iniziali non scambiano parola e l'ora passa silenziosa e, deve ammetterlo, anche imbarazzante. Lo stupisce però non aver pensato nemmeno per un secondo di abbandonare nuovamente le sedute.
Non sa cosa sia cambiato ma dopo le giornate passate a trascorrere i lenti minuti di intervallo insieme non si sente più particolarmente a disagio intorno all'uomo, e così i giorni passano, tra incontri passati a leggere qualche buon libro nell'ufficio di Claudio e ricreazioni silenziose, scandite di tanto in tanto da qualche conversazione leggera ma mai sgradevole.
È una mattina di metà Novembre, gli alberi spogli e il cielo grigio fuori dalla finestra, quella in cui Mario inizia un discorso durante uno dei loro incontri.
-Sei strano.-
Claudio sussulta leggermente al suono della sua voce, ormai abituato al silenzio.
-Come scusa?-
Mario non abbassa lo sguardo, tiene gli occhi incatenati ai suoi quasi a studiarlo, e Claudio non è pronto a cedere.
-Non sei come gli altri, sono settimane che vengo qui e non hai cercato di parlare con me nemmeno una volta.-
-Te l'ho detto: non voglio forzarti.-
Mario inarca le sopracciglia e indossa un sorrisetto provocatorio. -Non è che non sa fare il suo lavoro, dottor Sona?-
Claudio rimane per qualche istante a bocca aperta nel sentire la frecciatina di Mario e il suo tono irriverente, ma poi ridacchia.
-Vieni qui ogni settimana da un mese dopo aver giurato di non voler fare più di due sedute.- lo schernisce. -Secondo me so fare il mio lavoro.-
Mario si corruccia, delle piccole rughette d'espressione gli compaiono sulla fronte.
-Non trovo che questo sia il modo migliore per relazionarsi ai propri pazienti.- commenta, indispettito.
Claudio ride ancora. -Diciamo che tu sei un caso particolare Mario.- gli sorride ed il ragazzo sente qualcosa muoversi a livello dello stomaco quando nota quanto il suo viso diventi luminoso quando è sereno.
Scuote la testa e si volta leggermente verso la finestra, osservando i rami degli alberi mentre si muovono al vento.
Claudio inizia a ticchettare una penna sull'angolo del tavolo riempiendo la stanza del rumore cadenzato e Mario si gira ancora per seguire il movimento, che trova leggermente ipnotico.
-Cosa scrivi nei fascicoli?-
Lo guarda confuso dalla domanda.
Mario sventola una mano davanti a se per indicare le carte sul tavolo. -Ma sì, stai sempre a compilare quei fogli e solitamente li riempi di appunti, considerando che nelle nostre sedute in sostanza non parliamo, cosa scrivi lì?-
L'altro inizia a giocare con le carte incriminate e si prende qualche secondo per riflettere.
-Ti inventi i resoconti?- lo incalza Mario.
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Good Guys
FanfictionAU La coppia che ha appena varcato la porta non ha nulla di strano o fuori dal comune, avanzano compiti verso di lei e prima di sedersi allungano le mani per presentarsi. -Siamo i genitori di Mario Serpa, ci ha convocati per parlare di nostro figlio...