Cap.01
Sanguinare per un taglio da carta
Mario non ha davvero scelto di essere lì in quel momento, nella sua testa può tranquillamente affermare di essere stato obbligato, e sbuffare ogni trenta secondi in modo ciclico gli sembra la maniera più rapida di esternare il suo stato d'animo.
Semplicemente una mattina di qualche giorno prima la sua insegnante di lettere, una donna non troppo anziana che sembrava fare di tutto per dimostrare più anni della sua età, lo aveva fatto uscire dall'aula nel bel mezzo della lezione, salvandolo da un'interrogazione fallimentare di matematica solo per dargli una delle notizie peggiori che potesse ricevere.
E davvero, Mario Serpa avrebbe preferito recuperare un quattro che trovarsi lì in quel momento.
Bussano ed entrano in punta di piedi nell'ufficio, non vogliono disturbare.
La donna che li ha convocati è seduta dietro una leggera cattedra di formica colorata e li sta osservando incuriosita.
La coppia che ha appena varcato la porta non ha nulla di strano o fuori dal comune, avanzano compiti verso di lei e prima di sedersi allungano le mani per presentarsi.
-Siamo i genitori di Mario Serpa, ci ha convocati per parlare di nostro figlio.-
Sul muro esattamente di fronte a lui sta appeso un grosso cartello che vieta espressamente di fumare in quell'area.
In quel momento, a cui a Mario sembra dar fastidio anche il più leggero rumore di passi dall'altro lato del corridoio, quel cartello pare quasi sfidarlo mentre lo osserva con un sopracciglio alzato e una Winston Blu che fa ruotare tra le dita.
Sta per accenderla quando la porta dell'ufficio dietro di lui si apre e la professoressa ne esce con uno sguardo soddisfatto sul volto. Nasconde velocemente la sigaretta dentro la tasca della felpa e si alza.
Lei gli sorride affabile prima di scostarsi per lasciargli spazio -Puoi entrare, dovrai aspettare solo qualche minuto ma vedremo di sbrigarci per farvi iniziare il prima possibile.-
Mario deve trattenersi per non alzare gli occhi al cielo, e gli risulta molto più difficile del previsto, ma recupera la cartella che ha gettato a terra in silenzio.
Supera la docente ed entra nella stanza senza proferire parola e qualche secondo più tardi la porta gli viene chiusa alle spalle lasciandolo nuovamente solo.
Inizia a chiedersi se una decina di minuti siano sufficienti per fuggire dalla scuola.
-Come saprete sono l'insegnate di Italiano e Latino di Mario, vi ho fatti chiamare perché sono preoccupata per vostro figlio.-
Negli occhi delle due persone di fronte a lei non vede ciò in cui avrebbe sinceramente sperato. Il padre di Mario sembra semplicemente incuriosito dalla sua affermazione, come se prima di quel momento non avesse mai preso in considerazione l'ipotesi che il figlio potesse avere qualche problema, ma ciò che la preoccupa maggiormente è la totale indifferenza della donna alla notizia.
Sembra sia capitata lì per caso, senza un valido motivo, come se le parole appena sentite non avessero avuto alcun effetto sulla sua persona.
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Good Guys
FanfictionAU La coppia che ha appena varcato la porta non ha nulla di strano o fuori dal comune, avanzano compiti verso di lei e prima di sedersi allungano le mani per presentarsi. -Siamo i genitori di Mario Serpa, ci ha convocati per parlare di nostro figlio...