Capitolo 9.

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Grace, o mio dio, non ci posso credere. Senza pensarci troppo gli corsi incontro e lei fece lo stesso che quando ci incontrammo cademmo per terra come due sacchi di patate.
Grace era la mia migliore amica quando vivevo nell'Ohio, malgrado tutto continuavano a sentirci tutti i giorni, praticamente era come se lei stesse ancora con me, il rapporto che avevo con lei non l'avevo neanche con Naomi, era qualcosa di unico.
Quando io mi trasferii nella nuova città anche lei lo fece, non mi disse mai dove perché diceva che avrei rosicato troppo visto che io era finita in un piccolo paesino dispero, lei era finita qui, a Miami, ed aveva ragione. I nostri padri lavoravano insieme ecco perché ci conosciamo e ci siamo ritrovate in due stati diversi, proprio a causa loro, i quali si trasferirono per lavoro. Se è un sogno vi prego, non svegliatemi mai.
Quando ci rialzammo ci abbracciammo nuovamente :<< Mi sei mancata stronzetta>> disse Grace stringendomi così forte che quasi mi mancava il respiro. << Cosa ci fai qui?>> dissi ancora scioccata << Non ci vediamo da due anni, non pensavo che fossi diventata così antipatica, se vuoi me ne vado>> disse scherzosamente, lo sapeva benissimo che ero più che felice di averla qui difronte a me, senza di lei molti momenti non li avrei mai superati. << Comunque nanetta, la sorpresa che aveva in mente tua madre ero io, piaciuta? Che domanda sciocca, ovvio che sì>> non era cambiata affatto, era rimasta la solita perfettina, modesta che io odiavo ahaha. Mi girai verso mia madre e la ringrazia della sorpresa.
Uscimmo finalmente dall'aereoporto e fuori ad aspettarci c'era il signor Mendes, il padre di Grace. << Ehy signori Smith, vi serve un passaggio?>> corsi ad abbracciare pure lui, era come un secondo padre per me, anzi tutta la famiglia di Grace era la mia seconda famiglia.
Arrivammo a casa, e che dire già a vederla da fuori ero rimasta senza fiato, una villa a schiera con piscina, un bellissimo giardino e tre piani, direi il triplo della mia vecchia casa, già l'amavo. Cercai di entrare dentro ma qualcuno mi fermó prendendomi dallo zaino :<< Dove credi di andare signorina?>> disse mio padre :<< In chiesa. Ma secondo te? Voglio entrare e vedere la mia stanza>>
<< Approposito di questo, è una sorpresa anche questa, dobbiamo finirla di arredare ed è per questo che stanotte starai da Grace>> disse mia madre. Ma ero qui solo da un'ora e già stava andando tutto così bene? Avevo visto un ragazzo che era tipo la fine del mondo, avevo ritrovato Grace e stasera sarei stata da lei, cosa c'è di meglio che tornare alle origini?
Rimasi ancora più entusiasta a scoprire che Grace abitava a 500 metri da me circa.
Arrivammo davanti alla sua porta e ad aprirla fu l'unica persona che avevo messo nel dimenticatoio per tutti questi anni, Shawn, suo fratello.
<< Oh, che sorpresa, entrate pure>> disse irritato ed in effetti non aveva tutti i torti. Quando partimmo mi riveló i suoi sentimenti nei miei confronti e io lo rifiutai, da allora non ci parlammo più, Grace mi diceva spesso che lui chiedeva di me, ma io non lo feci mai, forse ero stato un po' stronza con lui ed adesso mi sentivo a disagio.
<< Emh, ciao Shawn>> dissi con voce tremante. << Ali >> disse lui con freddezza, era possibile che ce l'avesse ancora con me? Erano passati due anni santo cielo, un giorno di questi dovrei parlargli, ma non oggi, non avevo intenzione di litigare. Rimasimo in silenzio, ma per fortuna arrivó la signora Mendes a rompere il silenzio << Alison è un piacere rivederti, oh come ti sei fatto bella, come stai?>>
<< Molto bene signora Mendes, e lei?>>
<< Bene bene, ma ti prego, ci conosciamo da una vita, basta darmi del lei, io sono Rosie e il signor Mendes Kyle, chiaro?>>
<< Sì signora>> dissi tipo fossi nell'esercito e avessi davanti il mio domandante.
Rosie ci avvertì che era quasi pronto a mangiare e ci andammo a lavare le mani per poi metterci a tavola.
Quando mi era mancata la sua cucina, cucinava davvero bene, anzi molto meglio di quanto ricordavo, ogni boccone era un pizzico di piacere in più, aaah. A tavola parlammo molto di loro e di me, di come mi ero trovata, della scuola e della mia vita. L'unico che non parlava era Shawn. Quando il nostro sguardó si incroció sentii un brivido, ma non come quello che sentii a causa di quel ragazzo che avevo visto all'aereoporto, un brivido, come spiegare di freddo, e la cosa mi preoccupava. Non potevo rimandare, stasera gli avrei parlato.

Quando incontrai l'altra me. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora