Stamattina ci siamo svegliati sentendo il rombo di una squadriglia di aerei che stava puntando dritta al centro città. Io e gli altri siamo usciti dalla nostra tenda per andare a controllare cosa diamine stesse accadendo, e abbiamo notato che i nostri migliori amici della Luftwaffe stavano bombardando alcune zone più avanti della città, pensando che potesse servire per avvantaggiarci. E hanno fatto bene. Per tutta la mattinata non è successo assolutamente nulla, stavamo ancora finendo di sistemare alcune cose per migliorare l'accampamento, e ne abbiamo approfittato per parlare. Lars ha scritto una lettera a sua moglie, per dirle che non è morto e che sta bene. Le ha detto quanto l'amava, quanto le mancasse, e quanto gli mancassero i loro "lupacchiotti". Albert anche ha deciso di scrivere alla sua ragazza. Le ha raccontato di com'è la nostra vita da soldati, le nostre emozioni durante le battaglie, durante i momenti di riposo e di scherzo tra di noi, durante le nostre discussioni sul nostro passato. Mentre stavamo parlando siamo passati vicino ad una specie di bar, o negozio di liquori o qualunque cosa fosse, e ne abbiamo approfittato continuando i nostri discorsi. Emmerich ci ha detto che non ha voluto scrivere nulla alla sua famiglia. Dice che non li sopporta. Devo ammettere che da un certo punto di vista sono d'accordo con lui. Neanche io avrei sopportato un padre così (permettetemi di dirlo) rompicoglioni. Però c'è anche da dire che sono comunque i suoi genitori, e dovrebbe avere sia rispetto sia affetto nei loro confronti. Ho cercato di convincerlo ad inviargli una lettera, almeno per dirgli che è ancora vivo. Ma lui niente, non ne ha voluto sapere. E ora tu, ipotetico lettore, ti chiederai "Ma tu hai scritto qualcosa a qualcuno?" Ebbene...si. E forse ho fatto una stupidaggine. O meglio, una GROSSA stupidaggine. Ho scritto a Valerie. Mi ricordavo ancora il suo indirizzo. E ovviamente non ho potuto non raccontare a quei tre curiosoni cosa era successo in quel bosco durante QUELLA notte. E indovinate un po'? Anche loro hanno detto che sono un idiota! Ma che ci posso fare. A volte noi umani siamo spinti a compiere azioni non molto razionali, mentre altre volte ne compiamo anche di troppe. Non sempre emozioni e intelletto vanno molto d'accordo, ma d'altronde...se non avessimo emozioni e intelletto insieme non saremmo umani, ma saremmo come gli altri animali. Le ho scritto tutto quello che mi è capitato da quando mi sono arruolato, qualcosa che è successa nel periodo in cui non ci siamo sentiti. Ma soprattutto le ho scritto di quando mi sono ricordato di ciò che era successo durante quella splendida e odiosissima notte. Non so come la prenderà. Potrebbe incazzarsi a morte, potrebbe commuoversi, potrebbe sorridere, potrebbe anche non leggerla, ma francamente non lo so e non mi interessa. Se sapessi tutto, che senso avrebbe la vita? Non sta a me decidere cosa sapere e cosa non sapere. A volte le cose si sanno e basta, altre volte no. Ma adesso è meglio che smetta di scrivere, gli altri stanno organizzando una partitina a carte, e non resisto all'impulso di rompere le chiappe ad Albert.
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L'amore ritrovato (CONCLUSO)
Historical FictionPremetto che questo è più un esperimento che un progetto letterario vero e proprio, una specie di esercitazione. Siamo nel 1942. E' un momento chiave della Seconda Guerra Mondiale. Le forze naziste si sono spinte fino in Africa approfittando dei t...