12 Luglio 1942

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Allora, fammi raccontare tutto con calma perché sono parecchio incazzato. Praticamente siamo riusciti ad entrare ad Alessandria e dovevamo farci strada tra i soldati inglesi in una città che era praticamente una piccionaia. Il nostro obbiettivo era catturare una piazza dove poterci accampare temporaneamente per stabilire una testa di ponte, e fortificarci li. Nel frattempo sarebbero arrivate le altre forze per continuare l'avanzata e conquistare definitivamente la città. Il nostro attacco è scattato alle 17:30. Avremmo potuto (anzi, DOVUTO) attaccare prima, ma per via del ritardo in cui eravamo (Grazie RAF, grazie) siamo stati costretti ad attaccare praticamente subito. Dovevamo dividerci in tre squadre: la prima avrebbe attaccato frontalmente e in modo duro, pesante e deciso, per attirare l'attenzione degli inglesi. La seconda squadra avrebbe dovuto aggirarli passando alla nostra destra e avrebbe dovuto attaccarli da dietro. La terza avrebbe attaccato dalla nostra sinistra aggirandoli, e unendosi alla seconda squadra avrebbe attaccato da dietro. Tutto questo per una sola piazza eh. Ora, vorrei spiegarti perché sono incazzato. Hai notato, ipotetico lettore, che per la seconda squadra ho utilizzato verbi come "avrebbe dovuto"? Ecco, non li hanno aggirati. Ora ti racconto tutto. Noi quattro facevamo parte della prima squadra. Quindi ci organizzammo insieme agli altri per come attaccare. Mentre noi cercavamo ogni singola copertura sulla mappa per non farci ammazzare tutti quanti, qualcosa ha fatto mandare all'attacco la seconda squadra prima che fosse dato l'ordine, e quegli idioti della terza hanno ben pensato di attaccare pure loro. Il problema era che la nostra squadra era rimasta indietro, e non ha distratto gli inglesi, che erano preparatissimi ad un attacco, quindi entrambe le squadre erano rimaste bloccate. Inoltre noi non potevamo neanche attenerci al piano di prima perché gli inglesi non se la sarebbero bevuta dopo questo misero fallimento. Infatti avevano fortificato ulteriormente la parte centrale mentre continuavano a decimare la seconda e la terza squadra. Per fortuna avevano pochi armamenti anticarri (ho detto pochi, non che non ne avessero, e dalle loro posizioni potevano comunque fare parecchi casini) e quindi abbiamo pensato: "Ma se hanno pochi anticarri possiamo chiamare qualche panzer per aiutarci a sfondare centralmente mentre gli inglesi saranno concentrati sulle squadre in attacco ai lati". Era una idea del cazzo. C'erano troppi rischi. Così decidemmo di attuarla. C'erano tre accessi alla piazza: due laterali e uno centrale. In quelli laterali erano bloccate la seconda e la terza squadra, in quello centrale dovevamo sfondare noi. Dovevamo percorrere un viale dove c'erano edifici abbastanza alti da poter avere una chiara linea di tiro. Avevamo due scelte: andare avanti lungo il viale mettendoci dietro i panzer sperando in che ci fossero meno anticarri del previsto, oppure noi fanti saremmo andati a caccia degli anticarri appostati ma lasciando da soli i panzer, i quali sarebbero stati un bersaglio succulento in un bersaglio cittadino (qualche mezzo pazzo inglese avrebbe potuto pensare di salirci sopra, aprire lo sportello e buttarci una granata dentro). Non siamo stati comunque così scemi da scegliere la prima. Se per una malaugurata botta di sfortuna qualche colpo avesse preso uno dei nostri panzer, non saremmo mai riusciti a salvare i nostri compagni dagli inglesi... Lars, se mai leggerai questo diario, non dire a nessuno che ho scritto compagni, ok? Ci tengo alla mia reputazione. E NON SONO COMUNISTA.. Comunque, decidemmo che noi a piedi saremmo andati dentro gli edifici a stanare gli inglesi in entrambi gli angoli della strada. Purtroppo noi 4 fummo divisi: Albert ed Emmerich andarono sul fianco destro del viale insieme ad un altro gruppo, quindi io e Lars fummo costretti ad andare con l'altro gruppo, mentre osservavamo i panzer posizionarsi all'ingresso del viale. Mentre ci stavamo preparando, io e Lars abbiamo avuto una piccola discussione su un discorso che a lui non piaceva molto: la morte di suo fratello. Ok, lo so, non avrei dovuto parlargliene in quel momento perché ciò avrebbe potuto modificare le sue prestazioni e bla bla bla. Ho uscito il discorso perché non ce la facevo più a vederlo così turbato. Sapevo che alla fine di quella discussione avrebbe condizionato di molto il suo morale, quindi scelsi le parole con molta attenzione. E' andata bene. Comunque il piano non era così schifoso come pensavamo. Non ho voglia di scrivere i dettagli dello scontro, perché sono stanco e non c'è stata nessuna novità. Siamo riusciti a sfondare soprattutto perché c'erano pochi anticarri ed era stato facile eliminarli, dopodiché i panzer si sono divisi e sono andati a prendere le postazioni inglesi alle spalle. Il resto del tempo lo abbiamo passato a sistemare il campo base, trasformando la piazza in una specie di campo profughi. Ho finito da circa una mezz'oretta, e l'ho passata aggiornandoti. Ho riletto ora l'inizio, e mi stupisco di come mi fossi incazzato a ripensare alle cose da raccontarti e di come adesso io sia completamente rilassato e anzi soddisfatto. Parlando con gli altri oggi mi sono reso conto di come stiamo cambiando ogni minuto che passa. Stiamo cambiando tutto. Carattere, idee, pensieri, addirittura vediamo diversamente i ricordi e cambiamo le emozioni che avvertiamo quando le ricordiamo. E' questa la presa per il culo della vita: il fatto che non hai nessuna certezza. Neanche di ciò che è passato. Che bella fregatura vero?

L'amore ritrovato (CONCLUSO) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora