6 Luglio 1942

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Oggi non è successo praticamente nulla di interessante. Stranamente gli inglesi non hanno attaccato. Forse perché si dovevano riprendere dalla stanchezza o perché dovevano fortificarsi. Francamente, non mi interessa. Possono andare a farsi fottere tutti quanti. Non avendo nulla da fare io e gli altri ci siamo messi a fare le stesse cose di ieri sera: giocare a carte. Stavolta mi sono messo d' impegno. Ho battuto sia Lars che Emmerich, e rimaneva solo Albert. Diciamo che non è andata molto bene e che rivoglio indietro il mio orologio. Come se lui non ne avesse già abbastanza. Non ho idea di come faccia ad avere così tanto culo. Comunque non avendo molto da fare ci siamo messi a parlare delle nostre vite prima di arruolarci. Lars ha raccontato di essere un operaio, e questo spiega la sua corporatura robusta. Ci ha parlato di sua moglie, di come si sono conosciuti, di come si sono innamorati, sposati. Era felice non ricordare queste cose. E poi, con una tenerezza infinita ci ha parlato dei suoi due figli: un maschio di nome Joseph, di 9 anni, e una femmina di nome Caroline, di un anno più grande. Ci ha anche fatto vedere una loro foto. E' veramente una bella famiglia. Si vede ontano un miglio che gli mancano, e che vorrebbe rivederli al più presto. Dopo è toccato ad Albert di raccontarci di lui e della sua vita. Ha detto che appena ha finito gli studi si è arruolato, anche se la sua fidanzata non voleva. Era sia così tanto curioso per la guerra così tanto decantata dai giornali, sia perché era veramente devoto alla causa nazista, credendo fermamente nei suoi ideali. Ora sa che la guerra non è niente di glorioso, e sa che in realtà la causa nazista in cui tanto credeva non è altro che pazzia pura. Poi è stato il turno di Emmerich a raccontarci cosa facesse prima della guerra e perché si fosse arruolato. Lui è figlio di un ex militare e per il padre era un obbligo che anche suo figlio si arruolasse. Ovviamente dopo la fine degli studi. E quindi eccolo qua, a dover combattere una guerra di cui non gli importa, a dover fare un lavoro che non gradisce, a dover sottostare al desiderio di un padre (fin troppo) autoritario, e a dover combattere per la sua sopravvivenza.Poi ovviamente è toccato a me. Dopo che mia madre mi abbandonò in quell'orfanotrofio schifoso, fui costretto a crescere la. Per fortuna dopo un po mi adottarono, e crebbi in una famiglia piuttosto benestante.Ma...francamente, io volevo solo andarmene. Non riuscivo a chiamare"mamma" o "papà" quelle povere persone. Gli volevo bene, ma non riuscivo a scorgere in loro una qualsivoglia figura genitoriale. E questo condusse a continui contrasti. Appena ho avuto l'occasione, sono andato via da quella casa. Mi sono arruolato per sfuggire ad una sofferenza, ma ne ho trovata un'altra che risiede nella guerra, nella perdita di alcune persone a cui ho imparato a voler bene. Ogni persona che ho conosciuto fino ad ora, ben prima che conoscessi Lars, con cui ho stretto rapporti in questa guerra del cazzo eho perso in modi orribili mi ha ormai lasciato il segno. Ed è un segno che non posso togliere. Adesso mi sono rotto i coglioni di questa cosa. Voglio che Lars incontri di nuovo sua moglie, che Albert sposi la sua fidanzata, che Emmerich possa realizzare un sogno che sia suo e non di un'altra persona. Io non ho potuto fare nessuna di queste cose. Non permetterò che falliscano come me. Devono riuscire dove io ho fallito miseramente    

L'amore ritrovato (CONCLUSO) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora