Capitolo 25

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"Non so come faccio ancora ad entrare in questo," il petto di Louis è chiuso. Era un vestitino nero, lungo fino alla coscia superiore. Aveva indossato questo vestito ad uno degli appuntamenti che aveva avuto con Harry, avevano mangiato del cibo francese in un ristorante di un amico del boss.

Gli mancavano le mutandine abbinate, in satin. Erano tra le sue preferite, celeste per l'area del sedere e del davanti, merletto sui fianchi, poichè il raso non è elastico.

Avevano fatto il miglior sesso quella notte, in una stanza d'albergo che sovrastava la città in cui vivevano. "Sei bellissimo come sempre," gli disse Harry e Louis si voltò, dando così le spalle allo specchio. "Ed io ho queste," le mutandine che Harry gli aveva rubato.

Louis allungò una mano e toccò le soffici mutandine, celesti con il merletto nero; reggendo il leggero peso tra le mani il ragazzo guardò Harry con le ciglia bagnate, le lacrime che minacciavano di uscire. "Le hai tenute?" domandò Louis e Harry annuì, muovendosi in avanti per tirare il ragazzo fra le proprie braccia. "Perchè le hai tenute per così tanto tempo?" domandò nel petto di Harry, la voce attutita, e Harry rise sofficemente, allontanandosi per baciare Louis sulla fronte.

"Perchè sapevo che un giorno le avresti rivolute indietro," rispose mentre riprendeva l'indumento, una mano sul fianco di Louis per invitarlo a voltarsi nuovamente verso lo specchio. "Zayn ha inoltre le tue scarpe conservate, io ho quelle che hai indossato con questo vestito," informò Harry inginocchiato, le mutandine mantenute aperte con le sue dita.

Louis sollevò un piede e permise ad Harry di iniziare a infilare le mutandine lungo le sue gambe, infilando un piede dove appropriato. Il raso era fresco e il merletto sensuale mentre scorrevano lungo le gambe del ragazzo, le cosce, poi si sistemavano sul sedere e sui fianchi. "Bellissimo," disse dolcemente Harry alzandosi, sistemando il vestito, e sistemando le sue mani sui fianchi di Louis mentre guardava il riflesso dell'esile ragazzo nello specchio.

"Pensi che sia pronto?" domandò Louis e Harry guardò il ragazzo nello specchio.

"Solo tu puoi rispondere a questa domanda, ma personalmente? Sì. Sei andato così bene ultimamente e , come tu hai detto, vuoi tornare alla normalità," questo era normale. Louis che indossava vestiti come questo era normale. Si voltò e prese i tacchi che Harry aveva sistemato di lato e se li infilò, guadagnando centimetri, gli occhi erano ora sulle labbra del boss della gang

"Okay, facciamolo," Louis aveva pianificato, per giorni, con Harry questa cosa.

Un appuntamento e sesso.

La relazione tra Louis ed Harry aveva ruotato intorno al sesso quando si erano appena incontrati, e fin quando Louis era.... sparito per un po'. Louis la rivoleva indietro, voleva essere dominato nel modo giusto.

Era solo preoccupato che i ricordi potessero tornare e rovinare tutto. Che avrebbe dovuto allontanarsi e fermare tutto perchè Harry stava facendo qualcosa che portasse indietro tutti i ricordi.

Louis era frastornato quando salì sulla macchina costosa di Harry, sentendosi costoso lui stesso, avendo un uomo dall'aspetto costoso al suo fianco sul sedile del guidatore, che aveva posato una mano sulla sua coscia nuda, un orologio costoso freddo in contatto con la pelle calda del ragazzo.

Gli piaceva la roba costosa. Louis amava la sensazione di potere che dava. Si sentiva potente, come se avesse dovuto tenere la testa alta, come se se fosse trasalito per i rumori forti, avrebbe potuto ricevere occhiate strane che non avrebbe ricevuto se fosse rimasto saldo.

Louis non voleva rovinarlo, sapeva che se avesse lasciato che i suoi pensieri avessero la meglio, avrebbe avuto un attacco di panico e l'intera notte sarebbe stata rovinata.

Avevano una prenotazione ad un ristorante ed un hotel, lo stesso dove erano andati quella notte tutti quei mesi fa. La calda notte d'estate evitò che Louis sentisse freddo uscendo dalla macchina, la mano tra quella di Harry mentre l'uomo lo aiutava a raddrizzarsi. "Sarai quello su cui le persone fantasticheranno," sussurrò Harry in un orecchio di Louis, le calde labbra a sfiorare il lobo del suo orecchio.

Persone si erano voltate a guardare Louis premuto contro il petto di Harry con una larga mano sulla parte inferiore della sua schiena, mentre l'uomo pronunciava un piccolo, quieto discorso di incoraggiamento su quanto fosse bellissimo. Quanto fosse fortunato ad averlo tra le sue braccia quella notte. Un finale 'ti amo' ed Harry si allontanò, prendendo la mano graziosa di Louis mentre guidava entrambi verso l'entrata dove il valletto si sarebbe preso cura della macchina.

Vennero scortati al loro tavolo velocemente e Louis sorrise una volta sistematosi. Il ristorante era vagamente illuminato e Louis si rilassò nell'ambiente calmo. Non era troppo rumoroso, abbastanza costoso affinchè nessuno portasse bambini ed ognuno si comportasse con rispetto. Nessuno si intrometteva in conversazioni altrui ne origliava, e nessuno guardava qualcun altro per troppo tempo.

Si tolse le scarpe, ma tenne i suoi piedi appoggiati in caso dovesse rinfilarsele velocemente. Ordinarono e il loro cibo venne portato loro velocemente, la cameriera posò anche i loro drink.

Mangiarono in silenzio, non volendo parlare troppo poichè il ristorante intorno a loro era silenzioso. Louis alzò lo sguardo dal proprio piatto per trovare Harry che lo fissava, un gamberetto sulla sua forchetta, che stava allungando verso Louis affinchè egli la assaggiasse. Il ragazzo arrossì e si abbassò in avanti per mangiare il dolce, ma saporito, gamberetto dalla forchetta dell'uomo. "E' buono," mormorò Louis, sorridendo mentre inghiottiva.

Louis iniziò ad innervosirsi leggermente solo quando Harry pagò il conto e si alzò er lasciare una cospicua mancia sotto il suo piatto cosi che nessuno si avvicinasse e la prendesse prima che la cameriera potesse notarla. Louis prese la mano dell'uomo mentre uscivano, il sole che stava tramontando, rosso ed arancione illuminavano il cielo.

"Ho una prenotazione in un hotel," iniziò Harry una volta che erano in piedi alla cima degli scalini che portavano al ristorante, aspettando che il valletto portasse loro la macchina di Harry.

"Oh?" Louis si leccò le labbra.

"Non ero sicuro se volessi andare a casa o se preferissi stare fuori," Harry aggiunse e Louis sorrise, annuendo.

"Penso che voglio rimanere fuori" rispose, guardando la macchina di Harry avvicinarsi e parcheggiarsi davanti a loro. Si chiedeva cosa stesse pensando Harry di tutto questo, come si sentisse per il percorso di guarigione di Harry, come stesse e cose del genere. Un braccio si avvolse intorno alla vita di Louis, tirado il ragazzo contro il fianco di Harry per un abbraccio prima di scendere le scale ed entrare in macchina.

"Non voglio che tu ti senta come se io ti stessi spingendo a fare qualcosa," ammise Harry e Louis deglutì, premendo le mani contro il suo vestito che era sulle cosce una volta che erano entrambi seduti nella macchina.

"So che non mi stai facendo pressione, so come dire no," iniziò Louis, poi sospirò. "Non so. Lo voglio, veramente. Voglio andare avanti, guarire, e andare oltre quello che mi è successo. Non voglio essere la vittima per tutta la vita," Louis parlò enfaticamente ed Harry iniziò a dirigersi verso l'hotel, non dicendo nulla mentre il ragazzo continuava, "Non posso essere bloccato in quel capitolo della mia vita. Ho solo vent'anni, non posso rovinare il resto della mia vita per quello che altre persone hanno pensato di poter fare col mio corpo. Ho il controllo!" Louis sfregò le dita tra i suoi capelli, togliendosi le scarpe violentemente, mentre Harry ascoltava. "Voglio un bambino; rivoglio la mia vita indietro. Voglio sistemarmi, sposarmi, avere una famiglia," terminò.

"Farò del mio meglio per darti tutto questo," rispose Harry mentre svolava nel parcheggio del largo e costoso hotel.

"Non voglio che tu provi a darmi tutto quello che voglio," disse Louis all'uomo mentre parcheggiava e spegneva la macchina. "Voglio che venga il più naturalmente possibile, come aveva fatto in precedenza," sorrise all'uomo che si allungò e prese una mano del ragazzo tra le proprie.

"Ti amo" disse all'esile ragazzo e Louis si abbassò oltre la console centrale per baciarlo.

"Anche io ti amo, ora andiamo a far pratica nel fare un bambino," con un occhiolino, l'esile ragazzo era fuori dalla macchina.

Season Change {Larry Mpreg}- (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora