Lights

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«Gerard sono a casa!» esclamò Frank richiudendosi la porta alle spalle. L'appartamento era vuoto e silenzioso. Non ottenne alcuna risposta.

«Oh fantastico, sono da solo.» constatò, buttando la cartella lavorativa sul divano. Be', essere da soli poteva significare un attimo per se stessi. Magari si sarebbe potuto fare una bella doccia calda e rilassarsi un po' sul divano guardando qualche vecchio film... Sì, poteva anche essere positivo.

Già assaporando la sensazione dell'acqua bollente a sciogliergli i muscoli indolenziti attraversò il salotto e si diresse in corridoio, poggiando la mano sull'interruttore. Cliccò. Ma la luce non si accese.

Accigliato, Frank lo fece scattare di nuovo, ma ancora questo non reagì.
Sbuffò. «Perfetto, si è pure fulminata la lampadina.» Addio doccia calda insomma. Frank ripensò velocemente a dove erano tenute lampadine di riserva e le scale e si rimboccò le maniche. Finché Gerard non fosse tornato sarebbe toccato a lui.

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«Frank tesoro, sei a casa?» domandò Gerard appena ebbe messo piede nell'appartamento. «Frank?»

«Sono qui.» gli rispose qualcuno dal corridoio con un tono accigliato. Gerard sorrise al sentire quella voce. Attraversò il salotto ed andò al corridoio, dove dovette trattenere una risata.

«Mi sono per caso perso qualcosa?» domandò, arricciando un lato della bocca in un mezzo sorriso. Frank era appollaiato sul gradino più alto della scala metallica a braccia conserte, un'espressione di furore dipinta in faccia e una lampadina poggiata là accanto. Se non fosse stato per la luce della cucina accesa il corridoio sarebbe stato immerso nel buio.

«Si è fulminata la lampadina.» replicò secco il minore. Gerard capì, e stavolta la risata non riuscì a trattenerla.

«Non dirmi che non riesci ad arrivare alla plafoniera?» chiese tra una risata e l'altra.
«Non. Ridere.» lo fulminò con lo sguardo Frank, ma Gerard scosse la testa e rise ancora.
«Va bene che la scala ha solo tre pioli, però...» fece una pausa, poi sorrise al suo fidanzato. «Dài, scendi da lì, ora ci penso io.»

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«Non è giusto, solo perché tu sei più alto.» si lamentò Frank mentre Gerard scendeva dalle scale tenendo la lampadina rotta in mano. Fece scattare l'interruttore, e la luce si accese con un lieve ronzio. Sorrise soddisfatto, poi si girò verso Frank e gli lasciò un bacio che fece spuntare un sorriso anche sul viso dell'altro.

«E tu sta' zitto, ché sei perfetto così.»



















Cosa senza senso ritrovata nelle note.
Ma ehi, sono carini. //hxpelessaromantic

Demoliton lovers //Frerard One-ShotsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora