Capitolo VIII

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Oggi è stata una lunga giornata. Abbiamo fatto grammatica per due ore e mezza e poi abbiamo letto un brano di antologia. La terza ora era un casino! C'era la verifica e abbiamo perso mezz'ora a discutere con il prof se ci da' i risultati. E abbiamo vinto noi ci ha dati i risultati,ma comunque la verifica era troppo difficile e quindi ci siamo aiutati a vicenda , insomna abbiamo copiato. È questo 'il lavoro di classe' no?! Alla ricreazione siamo e c'erano alcuni che giravano per i banchi a vedere i risultati. Ho fatto 6 problemi di geometria su 11. Credo che è sufficiente. La quinta ora è andata buca , perchè la prof non c'era. È venuta una di sostituzione, è simpatica. Ha gli verdi e i capelli biondi, indossa: una gonna lunga fino alle ginocchia, una sciarpa a colorata con i fiori e tacchi alti. Ci ha detto che possiamo parlare a bassa voce. Andrea è andato al primo banco perchè Margherita è andata a casa durante la verifica. Quindi non aveva nessuno con cui parlare. Mi fissa , ma io lo ignoro. Continua a fissarmi , finchè mi arrendo e mi giro domandandogli << Su avanti. Dimmi cosa vuoi?>> sbuffo mentre parlo. Fa una risatina corta e mi fa << Com'era la tua vita in Bangladesh. Eri meglio lí o qui?>> Bangladesh! Perchè mi fa questa domanda e cosí all' improvviso?
Non so cosa rispondere riamango in silenzio per un po' a pensare. Poi gli chiedo <<Sei cosí paziente da ascoltarmi fino in fondo? Perchè sappi che è una storia lunga e difficile da capire per uno come te.>> mi guarda ragionando e poi mi fa <<Sí. Non importa quanto è lungo, voglio solo sapere com'eri.>> <<Ok allora...>>.
<<Sono nata il 18 gennaio in Khulna. Mia mamma mi diceva che ero bianchissima come il latte. Quando mi portarono dai miei parenti erano felicissimi! La nonna Farida ( mia nonna materna), il nonno Asgor ( mio nonno materno) , la nonna Johora ( un'amica della nonna Farida), il nonno Matin ( mio nonno paterno), la nonna Golenahar ( mia nonna materna), la zia Poly ( sorella di mia mamma), suo marito Reza{ khalu}[= in benglase è il nome con cui viene chiamato il marito della zia materna], lo zio Ashique ( fratello di mia mamma) , lo zio Johnny ( figlio maggiore della nonna Johora ,adesso morto) e lo zio Shanto ( figlio minore della nonna Johora). Mi portarono a casa e mi crebbero con tutto l'affetto e l'amore che avevano. Specialmente la nonna Johora. Quando avevo circa 3 o 4 anni, mio nonno viene colpito dall' Ictus , perció mio padre dovette venire qui, rinunciando alla sua carriera da giocatore. Mio zio peró continuó a giocare. Ma nel 2007 nel 26 marzo fu l'ultima partita della sua vita. Uscí quel giorno promettendo alla nonna che sarebbe tornato a casa subito dopo la partita. Ma invece quando vinsero la partita , i suoi amici gli costrinsero ad andare a pranzare da un'altra parte e anche per celebrare la loro vittoria. Stavano andando in moto. Mio zio era con un giocatore di nome Rana. A un certo punto si trovarono davanti un'ambulanza, erano distratti, non ci hanno fatto caso; si scontrarono su un ponte e poi l'ambulanza li portó all' ospedale. Non ci sono andata perchè ero piccola , quindi sono rimasta a casa. Quando seppi che era morto mi venne un colpo al cuore. Era una persona incredibile e mi amava prorio come sua figlia; non si meritava una morte cosí tragica! Poi la zia Elvis( sua moglie , mia zia) si sposó con un altro. E dopo qualche annon passó via anche mio nonno Matin. Papà rimase da solo, noi siamo la sua unica ragione di vita, ci tiene tanto a noi , a me e mia sorella e perció si aspetta tanto da noi. Andavo in asilo e avevo anche un amico. Il mio primo e migliore amico: Arman. Passavamo tutto il tempo insieme e sua mamma era la mia maestra , la mia preferita Roxana ma'am! Anche mia mamma lavorava lí come insegnante. Dopo che papà se ne era andato e anche mio zio era passato, mia mamma decise di andare a vivere in Dhaka, i soldi non bastavano e voleva anche un bel futuro per me. È stato quello il giorno in cui mio nonno era morto. Siamo tornati indietro quando eravamo già lí. Poi dopo qualche giorno siamo tornati a Dhaka. Siamo stati qualche giorno dalla zia Poly a Kajipara e poi ci siamo trasferiti nella nostra nuova casa a Shewrapara. Andavo a B.F. Shahin college , la mia scuola. Lí incontrai Orin. La mia migliore amica dopo Arman o forse lo era. Perchè dopo che son venuta in Italia non ci siamo piú viste io ero anche ritornata. Ho studiato lí fino alla 2^ elementare. Avevamo fatto la domanda per il visa per Italia e ci era anche arrivato. Avevamo lasciato la nostra casa e ci siamo mossi da zia Poly. Un giorno peró la mamma e la zia avevano avuto un litigio ,perció mi ha preso la mano e si è scaraventata verso l'uscita. Piangeva. Ci fermiamo su un bus stop e lei parlava sul telefono con papà e poi con un signore che ci procuró una casa, mamma lo ringrazió e siamo andati subito lí. Firmiammo il contatto e trasferimmo tutta la nostra roba lí. Era un posto sporco. Sporchissimo! Era come la spazzatura. Sporcizie dappertutto. Yuck! Facevo anche un corso di nuoto. La mia scheda era : andare a scuola, tornare a casa, preparare il pranzo a sacco e andare a nuoto. Finito la lezione , pranzare, tornare a casa studiare e poi di sera uscire per una passeggiata insieme alla mamma. Non avevamo la televisione , avevamo solo un computer peró non c'era internet; mamma lo usava per lavorare; lavorava in un call center di Graminphone. Di sera faceva una brezza leggera ma rilassante. Le strade erano sempre ricoperte di gente. Mi ricordo che c'era un' anziana che sedeva vicino a un palo e faceva degli ottimi 'Bhapapitha' ( un dolce tradizionale del Bangladesh). Le mangiavamo ogni giorno erano deliziosi. Dalle nostre condizioni... Per noi era l'unica cosa buona. Poi siamo venuti qui in Italia e tutto il resto... Telo dico un altro giorno.>> conclusi.
<<Adesso decidi tu dove sono piú felice.>> fisso la mia mano sul suo banco e la tolgo subito perchè so che non gli piace , insomma io non gli piaccio. Mentre lo tolgo sento due gocce cadere lentamente sulla mano facendomi avere la pelle d'oca. Oó! Non è possibile. Lo guardo in faccia. Piange! Ma a di rotto. Il suo naso è rosso come un pomodoro, la faccia rigata di lacrime e gli occhi rosso come il fuoco. Fa paura! Non l'ho mai visto piangere in questo modo. Prima che gli possa dire qualcosa , suona la campanella. Prende le sue cose e esce con gran frettta. I suoi amici gli chiedono cos'è successo con gran preoccupazione , ma non li risponde. Si gira a guardarmi, cerca di venire verso di me. Forse vuole dire quella cosa che stava cercando di dirmi anche quel giorno. Ma fa un passo indietro quando vede arrivare Victoria. Si volta e se ne va, cerco di fermarlo, ma non ci riesco. Non ho alcun diritto , l' ho fatto piangere. Sono stata una sciocca! Lo sapevo che non avrei dovuto raccontargli questa storia. Ma l'ho fatta e ora piange. Mi faccio i complimenti di detesto per averlo fatto piangere e mi dirigo verso casa con Victoria.

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