Transizione

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-Aslan!-
Dei passi corrono veloci, una porta si spalanca.
-Ehi!-
-Non ne posso più!-
-Ehi ehi, Ron calmati-
-No!-
-Non risolvi niente agitandoti, okay? Okay- disse abbracciandolo stretto, dondolandosi e accarezzandogli i ricci.
Lo aveva trovato accartocciato su se stesso, le mani a coprirgli il volto e singhiozzante, non riusciva a respirare bene... la situazione della madre, Damon che complicava le cose... Ron aveva sempre avuto attacchi del genere, autodistruttivi, perché si sentiva solo, non amato.
Sembrava andare in pezzi con pochissimo.
-Ron, è tutt'okay!-
-Non è vero...- sussurrò continuando a dondolare fra le sue braccia.
-Ehi, la mamma sta bene, io sto bene e sono qui, ti prego Ron calmati, non costringermi a chiamare il pronto soccorso!-
-Che cosa vuole? Perché prima mi cerca poi mi lascia come un cretino, solo, deluso, poi ci vediamo a scuola e mi cerca di nuovo! Perché pretende da me l'indifferenza! A così poca considerazione di se stesso? Si vuole così male? Perché non posso credere che gli faccia piacere di essere trattato con strafottenza, non lui-
Forse era giunto il momento di fare qualcosa, lui l'aveva capita da se la propria stupidaggine con Cyrus, ma Damon... Lui che andava a letto con Ron non poteva non capire.
-Ron, ti avviso che da oggi in poi non lo voglio vedere più in questa casa, non sono disposto a vederti in questo stato per colpa sua, sono consapevole che ha i suoi problemi, ma anche noi ne abbiamo e non può scaricare i suoi su di te, o impara che tu sei un ragazzo e non un oggetto sessuale oppure sparisce, altrimenti lo andrai a trovare al cimitero- parlò chiaramente, stizzito e preoccupato per quel ragazzo così dolce, bello, delicato, distrutto e fra le sue braccia.

Il mattino seguente fu stesso Aslan ad accompagnare il fratello a scuola con la promessa di prelevarlo all'uscita e con mille raccomandazioni su Damon.
Lo sapeva che lo faceva per il suo bene ma lui era troppo debole per potersi staccare da quel ragazzo...
Lo avrebbe ignorato nuovamente ma non era convinto di reggere ancora a lungo.
-Buongiorno bellissimo-
Una voce calda, dolce e amorevole, un buongiorno che ti scalda il cuore gli arrivò dritto alle orecchie facendolo sorridere riconoscente ma non di felicità -Ehi- si girò verso la figura alta.
-Era tuo fratello quello li?-
-Si, è tornato dalla tournée quindi ora lo avrò tutto per me per un bel po'- sorrise. Una cosa positiva almeno c'era.
-Allora con lui hai un bel rapporto-
-Si-
-Hai studiato?-
-Certo!-
-Chiedo perdono, non avrei mai dovuto dubitare di sua maestà Ailey- scherzò.
-Non prendermi in giro!- brontolò.
Alzò le mani in segno di resa -Non mi permetterei mai!- trattenne a stento una risata.
-Stupido!-

Durante la lezione di architettura si erano seduti vicini e dopo qualche minuto passato incollati sullo stesso foglio, Ron intento a spiegare ad Isac come impostare il disegno, qualcuno entrò in classe spezzando il mezzo silenzio dell'aula.
-Buongiorno!- si presentò un elegantissimo Damon, con un foglio in mano e la borsa nell'altra poggiata sulla spalla.
-Signorino Brown, bentornato, è stato per caso malato?-
-Si, questo è il permesso, scusi l'orario.-
-Si figuri, prenda posto. Signorino Ailey, visto che sta già spiegando l'esercizio al signorino Frenk quando ha finito potrebbe spiegarlo anche al signorino Brown?-
Cazzo! -Certo- rispose mestamente.
Isac lo guardò dubbioso, ma non disse nulla, continuò a seguire la spiegazione dopo di che prese matita e righello pronto a mettersi all'opera.
Ron invece si avviò sospirando verso Damon, già pronto per mettersi all'opera.
-Allora...-
-Perché non lo scrivi e me lo passi? Così eviti di dovermi parlare- lo interruppe, usando un tono neutro, indecifrabile.
Gli fece comunque rabbia. Non erano bambini, e lui non era in torto, non doveva certo scappare.
-Parti da una circonferenza di diametro a piacere, poi prendi il punto che divide a metà e puntando sul centro, trova i due punti laterali che ti serviranno per tirare la retta...- cominciò istruendolo sui vari passaggi.
La spiegazione andò liscio come l'olio fino a quando Damon non decise di aprire bocca.
-Hai davvero intenzione di chiudere la nostra amicizia?-
-Potremmo evitare in questo momento?- rispose stizzito.
-No, voglio sapere cosa devo fare o pensare, se devo escluderti dai miei piani o meno.-
-Perché se ci sono o meno nei tuoi stramaledettissimi piani cosa cambia? Sono solamente un cazzo di sfogo!- digrignò fra i denti per non farsi sentire.
-Perché non dici che vuoi chiudere se mi odi così tanto?-
-Aslan non vuole più vederti, quindi...-
-E tu cosa vuoi?-
-Cosa vuoi sentirti dire? Che voglio continuare a scopare con te? Non avrai mai questa soddisfazione, io non dipendo da te Damon.-
-Continui a ripeterlo, perde significato- sorrise strafottente.
-Non sei nella posizione di poter scherzare Damon, non sono più disposto a sopportarti-
Lo vide sospirare -Grazie Ron, ho capito- disse infine, lasciandolo di stucco.
Finiva così? A cosa era servito quello scambio di battute?
Perché tutt'un tratto sembrava il Damon vulnerabile di anni prima? Quello cupo, chiuso e deluso dal mondo?

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