Aveva sentito la porta di casa sbattere, adesso sentiva la porta della sua stanza aprirsi e vide una crocchia scomposta rossa fare capolino da dietro, seguita da un corpo esile fasciato da una camicia da notte lillà, che era sua sorella, mezza addormentata.
-Sta piangendo- sospirò.
-Io prima o poi lo ammazzo!-
-Non puoi, ti somiglia, io non ho ammazzato te quando facevi le stesse cose a Cyrus-
Sospirò affranto -Potreste evitare tutti quanti di ricordarmelo? Mi uccidete ogni volta-
La sorella sorrise -Hai ragione, scusa, ma proprio tu non puoi giudicarlo- lo abbracciò -Va da lui-
Così si ritrovò alle due del mattino ad aprire la stanza del fratello e a prepararsi per l'ennesima notte in bianco.
-Ron?-
-Vattene via! Gesù! Lasciatemi in pace...- singhiozzò nel cuscino.
-Non è meglio abbracciare tuo fratello che un semplice cuscino?- si avvicinò e sedette al suo fianco, ritrovandoselo addosso in un secondo, tremante e scosso dai singhiozzi.
-È un idiota, cretino, stupido, demente! Non capisce un cazzo!- urlò.
-Ne vuoi parlare?-
-Ti arrabbi- provò ad essere ironico, senza riuscirci.
-Dimmi, non lo farò, altrimenti a quest'ora ero già in macchina-
-Lo abbiamo fatto senza preservativo, mi sono arrabbiato, perché la prima regola che io stabilii quando decidemmo di scopare era, che in assoluto non sarebbe dovuto mancare il profilattico, e quell'idiota come se n'è uscito secondo te? "Non l'ho mai fatto con nessuno senza! Non corri certo pericoli!" Ti rendi conto? Secondo lui io mi preoccupo che non mi passi qualche malattia! Mica pensa che io volessi farlo senza con la persona che amo!- si sfogò.
Il fratello lo guardò leggermente stranito.
-Perché diavolo mi guardi in quel modo!- sbottò.
-Beh, in effetti è lui che ami- si grattò la nuca non sapendo come prendere in quel momento il fratello.
-Cosa centra! Noi siamo solo scopamici! Io ci sarei arrivato solo se magari...- gli morirono le parole in gola, mentre gli occhi continuavano a riempirlo di acqua.
-Potresti guardare il lato positivo della cosa, sei il primo con cui lo fa senza- provò Aslan.
-Sei proprio identico a lui! Due celebrolesi allo stato brando!- sbottò fuori di se.
No, qualcosa gli diceva che non lo stava affatto aiutando.
-Scusa! Ma io non ti capisco, lo ami, sei l'unico con cui l'ha fatto senza, non ti passa certo qualche malattia... io non vedo quale sia il problema-
Ron a quel punto sembrava sul punto di sbranarlo, ma l'entrata della sorella lo immobilizzò.
-Il problema, Aslan, è che l'assenza del preservativo è una scelta fatta da una coppia, nel momento in cui i soggetti raggiungono una fiducia reciproca, un legame profondo, si decide di "possedersi". Sei gay, dovresti capire queste cose, tu usi il preservativo con Cyrus? E se non lo usi non lo facevi nemmeno prima di lui?-
Aslan rimase un po' imbarazzato dalla schiettezza della sorella, così come anche Ron che era diventato un tutt'uno con i suoi capelli.
-No! Io l'ho sempre usato, ho smesso un anno fa, qualche mene dopo il fidanzamento-
-Perché lo amavi e volevi essere completamente suo, no? Volevi marchiarlo- continuò.
-Ovvio, è il mio ragazzo-
-Appunto, Ron e Damon non sono fidanzati, solo scopamici, ci arrivi adesso?-
-No-
-Lascia stare Susan, è un idiota- sospirò avvolgendosi nelle coperte del suo letto.
-Però anche tu stai esagerando, ormai è fatta, pensa al fatto che comunque sei il primo con cui succede e che comunque lo hai fatto col tuo futuro ragazzo- sorrise.
Scosse la testa poco convinto e si stese nascondendosi sotto le moltitudini di coperte."Ehi infame! È una settimana che non usciamo, il progetto l'hai finito?"
Era Isac che gli scriveva un messaggio.
Aveva passato tutta la settimana con Damon e aveva trascurato il suo amico.
"No, ma stasera mi piacerebbe vederti, che dici se ti organizzi e resti da me?" Propose senza pensare.
"Ci sto!" Rispose immediato.
Ridacchiò e posò il cellulare in tasca, chiuse l'armadietto e nel girarsi si ritrovò il viso di Damon a qualche centimetro dal suo, leggermente chinato, si poggiò con un braccio al mobile dietro di lui e lo guardò serio -Dobbiamo parlare- mormorò guardandosi intorno.
-Non ne ho voglia- rispose il rosso evitando di guardarlo in faccia, gli sembrava di vivere un Déjà-vu.
-Ron ti prego!- insistette nervoso.
-Ho detto che non ne ho voglia, lasciami in pace e tu rifletti bene su quello che è successo- sussurrò.
-Ron, sono disposto a baciarti, qui, ora, davanti a tutti, ma devi ascoltarmi-
Sorrise senza volerlo, ironico -Certo e io ci credo- ma d'istinto portò una mano sul suo petto e lo fermò con durezza, sentendo che premeva per avvicinarsi.
-Va bene!- sbottò -Ti ascolto santo dio!-
Sorrise trionfante, si staccò di poco da lui e prendendolo per un polso lo trascinò in cortile, ovviamente facendogli saltare l'ultima lezione della giornata... storia.
Tutto sommato preferiva di gran lunga litigare con Damon che ascoltare quella psicopatica spiegare stupide guerre di cui non se ne frega una mazza.
Si sedettero a terra, sull'erba e in un posto... Familiare? Iniziò a guardarsi intorno cercando di carpire qualche segno di riconoscimento, ma non ricordava nulla in particolare, semplicemente aveva la sensazione di esserci già stato.
-Hai sempre avuto una pessima memoria- scherzò il nero, steso sull'erba a guardare le nuvole, sorridendo, a braccia incrociate sotto la testa.
-C-cosa?-
-Si, ci sei già stato, era il nostro posto di ricreazione al primo anno, quando venivamo qui ad ascoltare il vento, a prendere il sole o bagnarci sotto la pioggia e poi quando rientravamo ci beccavamo dei "Certo che sono strani forte quei due"- sorrise e Ron realizzò.
-Ma qui c'era un albero!- sbottò -E... E...-
-Incidemmo le nostre iniziali- sorrise di nuovo, si alzò e avvicinò al rosso.
-La scuola cambia, si espande e il nostro giardino lo hanno un po' modificato al terzo anno ricordi?-
Annuì.
-Abbatterono l'albero e beh, mi sentii abbastanza abbattuto anche io quel periodo, specialmente perché tu non ci facesti proprio caso-
-Oh, Dam mi...-
-Non importa, sei uno smemorato, ci ho fatto l'abitudine. Parliamo del presente però-
E Ron tornò a rabbuiarsi, lui smemorato? Dio! Come aveva potuto dimenticarsi di quell'albero?
Che idiota, stupido, deficiente!!
-Mi... Mi dispiace Ron, io... Non so come dirlo però...-
-Prova- sorrise incoraggiante.
Lo guardò un attimo con timore e gli prese una mano stringendogliela, come se avesse avuto paura di una sua fuga.
-Non posso dire che mi sia dispiaciuto farlo senza, perché non mi è dispiaciuto- fece una pausa cercando di scorgere qualche cambiamento in Ron -Io mi fido di te, c'è del bene in quello che facciamo, quindi io non posso essere dispiaciuto-
A Ron si illuminarono gli occhi. Del bene? O santo dio, cosa voleva significare adesso quel "c'è del bene"? Rimase però deciso verso la strada del risentito -E come la penso io non importa?- chiese.
-Certamente, ma, oltre a pensare che tu non ti fidi di me e che non vuoi legarti più di tanto non riesco a capire dove sia il tuo problema- disse mesto, aspettandosi chissà quale ramanzina.
In quel momento sembrava quasi un cucciolotto indifeso che chiedeva scusa al proprio padrone e Ron non sapeva come rispondere, se appunto sgridandolo o consolandolo.
-Certo che mi fido di te- sospirò -E di certo non mi da fastidio essermi legato a te sotto un altro punto di vista, solo che, una cosa del genere avrei voluto deciderla con la mia metà futura, con la persona con cui avrei deciso di passare la vita, tu che leggi tanti romanzi, dovresti capirlo- scherzò.
Damon si sentì in colpa, aveva tolto quella possibilità al rosso, lui effettivamente non era nessuno.
-Ehi, Damon- si preoccupò Ron.
-Mh?-
-Sei lucido e... Sei strano, non sembri tu- si avvicinò.
Abbassò gli occhi e guardò le mani di Ron poggiate sulle sue ginocchia, le prese delicatamente e se le intrecciò alle proprie.
In quel momento il suo cervello aveva iniziato a pensare a tutto quel male che ultimamente lo aveva scosso.
Se tutti dicevano che Ron era preso da lui, perché invece lui parlava di un amore futuro ed eterno come se non fosse Damon quella persona?
Se davvero voleva lui, perché pensava di aver perso quell'occasione? Anche se aveva detto che non gli dispiaceva comunque il suo desiderio era un altro.
Non ci capiva quasi più nulla.
-Dam- lo richiamò il ricciolino. Quanto amava sentirlo chiamare Dam, con quel tono dolce ma allo stesso tempo fermo, lo usava solo quando doveva rivolgersi a lui con estrema calma e gentilezza, quando finivano un rapporto e doveva reclamare le sue coccole. Stava letteralmente perdendo la testa per quella piccola bambola di porcellana che era.
-Ron, ho bisogno di sapere una cosa- disse con una nuova sicurezza.
-Dimmi-
-La persona futura con cui vuoi passare il resto dei tuoi giorni...- deglutì -...sono io?-Spazio autrice
Perdonatemi se questo capitolo è corto ma serviva così.
Spero la storia vi stia piacendo, e come per l'ERURI anche qui vi chiedo di aiutarmi a pubblicizzare e diffondere la storia. Grazie come sempre di tutto.
Al prossimo capitol
Chu~💙

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A Simple Choice
RomanceRon e Damon sono legati da un amicizia... strana. Diversi quasi in tutto tra carattere e gusti, ma inseparabili. Nonostante Damon sia insopportabile, bipolare e combina guai, Ron dolce e manipolabile non ce la fa a staccarsi da quella testa calda, i...