Avrei tanto voluto condividere tutto ciò che avevo imparato quel giorno con la mamma, che nel frattempo si interrogava sui lividi e le ferite che fuoriuscivano dai miei abiti corti.
Le ginocchia sbucciate attiravano la sua attenzione, tuttavia i suoi occhi cupi e spenti mi fissavano incessantemente senza che mi rivolgesse alcuna domanda.
Durante la cena, cercavo di distrarla raccontandole aneddoti che si sussurravano in paese e situazioni buffe che accadevano ai miei compagni di classe, tuttavia la sua attenzione era focalizzata sulle mie sbucciature e sulle mani sempre scorticate dagli innumerevoli tentativi di aggrapparmi alla balaustra, nei momenti di pericolo.
Mi sarebbe piaciuto parlarle di Lino, dei pattini e delle fortissime emozioni che provavo scivolando sulle vecchie piastrelle della pista, mentre il vento mi accarezzava i capelli e mi sembrava quasi di potermi staccare dal terreno e spiccare il volo.
Tuttavia, il pattinaggio era come un'ombra maligna che aveva sconvolto la vita di mia madre, e probabilmente costituiva la ragione della sua depressione.
Ogni sera, al ritorno dalla pista, mi apprestavo a nascondere per benino quei pattini che, probabilmente, una volta furono suoi, della giovane Marta, che ora trascorreva la quasi totalità del suo tempo a letto.
Al mattino uscivo di soppiatto dalla mia camera ed attraversavo in punta di piedi l'appartamento, stringendo forte nelle mie mani quei rollerblade. Ogni giorno era una sfida, una missione rischiosissima, quella di riuscire a raggiungere la pista senza che mia madre si accorgesse di ciò che custodivo nelle mie mani.
L'ansia mi attanagliava, al solo pensiero di ciò che sarebbe potuto accadere se mia madre avesse scoperto il mio grande segreto.
Per prima cosa, avrebbe sequestrato i meravigliosi pattini a rotelle blu ponendo fine ad ogni mia possibilità di pattinare. Inoltre, mi avrebbe senz'altro impedito di frequentare un pattinatore agonista e, non da ultimo, ci sarebbero state quasi sicuramente delle ripercussioni sul suo umore, già precario.
La situazione era già insostenibile, e ad aggravarla ulteriormente ci furono le improvvise domande di mia madre.
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Il volo dell'angelo
Teen Fiction"I miei rilucenti capelli biondi che fino ad allora avevo considerato insignificanti, sfrecciavano nel vento, come una bandiera che con fare trionfante illustra al popolo la sua magnificenza. Il caldo sole di aprile picchiava sulle nostre teste am...