Capitolo II Condizione della donna giapponese nell'età contemporanea

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1. Condizione lavorativa della donna nell'odierna società giapponese

Nella società giapponese, in questi ultimi anni, la condizione lavorativa della donna è notevolmente migliorata. Ed inoltre, potremmo tranquillamente affermare che, oggi, la donna giapponese ha acquistato una più solida dignità umana e culturale, rispetto al passato.

Innanzitutto, in Giappone le donne sono considerate il meglio della società giapponese, sotto molti punti di vista.

Infatti, nel mondo del lavoro, mentre l'uomo è molto capace e sa tutto sul settore di cui si occupa, ed è ossessionato dal ritmo di lavoro, la donna, invece, è più colta nel vero senso della parola, ed è molto più informata.

Inoltre, le donne giapponesi sono più disponibili, rispetto agli uomini, al contatto umano e culturale col resto del mondo. Sono loro che regnano sovrane a casa, e hanno la responsabilità della borsa familiare.

Nonostante ciò, nell'immaginario giapponese, la donna è stata sempre educata ad essere gentile, premurosa, consolatrice, ed inoltre, in nessun altro paese, c'è una dominanza di colore rosa in abiti femminili per tutte le età, negli oggetti per la casa, nell'arredamento, ecc.

Nell'odierna società giapponese, inoltre, la donna ha acquistato una considerevole posizione di rilievo anche nel mondo della cultura e dell'istruzione.

Infatti, il Giappone, in ambito scolastico, molto probabilmente è al primo posto nel tasso di istruzione superiore femminile. Infatti, il 95 per cento delle donne concludono la scuola media superiore, e il 35 per cento di queste arriva all'università e alla laurea.

Le donne una volta laureate hanno la possibilità di trovare subito lavoro, però con scarse prospettive di carriera. Queste giovani laureate, anche se munite dei migliori titoli accademici, il primo lavoro che fanno è di servire il tè ai loro colleghi maschi dell'ufficio.

Inoltre, una volta sposate lasciano il proprio lavoro, dedicandosi alla famiglia e, quindi, ai figli, per poi riprendere a lavorare verso i quarant'anni. Nonostante ciò, in Giappone esiste una legge sulla parità dei sessi, che tutela le donne sposate o in maternità, anche se tali provvidenze rimangono solo sulla carta, e non vengono affatto applicate nella realtà.

In effetti, le donne sposate o incinte, di loro iniziativa lasciano il proprio lavoro per non gravare sull'azienda. Purtroppo sono vittime di una mentalità che sottovaluta enormemente il loro potenziale.

Questo tipo di mentalità, unicamente a vantaggio dell'azienda, quindi, rende inapplicabile sia la normativa sulla parità sia quella più recente sulle pari opportunità di carriera.

In effetti, notiamo che il 55,9 per cento del personale negli uffici amministrativi, il 51,3 per cento nel settore dei servizi, il 43,6 per cento dei tecnici specializzati, è costituito essenzialmente da donne, ma solo il 7,2 per cento di esse riescono a raggiungere posizioni direttive. Ed inoltre, solo il 5,6 per cento degli avvocati sono donne e solo il 2,1 per cento sono commercialisti.

In Giappone, sembra che le donne nel mondo lavorativo sono tenute ad una certa distanza da grandi conti e trattative commerciali. Invece, a casa sono loro che controllano, come già detto in precedenza, la cassa familiare.

Pubblicamente subordinata al marito, la donna giapponese è padrona e sovrana della casa: decide le scuole per i figli, li guida nel loro faticoso cammino scolastico.

Inoltre, una volta lasciato il lavoro, la loro vita sociale è esclusivamente con altre donne.

Infatti, nei bar o nei ristoranti è più facile incontrare tavoli di sole donne anziché di coppie, specie marito e moglie, i quali di solito non si parlano, comportandosi come due estranei.

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