"Di nuovo seduto sopra questo divano, di nuovo senza di te.
La tv è accesa, ho abbassato il volume e aperto una bottiglia di vino.
I muri attorno a me sono tappezzati di foto di noi due, che mi ricordano di quando eravamo felici, di quanto la mia vita fosse bella con te.
C'è una foto in particolare che preferisco: una piccola istantanea, che avevamo scattato al parco, eravamo stesi sull'erba e tu tenevi la fotocamera in mano guardando l'obbiettivo, io ero rivolto verso di te e sorridevo, ammirando tutta la tua bellezza.
Era un giorno di primavera e la città era coperta di alberi fioriti e aria tiepida.
Mi raccontasti di te, e sapevo che non ti è facile mostrare le tue emozioni facilmente, ma quel pomeriggio lo facesti, quel pomeriggio conobbi il vero te, che imparai ad amare. Imparai a conoscere ogni singola parte di te e le amai tutte.
Eri speciale, non eri come tutti, ma facevi sentire speciale me, un sempliciotto del ghetto.
Ogni giorno sento di più la tua mancanza, e l'alcool, l'unico amico che mi è rimasto, non basta a toglierti dalla mia testa.
Torna,
sempre tuo,
Mickey."
L'alcool nelle sue vene era tanto da fargli recapitare la lettera che aveva scritto. Erano le tre del mattino e si rese conto dopo aver camminato per svariati chilometri, con un foglio in mano, di essere arrivato di fronte alla casa del destinatario della lettera.
Il ragazzo, in preda all'alcool, bussò alla forte porta di legno, inconscio di ciò che stesse facendo.
Dopo qualche secondo la porta si aprì per far spazio ad un'alta figura possente, che guardò all'esterno, per trovare il volto arrossato del ragazzo ubriaco che era stato il suo fidanzato.
Prima che il rosso potesse pronunciare alcun tipo di parola, il moro cominciò a parlare:"Credo di aver scritto qualcosa per te mentre ero sobrio, e allora non avrei voluto che tu la leggessi, ma adesso sono sbronzo e qui, non vedo perché non farlo." Dopo aver detto ciò rise, abbassando lo sguardo e passandosi una mano tra i capelli.
Il rosso stava attento ad ogni movimento dell' ex ragazzo, che sembrava stesse cercando di trovare le parole adatte, e contemporaneamente l'equilibrio per non cadere.
Continuò il suo discorso, dicendo:"Mi manca tutto di te, dal tuo sorriso strafottente, a quell'aria da duro che hai.
Non ho intenzione di lasciarti andar via, nessuno dei due lo vuole." Fece una pausa, la voce incrinata e gli occhi lucidi gli davano fastidio.
Si schiarì la gola e guardò per qualche secondo in alto, osservando il cielo stellato che stava assistendo alla scena, sottofondo del loro incontro.Riprese a parlare dopo aver salutato le stelle:"E' San Valentino e oggi più degli altri giorni la tua mancanza mi ha spezzato in frammenti ancora più piccoli il cuore." Si fermò per colpa dei singhiozzi che stava producendo.
"Ti amo, Ian." Terminò, guardando il ragazzo di fronte a lui negli occhi.
Il rosso era rimasto paralizzato per tutto il tempo, rapito dal ragazzo di fronte a lui.
Improvvisamente tutti quei ricordi che aveva seppellito tornarono a galla, per non tornare più giù.
Non lo aveva dimenticato, aveva lasciato qualcosa sotto la sua pelle, che non se ne andava.
Così, quando l'altro ebbe finito di parlare, gli andò in contro e lo baciò, sentendo le sue labbra contro quelle del moro, dopo molto tempo.
"Ti amo anche io."
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Always in my head
Historia CortaQuesta è una raccolta di brani- elaborati dalla sottoscritta- basati su vari testi di canzoni, il quale titolo sarà scritto come prima cosa.