Ora ricordava cos'era successo.
Era stato un idiota, un grandissimo idiota.
Quell'angelo, quel bellissimo angelo, lo aveva seguito per giorni e solo ora riusciva a ricordare cosa fosse successo.
Ricordava di quando, anni prima, quando era solo e abbandonato a sé stesso e l'oscurità si stava legando lentamente alla sua anima, un raggio di Sole aveva illuminato la sua vita.
Si trattava di Annette, la giovane ragazza del suo stesso corso di algebra avanzata, la dolce principessa pallida, malata di una grave forma di anemia.
Nonostante fosse bella come una regina senza tempo, al pari della regale Nefertari o dell'immortale Venere, era sola, esattamente come lui.
Era stata la sua prima amica.
Avrebbe potuto essere qualcosa di più.
Ma l'oscurità, tanto invisibile quanto devastante, sa far breccia nel cuore degli uomini senza difficoltà.
Il cuore di Sebastian era ormai covo di odio, rancore, invidia e malinconia.
Non poteva provare amore, non avrebbe potuto, che lo volesse o meno, non aveva importanza.
C'era solo l'odio a portarlo avanti, l'ego che cresceva sotto le torture quotidiane, la solitudine autoimposta, l'incapacità di guardarsi intorno, di vedere che non era solo.
E, accecato dall'odio, aveva perso l'unica anima tanto delicata e fragile da potersi rispecchiare nelle sue insicurezze.
L'aveva rifiutata, ripudiata.
Aveva offeso la magnificenza di quella bellezza elfica pari delle regine di un tempo, aveva infangato il suo nome come Narciso, che aveva rifiutato la bella Eco, tutto per colpa del suo ego.
E come Eco, anche Annette, affranta dal dolore e dalla malattia, se ne era andata, troppo presto per lasciare che Sebastian si accorgesse dei suoi errori.
L'aveva uccisa dentro, le aveva lacerato l'anima.
Le aveva reso l'animo debole e fragile, esattamente come il suo, l'aveva resa incapace di accettare la sua vita, di reggere la sua croce.
E lei se ne era andata.
E lui, da perfetto Narciso qual'era, non si era neanche accorto delle sue colpe.
Aveva capito tutto, adesso sapeva come erano andate le cose.
Annette non apparteneva a quel luogo, lei apparteneva alla Luce, all'Aldilà Luminoso.
Lei era colorata perché apparteneva al regno della somma di tutti i colori, il Regno della Luce;
Lei era gioiosa perché apparteneva alla gioia stessa, come gli altri spiriti luminosi e gli altri angeli.
Eppure l'aveva aspettato.
Aveva vagato nell'Aldilà Grigio per lui, un angelo bianco tra le anime dannate e infelici, aspettando che lui giungesse tra queste ultime.
E poi?
Cosa avrebbe fatto ora?
L'avrebbe portato via con sé?
Sarebbe rimasta con lui?
Poteva sopportare una vita di tenebre e grigiore solo per rimanere con lui invece di tornare tra la gioia e la luce dell'Aldilà Luminoso?
Era la sua Beatrice, e, come Dante, lui al Paradiso non sarebbe mai arrivato, sarebbe rimasto in esilio, lontano da tutto e da tutti, sognando del suo bel volto dagli occhi color nocciola e dai lunghi capelli dorati.
Come Giselle, la dolce Annette, nonostante lui le avesse spezzato il cuore, aveva continuato a danzare per lui, proteggendolo e attendendo il suo arrivo.
Ma davvero meritava un tale amore?
Si accorse in quel momento che l'intreccio delle loro mani acquistava colore, pareva quasi luminoso.
Stava forse riprendendo colore?
Lui?
Stava forse tornando un umano?
Stava riprendendo la sua umanità?
"La Morte ti ha concesso di tornare" disse Annette.
Era una voce indescrivibile, soave e dolce.
Sebastian sentiva il cuore battere di nuovo, forte ed impetuoso, mosso dalla bellissima voce della ragazza.
"Tornare dove?" chiese, la voce ridotta ad un debole sussurro.
Stava tornando umano? Stava forse perdendo la capacità di ascoltare le voci delle altre ombre?
"Sulla Terra. Tornare a vivere" rispose la voce di Annette, sempre più debole e flebile.
Tornare? Sulla Terra?
Perché?
No, lui non voleva tornare sulla Terra. Lui non voleva vivere.
Per lui vivere era stare con Annette, non importava dove.
"Vivi anche per me" fu l'ultima cosa che sentì dire alla ragazza.
In lontananza, il violino della Morte aveva ripreso a suonare.
Sebastian scivolò a Terra, stanco come non mai.
Nessun anima riusciva più a vederlo, così come lui non riusciva più a sentire alcuna delle loro parole.
Sentiva la testa girare. Se ne stava andando.
Non riusciva più a mettere a fuoco, vedeva solo macchie grigie, che piano piano diventavano più scure.
L'oscurità, come inchiostro nero, macchiava l'immagine della prateria grigia e della bella Annette.
Quando ormai i suoi occhi non videro altro che un foglio impregnato d'inchiostro nero, sentì un lieve tocco sulla fronte.
Pareva... Un bacio.
Un bacio d'addio.
Aprì gli occhi di scatto, il cuore che batteva veloce come un treno.
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Anime Solitarie
Historia CortaAldilà. Tempo imprecisato. Annette è morta anni fa, ma nessuno sa come. E' l'unico spirito che conserva ancora i suoi colori, a differenza della altre anime bloccate nell'Aldilà Grigio, ciò che Dante descrisse come Purgatorio. Ma nessuno sa di cosa...