Capitolo 7

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                                                                   Jennifer

Sento un rumore, sembrano dei battiti, forse sto sognando. Apro gli occhi, ma il suono non me lo sono solo immaginato: c'è qualcuno che bussa alla mia porta, ed è insistente. Mi volto dall'altra parte del letto e vedo Ryan che ancora dorme, accanto a me. E' così bello: le ciglia scure, le labbra perfette, un viso magnifico, sembra surreale. Bussano ancora e così mi decido ad alzarmi; mi metto il pigiama e mi infilo le ciabatte. Do uno sguardo alla sveglia: le 8 e 26. Chi mai potrebbe bussare a quel modo alle 8 e mezza di sabato mattina? 

Raggiungo la porta d'ingresso e guardo fuori dallo spioncino. Cazzo. E' lui. Ma che ci fa qui? Apro poco la soglia di casa per dirgliene quattro. <<Che cazzo ci fai qui?>> E' trasandato: i capelli sporchi e i vestiti malconci non fanno di lui una bella presenza. Ha lo sguardo spento e l'unica emozione che riesco a provare è la pena. <<Mi manchi e so che ti manco anche io.>> Ma che razza di faccia tosta. Con quale pretesto si azzarda a presentarsi a casa mia? <<No, tu non mi manchi e non ti voglio qui, vattene.>> A quanto pare non era la risposta che voleva sentirsi dire, perché abbassa le spalle e nel contempo anche lo sguardo. Bene, non deve azzardarsi a guardarmi mai più. Dopo quello che mi ha fatto passare, poi, assurdo. <<Ma ti rendi conto che sei ridicolo? Come ti permetti a presentarti così, a casa mia?>> Non trova le parole, sposta il peso sul piede sinistro e non accenna a rispondere. <<Non ti voglio qui, vattene!>> Si passa una mano tra i capelli e se la passa sui pantaloni usati e stra usati. <<So che ho sbagliato, ma ti prego: dammi una seconda possibilità.>> 

<<Tu non meriti una seconda possibilità. Tu mi hai fatto del male e ora, tu, devi conviverci. Stai male? Non sono più affari miei. E adesso, via dalla mia proprietà>>. Faccio per chiudere la porta ma lui mette il piede in mezzo, impedendomelo. <<Tu sei mia, ricordatelo, puttana!>> 

<<C'è qualche problema?>> Mi volto. Ryan ha su il maglione e i jeans di ieri sera, è sexy da morire così scompigliato. Da quanto stava ascoltando? Mi ritraggo e cerco di spingere con forza la porta, ma non ci riesco. E' subito al mio fianco e mi da una mano. <<Chi cazzo sei?>> La voce che mi ha urlato neanche un minuto fa puttana, ora è agitata e disorientata. <<Chi cazzo sei tu, piuttosto>>. Non volevo che questo giorno arrivasse ma purtroppo, la merda torna.

<<Sono Dennis, il suo ex.>>

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