Parte 5

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Entro in sala e non lo trovo come al solito a provare la coreografia , si sta semplicemente riscaldando. Appena mi vede mi sorride come come sempre, camminando sulla sua linea immaginaria da non oltrepassare davanti alle  telecamere.

Abbiamo una linea, noi. E non ce lo siamo detti, non lo abbiamo concordato, semplicemente quest'anno è giusto così, che ci sia. Cammino sulla mia linea e lui indietreggia, oggi è nervoso e si sente. Io lo sento. Lui pensa di mascherarlo. Io penso che lui non abbia ancora capito, quanto a fondo io lo conosca.

"come va con la coreografia?"

"meglio" mi risponde sorridendo

"meglio?"

"un po' meglio" abbassa la voce. Non sa mentire.

"hai avuto un pò di problemi con questa coreografia?"

"sì" mi dice semplicemente. E lo sapevo. E lo avevo immaginato. E mi irrigidisco lo stesso. Non può non sentirsela addosso. Non questa.

"come mai?" chiedo a denti stretti, lui continua a sorridere, magari per rendere meno amara la verità, che stavolta, Andreas, in una coreografia della Peparini, non si sente a proprio agio.

È come non sentirsi bene a casa propria. Lo so che il mio, non è il suo stile principale. Ma lo sa di essere portato per questo mio stile. Lo sa, e se ne dimentica sempre. Ed io devo sempre stare lì, a ricordarglielo, a dirgli che va tutto bene, a dirgli che è molto di più di quello che pensa.

"non era nelle tue corde?"

Si mette le mani su un fianco, mi fissa, sorride ancora, in modo tirato.

"esatto"

"stai uscendo dalle mie corde?"

Una mano su un fianco e l'altra che si gratta la testa, mi fissa ancora e negli occhi. Inclina il viso mentre mi guarda e poi guarda altrove .
Sorride e dice di no.
Lo fa sorridere il mio nervoso alle mani.
È che non sono abituata a questo.
Lo fa sorridere il fatto che io abbia pensato che si sia stancato del mio lavoro.

Ma cosa dovrei pensare?

Cosa?

È normale che io lo pensi!

"su questa ho trovato un po' di difficoltà, per i movimenti...li sento un po' più lontani da me"

"sono più lontani?" ti chiedo ancora, incredula, e tu stai per innervosirti. Scusa se stai dicendo un mucchio di cazzate.

Dillo cosa pensi. Dillo che ti fa schifo. Dillo che stai uscendo dalle mie corde. Non mi offenderò.
Sì, ok ci rimarrò di merda ma tu non mi vedrai offesa. Ci stai? Dillo. Dillo.

Mi ripete che trova difficoltà in alcuni passi.

"che poi l'hai ballata benissimo, quindi fammela vedere che la balli benissimo" dico, e lui mi fissa le mani.

Sì, mi sto tirando le maniche della maglia sulle mani. Ma te non c'entri. Ok?
Mi sento una fallita.
No, non sono una fallita solo perché lui non ha autostima.

Sta ballando e sta sfiorando la perfezione, e non se ne accorge.

Non c'è. Non si sente i movimenti e non sa nemmeno lui perchè. Che cazzo di problemi ha.

Questa coreografia la sta preparando da giorni, l'aveva provata con qualche titubanza e i passi gli stavano bene, ma lo vedevo assente già da allora, quindi qualche giorno fa, mi sono avvicinata e gli ho fatto leggere il testo:

Voglio portarti da qualche parte per dimostrarti che m'importa

ma fa così freddo e non saprei dove.
Così ti porto dei narcisi con uno spago ma non fioriranno come hanno fatto l'ultima primavera.

Basta così || #amici16Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora