Da mesi ormai era ossessionato dal pensiero che quella vecchia strega potesse rivelare il suo passato e rovinarlo proprio ora che aveva coronato il suo sogno.
Era una questione troppo delicata per affidare il compito a qualche sicario, non poteva certo fidarsi di una persona del genere.
Non poteva fidarsi di nessuno, lui.
Quando gli dissero, anni prima, che sua madre, "la vecchia strega", aveva cambiato indirizzo, non era passato un solo giorno nel quale non avesse disperatamente cercato quella miniera di segreti che era sua madre.
E, finalmente, le sue ricerche avevano dato i loro frutti.
Stava davanti alla porta dell'appartamento della madre, situato al quinto piano di uno squallido condominio.
Strinse impaziente l'impugnatura del fucile, tanto odiato da sua madre quanto amato da lui.
Nonostante fosse ormai un pezzo d'antiquariato, non accennava a separarsene, così come dal coltello, che non aveva portato, tanto sapeva che per far fuori la vecchia strega sarebbe bastato solo un colpo, niente di più.
Indugiò davanti alla porta, indeciso sul da farsi.
"Dovessero scoprirmi, la mia carriera sarà finita, con o senza brutta strega" pensò, carezzando la liscia e fredda canna del fucile.
Ripensò all'imminente periodo delle elezioni, ai suoi rivali, decisi a sfidarlo in un testa a testa senza esclusione di colpi, disposti a racimolare fino all'ultimo voto, persino a scavare nel suo passato pur di trovare qualcosa con cui incastrarlo.
Disposti persino a rintracciare la vecchia strega.
Magari l'avevano già contattata.
O peggio, lei aveva già risposto.
Inspirò profondamente, cercando di reprimere l'adrenalina che aveva preso a fluirgli in corpo e suonò il campanello.
Sentì lo scricchiolio del legno di una sedia, i passi strascicati della donna da dietro la porta.
Si calò il cappuccio della vecchia felpa verde in testa, caricò il fucile e rimase in attesa, i lenti e decrepiti passi della vecchia a scandire il tempo.
<< Chi è-? >>
La donna non ebbe il tempo di finire la frase che era già a terra, con una pallottola piantata nel petto all'altezza dello sterno.
Sotto di lei, un lago di sangue si espandeva per tutto il pavimento dell'ingresso.
L'uomo non batté ciglio mentre recuperava il bossolo del proiettile, caduto ai piedi inciabattati della vecchia.
Poi, con lucida sveltezza, si diresse a rotta di collo giù per le scale, il cappuccio ben calato sulla testa.
Uscì nel parcheggio e raggiunse il retro dell'edificio, dove, fuori dal raggio d'azione delle telecamere di sicurezza, l'attendeva il suo autista.
Salì velocemente sulla limousine, e, una volta che il veicolo fu in moto, cominciò a cambiarsi velocemente, riprendendo pian piano la sua immagine di politico distinto e raffinato, giusto in tempo per la conferenza stampa pre-elettorale.
<< Com'è andata la chiacchierata con sua madre? >> chiese l'autista, zigzagando nel traffico.
<< Diciamo che mi ha aiutato e incoraggiato nella mia carriera politica >> rispose l'uomo, soddisfatto, giocherellando col bossolo del proiettile.
"Già, niente più problemi. Da adesso in poi, nulla mi impedirà nella mia scalata al successo" pensò.
Si sentiva potente, invincibile, e, dopotutto, come dargli torto?
Il suo piano era geniale, curato nei minimi dettagli.
Eccetto forse il fatto che, quando si ammazza qualcuno, è sempre meglio controllare cosa stesse facendo, o, in questo caso, scrivendo prima di andarsene.
Perché, nel 99% dei casi, è ciò che troverà la polizia sulla scena del crimine.
E ciò potrebbe non piacervi.
Tutti i diritti riservati
© di Matilde Silenzi, 2017
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Creative Writing Exercises
RandomPartendo dall'idea di pubblicare i miei esercizi di scrittura, assegnati dalla mia prof di italiano, ho creato Creative Writing Exercises, una comunità che spero possa diventare grande nel tempo, basata sul desiderio di migliorarsi e aiutare a migli...