LaDonni

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PERDERE LA TESTA
"Mi raccomando, Dani: lava il pavimento in cucina e stendi i panni!" è l'unico saluto di mia madre mentre corre spettinata giù per le scale, terribilmente in ritardo, come al solito. "D'accordo" le rispondo, senza aspettarmi un 'ciao', vista la fretta con cui è partita. Ah, che bello stare a casa da sola! È davvero liberatorio: puoi fare quello che ti pare quando ti pare, senza nessuno che venga a sgridarti... Ok, detto così, sembra che i miei genitori siano tiranni inumani, ma alla fine suppongo che siano come tutti gli altri: sono io che me la prendo per un niente, me lo dicono tutti.
Vado in cucina e inizio a spostare le sedie per liberarmi il prima possibile dell'odiosa corvée (mansione; in origine indicava i pesanti doveri dei servi della gleba. N.d.A.) e - tempo dieci minuti - riesco a lavare il pavimento, così acchiappo il cellulare e do un'occhiata alle notifiche: ancora nulla d'interessante. Va bene, sarò onesta: è inutile preoccuparsi, perché so già che la notifica che mi interessa non arriverà mai, visto che lui non mi nota nemmeno quando gli sono di fronte, ma questo non mi impedisce di sperare!
Per chi non lo sapesse, lui è Marco, un mio compagno di classe che occupa i miei pensieri troppo spesso perché si tratti di un caso: mi piace. Da un anno.
Purtroppo, abbiamo la solita, banale relazione tra persone che si vedono ogni giorno e che non si parlano mai, anche se oggi mi sono offerta per dargli una mano in chimica, sfruttando la sua totale incapacità nelle materie scientifiche. Lui mi ha risposto - Oh mio Dio, sorrideva! - che mi avrebbe fatto sapere, ed eccomi qui ad aspettare un messaggio, nonostante 'Ti farò sapere' sia la frase universale per dire gentilmente: 'Capisco che tu ci stia provando ma mi fai più schifo dei cavolini di Bruxelles, quindi toglitelo dalla testa'. Lo so: sono senza speranze...
Posso persino ricordarmi il momento in cui ha iniziato a piacermi: era stata una giornata da dimenticare - due ore di verifica di francese e tre di noia pura... - e per di più stava piovendo a dirotto; io ero appena uscita da scuola, insultandomi mentalmente per non aver portato uno straccio di ombrello e chiedendomi come tornare a casa senza che il dizionario per la verifica, nella sua misera borsina di carta, si bagnasse completamente, quando dal parcheggio della scuola arrivò il timido ruggito di un motorino. Immagino abbiate già capito che era Marco, altrimenti perché ve lo starei raccontando? Ebbene, per farla breve, mi ha portato lui, nonostante casa mia fosse dall'altra parte della città.
Mi ero comunque bagnata un po', ma a casa ero così sollevata che non me ne fregava nulla: per una volta non mi ero dovuta sorbire la mezz'ora di autobus per tornare e - non so se fosse per il suo gesto gentile o perché finalmente qualcuno che non fossero i miei genitori o le mie amiche si era preoccupato per me - non riuscivo a smettere di pensare a Marco, a come mi avesse offerto quel passaggio, alla sua espressione indefinibile, alle sue spalle robuste, ai suoi occhi così espressivi... In classe non lo avevo mai notato, ma non è affatto male: me ne sono accorta quel giorno e da lì in poi è stata tutta un'agile discesa verso l'inferno di una cotta non corrisposta, perché io, sciocca come sono, costruisco film mentali sul primo essere di sesso maschile non totalmente repellente che mi dedica un gesto gentile.
L'inferno è proseguito per un anno, tra tentativi di conversazione caduti nel vuoto e sguardi imbarazzati, fino al momento in cui, oggi, dopo innumerevoli tentativi maldestri, ho finalmente trovato il coraggio di gettare tra noi un ponte che spetta a lui continuare.
Immagino che non lo farà, o che comunque non sarà più che per l'aiuto in chimica, ma almeno potrò parlargli e magari... Basta, è inutile rimuginarci troppo: ha già il mio numero, ora la decisione spetta a lui! Meglio andare a stendere i panni - prima che mi dimentichi -, invece di fantasticare su Marco.
Una volta terminato, non posso impedirmi di controllare il cellulare per l'ennesima volta: non trovo il messaggio che aspetto, ma scopro che qualcuno mi ha scritto su Fling; strano: di solito non risponde quasi nessuno...
Fling è un'applicazione che permette di mandare una foto o un messaggio in giro per il mondo a un numero limitato di destinatari casuali che hanno, loro stessi, l'applicazione, in modo da conoscere persone anche molto distanti dal proprio paese; di solito più della metà sono pervertiti che chiedono foto spinte, ma ci sono anche persone carine: una volta un ragazzo cinese laureato in matematica mi ha dato una mano a venire a capo di un esercizio che non riuscivo a risolvere; oppure un'altra volta ho conosciuto una signora dell'Ecuador con cui ho scambiato la ricetta del pesto alla genovese per quella delle banane fritte: era adorabile! Queste sono solo due delle mie conoscenze a distanza, ma ci sono veramente tante persone interessanti...
Apro il messaggio, un po' impaziente e vedo che è da parte di un ragazzo italiano, nonostante il suo nickname sia 'Ned Stark'. Si tratta di una foto, in risposta a quella che io ho mandato a dieci sconosciuti - il paesaggio nebbioso fuori dalla mia finestra, con la didascalia "Brace yourselves..." -: la sua rappresenta una foglia coperta di brina, e commenta: "...winter is coming"; se mi risponde così, lo amo già! Sono fan del Trono di Spade in modo assurdo, ma purtroppo a nessuno piace, tra i miei amici, quindi appena fiuto un altro fan mi entusiasmo in un secondo...
- Ciao Ned, tutto bene?
Gli chiedo; troppo freddo, come esordio? Forse, ma trattandosi di Ned Stark, dovrebbe apprezzare!
Blocco il telefono e mi metto finalmente a fare quello che mi ha chiesto mia madre; quando ho finito, trovo già la sua risposta:
- Insomma, così così...
Mmm, me lo aspettavo un po' meno moscio... Comunque non posso perdere un'occasione per parlare finalmente di GoT con qualcuno:
- Dai, Eddard, non dirmi che ti stai scongelando!
- Beh, ridimmelo quando avrai perso la testa anche tu...
Replica lui immediatamente; ok, questo devo concederglielo, ma l'ho persa anch'io; certo, solo metaforicamente, però il fatto resta!
- L'ho già salutata, per citare il Cappellaio Matto.
- In che senso?
- In senso figurato: si è messa a gironzolare dietro ad un ragazzo, e adesso non la trovo più!
- Siamo sulla stessa barca... Pensa che dopo anni che sono rimasto a guardarla in silenzio, paralizzato dal terrore ogni volta che mi si avvicinava - sì, sono piuttosto timido, in realtà... -, lei mi ha proposto di incontrarci. Io non riuscivo a crederci e le ho chiesto un attimo per pensarci, ma, indovina un po'? Mi sono accorto oggi pomeriggio di aver perso il numero!
- Almeno tu le interessi... Io invece non ho speranze: mi ignora costantemente!
- Mi dispiace, però immagina come mi sento io! Che figura ci faccio a chiederle il numero dopo che me l'ha già dato una volta?
- Potresti semplicemente dirle la verità e sono convinta che, se vuole davvero uscire con te, ci passerà sopra...
- In realtà non sarebbe proprio 'uscire': mi ha solo offerto un aiuto con lo studio...
"Che bizzarra coincidenza!" direi, se mi trovassi in un libro; ma siccome la mia vita non è un libro, non credo sia il caso di iniziare con i film mentali. Poi lui continua:
-Comunque per te è facile dirlo! Vorrei vedere te! E poi sono abbastanza timido, te l'ho detto...
- Poi dicono che siamo noi donne a crearci paranoie su paranoie: alla faccia della timidezza! Senti, se mi dici il suo nome, le scrivo io con un pretesto e le chiedo il numero.
- Davvero?
- Se ti dicessi quello che penso, probabilmente ti offenderesti.
- Ma lo faresti sul serio?
- No: come dicono gli inglesi, 'grow a pair and ask yourself!' (Provvediti di un set di attributi sessuali maschili e trova l'ardire di chiederglielo personalmente! N.d.A.) Che razza di Ned Stark vuoi essere, se non hai nemmeno il coraggio di superare inezie come questa?
- Preferirei affrontare un branco di Lannister da solo...
- Codardo!
- Senti chi parla! Se lui ti ignora, fai tu la prima mossa, no?
- Non credere che non ci abbia già provato... Anch'io gli ho proposto di dargli una mano con i compiti di chimica e lui mi ha liquidato con un "Ti farò sapere...": insomma, neanche un 'grazie'...

Visto che non risponde subito, metto giù il cellulare e mi metto straordinariamente a fare i compiti: oddio, non starò mica male? Di solito mi riduco a farli dopo le dieci di sera! (Sempre che li faccia, naturalmente...)
Apro il libro di matematica e scrivo uno degli esercizi, ma - guarda un po' - non riesco a concentrarmi. D'accordo, lo ammetto: aspetto ancora un messaggio; o meglio, due messaggi: mi sono già affezionata a Ned e non capisco perché non risponda. Beh, non è il caso di stare in ansia: avrà qualcosa di urgente da fare... Oppure gli si è scaricata la batteria... Oppure stava guidando e si è schiantato contro un albero per leggere il mio messaggio. Com'è tragico: inizio a sentirmi in colpa! Oppure gli sta bruciando la casa... Altrimenti può darsi che sia stato aggredito da una belva scappata da un circo di passaggio... Se no sua madre ha avuto un infarto e lui non può rispondere perché sta chiamando l'ambulanza! Però è strano: ci sta mettendo un po' troppo a chiamare i soccorsi: più probabilmente ha lasciato cadere il cellulare nel water per sbaglio!
Ok, basta prendermi in giro: è evidente che sono pesa e sgradevole, quindi se non mi trova abbastanza simpatica, me ne farò una ragione e tutte le solite balle...
Il mio telefono vibra, presago e io mi precipito con scatto felino a controllare: mio Dio, è lui, Ned! Ha risposto! Sblocco lo schermo, sollevata e...
- Daniela, sei tu?
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Voto: 4

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