8.Capitolo

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Jessye
Oggi io e Marcy accompagneremo Tom da mio padre. Indosso una maglia rosa e un jeans strappato sulle ginocchia. Mi trucco in modo leggero so benissimo che a papà non piaccio truccata.
Mi dirigo verso camera di Tom. Oggi è molto sorridente. Amo i suoi occhi nocciola e le sue fossette. Non appena mi vede prende il suo giubbotto nero in pelle, mi stampa un leggero bacio sulla guancia e mi fa segno di andare.
Marcy è già al volante della sua auto pronta ad accompagnarci fino alla clinica.
Dopo circa mezz'ora di strada arriviamo a destinazione. Entriamo in ospedale. Per fortuna che Katrin la segreteria di mio padre ci riconosce e ci fa entrare subito. Papà ha la faccia turbata non penso che si aspettava una nostra visita. Mi chiede:
Ragazze che succede come mai qui?
Prendo coraggio e rispondo:
Senti papà devo parlarti di una cosa importante ci serve il tuo aiuto..
Papà vede entrare Tom dalla porta e lo osserva in modo sospetto e dice:
Tom vedo ci sei anche tu..
Tom lo saluta affettuosamente e poi dice:
Signor Michael vede sua figlia oggi ha saltato la scuola per farmi compagnia devo parlare di una cosa importante.. in realtà se non fosse stato per Jessye non sarei qui.
Papà risponde:
Mi fate preoccupare così, avrei voluto che Jessye fosse a scuola ma vedo che la cosa è davvero seria.
In tutto ciò Marcy se ne sta seduta a massaggiare con il suo (stupido) fidanzatato. Le vorrei dire che se non è interessata alla discussione può anche uscire ma preferisco raccontare tutto il più in fretta possibile a papà.
Vedi papà ci serve il tuo aiuto in qualità di medico. Tom ha un tumore. Ha bisogno di essere curato.
Papà capisce la gravità della situazione e chiede di essere lasciato da solo in stanza con Tom. Sia io che Marcy annuiamo.
Uscita dalla stanza afferro il telefono. In questi giorni sono stata un po' distaccata dai social, dalla scuola e soprattutto dagli amici: ho 24 chiamate perse da Sandy e 18 messaggi in cui mi minaccia di risponderle alle chiamate. Sono molto curiosa, voglio sapere cosa sta dicendo mio padre a Tom. Osservo l'orologio: sono le 11:00 a.m, in questo momento Sandy starà facendo ricreazione. Potrei chiamarla e magari spiegarle il motivo della mia assenza e chiederle di Jacob. Giusto. Jacob. Ci stavamo appena conoscendo. Ma suppongo che già Marylin abbia messo gli occhi su di lui. Una bellezza del genere non se la può fare scappare. Voglio rivederlo. Non oso immaginare chi ci sia seduto al mio posto, comunque digito il nome di 'Sistah' sulla tastiera e chiamo Sandy.

Tom
Il signor Michael mi spiega che è necessario un ricovero qui in clinica per evitare che la malattia peggiori e si impossessi del mio corpo. Nemmeno la mia famiglia lo sa. Preferisco non far soffrire mia madre, è estremamente debole un altro colpo del genere dopo la separazione con mio padre le potrebbe causare troppo dolore.
Il padre di Jessye prosegue :
.. perciò credo sia meglio andare a casa e prendere alcuni vestiti. Dovrai trasferirti qui finché quantomeno non stabilizziamo la situazione.
Faccio come indicato dal signor Michael. Prendo un respiro profondo ed esco dalla stanza. Ho paura. Molta paura di questa nuova vita. La chemioterapia mi fa paura. Ma lo devo fare per Jessye e per me. Appena uscirò di qui sano e salvo conquisterò la mia piccola, ce la farò.. devo solo sperare che nel frattempo non trovi qualcuno meglio di me, questo mi spaventa più della malattia, ma so che non succederà.
Vedo in lontananza Jessye che parla al telefono e preferisco non disturbarla. Faccio cenno a Marcy di seguirmi in macchina e non appena ci raggiunge anche Jess inizio a spiegare la situazione finché lei non interviene dicendo:
Credo sia la cosa migliore da fare. Non voglio che tu soffra e mi mancherai tremendamente ma è giusto così.
Odio vederla stare così male per me. Ha gli occhi lucidi è quasi più triste di me.
La abbraccio e la stringo forte al mio petto. Sento il suo battito accelerare, nessuno può immaginare quanto la amo..

Jessye
Siamo appena arrivati a casa e Tom sta preparando la valigia. Mi mancherà troppo.
Domani torno a scuola. Ho già parlato con Sandy che è molto dispiaciuta per Tom, all'inizio non voleva neppure crederci. Mi ha detto di Jacob e di quanto sia simpatico. Non vedo l'ora di rivederlo, ma adesso non posso pensare a queste cose. Tom sta per andare via e lo voglio salutare. Ovviamente andrò a trovarlo ma a causa dello studio, a maggior ragione adesso che devo recuperare il programma, non potrò vederlo ogni giorno.
Scendo di corsa le scale. Non vedo Tomas. Mi fa preoccupare. Sento puzza di fumo provenire dal retro della casa. È lui. È seduto a bordo piscina con la solita sigaretta in bocca ma qualche lacrima in più sul viso. So che ha paura nonostante voglia sembrare forte. Mi avvicino con calma e dico:
Non preoccuparti. Ci sono io con te!
Lui risponde facendomi arrossire:
Grazie piccola, ma sai bene che sono abbastanza forte da superare tutto ciò e tornare a passare del tempo con te. Ti prometto che non appena guarisco andiamo al Mc insieme. So che già stai pensando a quale panino prendere ahaha.
Cercava di essere ironico, ma so bene che questa situazione è difficile per lui.
Tossisco un po' a causa del fumo. Odio questo suo vizio. A dire la verità l'ho scoperto da poco, anche se da piccola avevo visto Tom fare qualche tiro insieme ai suoi amici. Vorrei avere una sigaretta che non causi danni alla salute soltanto per poter scaricare attraverso quella le mie ansie e le mie paure. Mi sento stupida e incosciente. Strappo via dalle dalle mani di Tom la sigaretta e la avvicino alla mia bocca. So benissimo di stare sbagliando. Non mi riconosco più, non ero io quella che odiava il fumo e che diceva che non avrebbe mai provato? Bene mi sbagliavo.
Tom me la strappa via dalle mani dicendo:
Non permetterò che tu ti faccia del male con questa chiaro? Non puoi pensare come me di riuscire ad affogare qui dentro i dolori perché sai bene che non è così. Adesso andiamo è tardi piccola.
Non capisco cosa gli sia preso. Forse ha ragione, ma sono molto testarda e perciò rispondo:
Hai perfettamente ragione ma ti prego permettimi un solo tiro giusto per vedere com'è..
Non so davvero cosa sto dicendo. Qualcun altro si deve essere impossessato del mio corpo ma sento il bisogno di qualcosa da tenere tra le mani. Tom insiste:
Lo sai che non te lo permetterò mai. Non voglio che tu ti rovini così.
Sono stufa:
Nemmeno io voglio che tu ti rovini così ma intanto lo stai facendo perciò ti prego fammi provare e finiamola qui.
Tom non si arrende ma facendo finta di abbracciarlo glie la strappo di mano e comincio  ad inspirare. Il sapore è orrendo. Tossisco ripetutamente e poi butto via tutto il fumo.
Tom si avvicina e mi dice all'orecchio:
Non farlo mai più piccola. Adesso andiamo, stiamo facendo tardi.
Decido di seguire ciò che dice Tom e mi affretto a raggiungere Marcy di nuovo in macchina. Oggi però ho imparato una cosa: non proverò a fumare mai più, l'effetto non è stato proprio quello che desideravo!!

'All'alba delle sei'Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora