prologo

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La guerra si porta via tutto. Tutto.

La ragazza se ne stava là in mezzo a quel campo a contemplare quelle cicatrici passate che ancora bruciavano con lo sguardo perso nel vuoto , nell'oscurità di quella notte; a rivivere quei momenti a trattenere ancora le lacrime.

Stare  lì gli  ricordava  quel  giorno, il  giorno in  cui  la sua  vita "perfetta" finì  e  iniziarono  i  giorni  di  luna  rossa dove  lo  splendore  dei  canditi  sorrisi  dei  bambini  non  esisteva  più e  dove  si  apriva  la  guerra  per il  cibo , per un letto caldo; per  la  vita.

Il  giorno che  successe  tutto  era  una  tranquilla  domenica  pomeriggio , il  sole  splendeva  e  il  venticello  trasportava  il  profumo  delle  viole. Inna  e  sua  madre  stavano  cucinando  mentre  i  suoi  due  fratellini , Ade  e  Henry , e  suo padre  erano  nei  campi  a  cogliere  le  ultime  spighe  di  grano  per  poi  adaglierle  negli  enormi  cestoni per l'essiccazione. Nella normalità di ogni domenica si sarebbe trascorso il pomeriggio tutti in sieme e verso sera si sarebbero sdraiati sull'erba a guardare le stelle ma quello sfortunato giorno non fu così.
Calato il sole presero delle coperti e si sdraiarono su di esse lasciando che il piacevole venticello estivo li cullasse e facesse apparire da dietro le nuvole le innumerevoli stelle.
Inna si mise seduta a gambe incrociate a osservare l'orizzonte, le piaceva molto osservare il buio e udire il silenzio, le dava pace; cominciò a guardarsi attorno come un gatto alla ricerca di qualcosa di interessante e la sua curiosità fu ripagata da delle piccole lucine verso la fine dei campi.
Osservò a lungo quelle lucine prima di capire che si trattassero di lanterne, circa un paio, che si dirigevano verso la loro piccola casetta.
Non  gli  era  mai  capitato  di  ricevere  visite  cosí tardi  così un  pò allarmata richiamo  l'attenzione dei  suoi  genitori  verso le  lanterne , essi  sbiancarono  e  si  scambiarono sguardi  rassegnati e  impauriti.
Essi  ordinarono  al  Inna  e  ai  due  fratellini di  correre  il  più veloce  possibile ,di  nascondersi  e  di  non  fare  domande.
Le  lanterne  si  avvicinarono  abbastanza da  riuscire  a  scorgere  il  volto  illuminato  degli  uomini  venuti  in  visita; erano  i  subdetti  dello  stato, li  si  riconoscevano dal  tatuaggio  sull'occhio  sinistro.
Inna  prese  per  mano  i  due  fratellini cominciando  a  correre  il  più possibile  verso i  cestoni  di  grano posti dietro la casa lasciando i  suoi  capelli  color  nocciola  ondeggiare  nell'aria.
Arrivati  ai  cestoni vi  si  nascosero dentro, Inna  si  sporse  per  vedere  cosa  stesse  succedendo (scelta  fu  mai  più sbagliata) e  arrivò giusto  in  tempi  per  vedere  i  due  subdetti trafiggere  i  suoi  genitori con due Lyvren  di  acciaio  nero  lucido.
Inna  rimase  con  lo  sguardo  bloccato  sulla  danza  del  primo  subdetto, era  così limpida , decisa ,elegante ; tanto che  non  sembrava  che  stesse  combattendo , la  lama  ondeggiava  libera  insieme  ai  movimenti  del  subdetto.
Poco  dopo i  suoi  occhi color  ametista si  riempirono  di  lacrime  facendoli  scintillare ; i  suoi  genitori erano  distesi  in  una  pozza  scarlatta. Senza  vita.
I  due  subdetti  finito  il  loro  compito  se  ne  andarono  lasciando  conficcato  nel  terreno  un Lyvren ; un  paio  di  giorni  dopo  tutti  i  bambini  del piccolo  stato  di  Esdral  rimasero  tutti  orfani facendo  si  che  inizasse  il  periodo  di  luna  rossa.
Inna  raccolse  da  terra  il Lyvren nero  lucido e  guardando  il  suo  riflesso  nella  lama  sporca  di  sangue  giurò che  avrebbe  posto  fine  a  tutto  ciò.

Hey  hey  hey giorno a  tutti  eccovi  una  nuova  storia, secondo  voi  ci  sta  come  nome  Inna ?? Non  so suona  strano  ma  credo  che  vada  bene  no ?(ノ´ヮ´)ノ
Se  vi  va leggete  anche le  mie  altre  storie (・ω・)ノ

the dance of warDove le storie prendono vita. Scoprilo ora