L'ottavo amore.🍅

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Sempre contando il fatto, come sempre, che i miei fidanzati mi lasciavano ogni volta, mi ero depressa.

Le mie amiche tentavano in ogni modo di tirarmi su il morale.
Ma futtitinni di masculi. I masculi si canciunu comu i mutanni!
Diceva la mia amica Dora.
Lei era quella sempre pronta a farmi ridere, in ogni momento della giornata.
Tuttavia, era rude come uno scaricatore di porto mentre scarica naselli e cernie.

Comunque yes I can swim, perchè tutti quelli che lavorano al porto sanno nuotare.

Anche un ragazzo, che avevo conosciuto al porto di Messana, sapeva nuotare.
Si chiamava AurElio, e di professione faceva il gigolò.

Era una persona abbastanza simpatica, per cui divertente, e il suo sex appeal ti attirava a lui come una mosca è attratta dalla medda i sceccu.

Adorava l'acqua. Nuotava ogni giorno in mezzo ai pesci. Amava vedere i merlin che mangiavano nei fondali, e le meduse trascinate dalla corrente che, puntualmente lo pizzicavano in ogni singola parte del corpo.

Quando lo conobbi era febbraio. L'aria secca gelava la mia pelle, che era cosparsa di brividi. Il vento tagliava quasi il mio corpo, così come i miei vestiti, infatti non ci volle molto prima che io rimanessi quasi nuda.

Era appena uscito dall'acqua. Indossava solo un tanga leopardato.
Il suo petto con più peli di una scimmia. Il suo occhio sgheggio mi osservava, e il suo ginocchio che strigava n'terra produceva un leggero cicolio mentre si avvicinava a me.

La sua voce profonda e tagliente tuonò nell'aria quando, abbastanza in prossimità del mio viso, il suo fiato mi colpì.
"Acqua Rocchetta, ta bivi ca fucchetta." Disse facendomi eccitare.

"Cosa ci fai tu qui?" Mi disse curioso.

"Ho-ho finto il casolio." Risposi io. Nghiuttennu nervosamente poichè i suoi occhi mi penetravano letteralmente.

Fissò poi le mie mani. Anche i miei guanti erano tagliati.

"Amo i tuoi guanti i Padri Piu. Ti vuoi mettere con me?"

Rimasi basita dalla sua richiesta.

A un cettu puntu mi passau n'aceddu davanti, e io lo fissai.
Era un cacatua.
Dora me ne aveva parlato spesso.
Si dice che siano uccelli mitologici, che migrano verso il Polo Nord quando fa caldo, per raggiungere i loro amici orsi polari.

Il suo mussu i lappara si mosse appena, quando parlò nuovamente: "A cercati un altro uccellino, va. Hai a nesciri i soddi si mi voi."
Disse spezzandomi il cuore.

Mi aveva lasciata ancora prima che ci mettessimo assieme.

Da quel giorni vedo sempre buio.
Ecco perchè ieri sera all'una di notte non c'era il sole. Perchè ero io che non riuscivo a vederlo!

AurElio mi ha spezzato il cuore. Lo prenderei a quartazzi di carne, ma non posso, ho fame e devo cuocerla sul termosifone, non posso sprecare così quel ben di Dio.

Non ho più soldi, per questo non posso sprecare nulla. Mi sparai tutti a Sushi WoK.

Ora mi vado a suicitare.

La Più Meglio Storia D'Amore. - UN LIBRO DI SANTI PAISANO.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora