L'ultimo amore.🍕

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Quella con AurElio non era di certo stata una delle migliori love story della mia vita.
Con lui era morta la mia anima, ma era nata un nuovo tipo di friendzone. Quella di rifiutare l'amore di qualcuno, prima che quel qualcuno lo esponga.

-Rosalbaaa! Suggiti da stu lettu chi stai facennu a muffa! T'hai a maritari.-
Mia mamma urlava dalla cucina mentre preparava per colazione la pasta incasciata squaddata sul termosifone.

Staccai il carica bRatteria dalla presa, e poi scollegai il mio cellulare guardando l'orario. Dopo scesi in cucina da mia madre e le sorrisi.

"Con chi debbo sposarmi?" Le domandai.

Avevano organizzato il mio matrimonio, ma io, fino a quel momento, ero all'oscuro di tutto.

"Col Re Parisi, Rosalba. È un buon partito. Non avrai di che lamentarti una volta che vi sarete maritati."

"Ma dobbiamo spartire i soldi, poi?"

"Ma quali spattiri e spattiri, iddu avi tutti i soddi spicci, si ni va a Sant'Antonio. Ti siddiirai magari mi i cunti. Sunnu tutti pidocchi."

Sospirai sconsolata. Preferivo avesse banconote.

Dopo aver mangiato mia madre mi disse che non avevo alcun motivo di prepararmi nel migliore dei modi, poichè colui che sarebbe diventato mio marito, non era di certo bellissimo, e, se mi fossi preparata al meglio, non avrei contribuito a null'altro che a farlo sfigurare. Quindi non spesi tempo a depilarmi le gambe, ma lasciai lì sopra la foresta Amazzonica, stessa cosa vale per le ascelle. Non badai a spinnare le mie sopracciglia, poichè mi piaceva somigliare a Lo Hobit. In quanto ai miei baffi, avrei preferito tagliarli con le forbici del bidello Ermenegildo (mio vecchio amore), dopo aver mandato giù un bel panino al tonno tutto unto, ma mi rassegnai al fatto che avrei dovuto lasciarli scomposti.

Ero felice di sposarmi, tutto sommato. L'unico dilemma che faceva in modo che un anello di angoscia stringesse la mia gola, era il fatto che io non sapessi in alcun modo cIcinare.
Mia madre me lo aveva fatto vèdere molte volte, ma non avevo imparato nulla.

Il matrimonio iniziò alle sette di sera, l'orario perfetto per ritirarmi poi in Hotel con il re Parisi.

"Chi cazzu stai manciannu?"
Mia madre sbottò mentre ci dirigevamo all'altare.

"Nun bellu paninu." Risposi io con la bocca piena.

"Se, a tia ti pari chi semu ancora in villeggiatura in Romania mi ni pigghiamu u suli. Comportati bene. Ti stai sposando."

Mandai giù l'ultimo boccone, e poi mi misi composta davanti al mio futuro marito.

I suoi denti aguzzi erano bellissimi. I suoi occhi penetranti e i suoi capelli bianchi irresistibili, mi facevano venir voglia di arrotolarli attorno alle mie dita affusolate e tozze.

Tuttavia la mia espressione era triste. Perchè sapevo che avrei lasciato la mia casa: era questo che mi addolorava.

Sentii qualcuno urlare dalla folla che assisteva al mio matrimonio: "Rosalba, chi è sta depressioni?"

Allora sorrisi.

Il padre pronunciò poi le promesse, e noi pronunciammo a nostra volta il famoso Sì.

"U sai chi ti vogghiu beni assai assai assai assai?" Disse poi il re Parisi a me.
Io non risposi. Non so perchè non lo feci.

Mentre ci voltavamo per uscire dalla chiesa, vidi il bidello Ermenegildo irrompere affannato.

"Spero non sia troppo tardi! Ma, mi oppongo al matrimonio!" Urlò alzando un dito al cielo.
Allora si sentii partire la canzone 'L'uccellino della comare'.

Percepii le lacrime strabordare dai miei occhi. Tutte le emozioni che stavo provando in quel momento erano semplicemente...troppo.

Tirai in su col naso. Quella canzone mi faceva tornare in mente tutti i miei 293949494 ex.

"A cercati un altro uccellino." Il re Parisi mi urlò in faccia quando si accorse dell'ammirazione e dell'amore che esprimevano i miei occhi mentre guardavo Ermenegildo.

"Oh, Ermenegildo! Hai fatto irruzione qua perchè mi ami, vero?" Gli dissi.

Lui mi fissò e poi disse "No, non ti amo, gioia mei. L'ho fatto picchì m'ajja rutt'o cazz'. Ora torno a scuola che devo pulire, chi 'nterra c'è nun pubbirazzu iautu tantu. E devo andare in segreteria per abbassargli la temperatura dei climatizzatori che consumano troppo. Docu si pigghianu u suli. Appena entra un cristianu suda."
E detto questo girò i tacchi abbandonandomi.

D'altronde, mi abbandonano tutti.

Chissà cosa mi riserverà il futuro.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 06, 2017 ⏰

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