Il quinto amore. ♗

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Il mio quinto amore è forse stato il più trasgressivo.
Andavo ormai a scuola alle superiori, ed ero seduta al primo banco, sempre pronta a conquistare qualche bel ragazzo delle altre classi con il mio sorriso.
In quel momento ero all'impiedi, mostrando il mio bel sedere tondeggiande ad un mio compagno che si chiamava Aristotele, famoso filosofo, a cui, ovviamente, non dispiaceva.
-Sieviti!- la professoressa mi aveva urlato. Io, per tutto il tempo della lezione, non feci altro che domandarmi cosa volesse dire la parola sieviti.
Mi girai verso di lei, e senza convenevoli le urlai: -Ou, m' ajj' a rutt' o' cazz'!-
Lei mi guardò impaurita e si sedette al suo posto senza fiatare.
-O Rosalba, chi ti stai preparannu? A cupetta pi l'invennu?- un mio compagno gridò dal fondo della classe.
-No diri!- Aristotele rispose.
Sentivo dentro di me un fuoco che ardeva, trattenevo ormai da troppo i miei impulsi di donna in calore, desiderosa di qualche ragazzo andai ai capretti da calcio che erano vicino casa mia, là di solito si allenano dei bei furbacchioni che quando gli si alza il pene si vede dalla loro uniforme da calcetto attillata niente di meglio per deliziare la mia vista...
Quando mi trovai lì mi colpì subito Eugenio, le sue capacità sportive mi incuriosivano poiché io ero una sappa, così con la scusa di farmi insegnare qualcosa riguardante lo sport mi avvicinai con camminata secs su tacchi 69.
La sua fronte grondava di sudore ma era puro odore di uomo.
Avvertii subito un certo feeling tra noi, così gli lasciai il mio numero senza che nemmeno me l'avesse chiesto.
Ma si sa: ogni lassata è pidduta.
Messaggiammo qualche sera dopo i suoi allenamenti, e una sere di quelle mi chiese di marinare la scuola. L'idea mi allettava e così accettai.
Passai tutta la notte a immaginare la mattinata seguente con lui, e così, con questo pensiero, mi addormentai.
Il mattino dopo indossai il Jeans più a bassa vita che avevo e ci abinai il primo top che trovai poiché la maglietta con la pecora nera mia madre la aveva messa a lavare dopo un mese.
Mi portò in un Borgo di città piuttosto isolato. Trovai singolare la sua scelta.
Lui uscì una siringa di eroina, e mi propose di drogarmi con lui. Pensai che se lo avessi fatto gli sarei piaciuta e così mi bucai.
Da quella mattina in poi marinai quasi ogni giorno la scuola per baciarmi con lui, ma non vedendo interesse da parte sua oltre il bacio: né palpatine alle tette, né strizzate di culo, decisi di smettere prima che fosse troppo tardi, prima che diventassi dipendente dalla droga per uno scemo che  nemmeno mi voleva.
Così, una di quelle mattine in cui ti svegli dal lato storto del letto, lo lasciai.
Lui era stato il mio quinto amore.

La Più Meglio Storia D'Amore. - UN LIBRO DI SANTI PAISANO.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora