capitolo 43

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ASPETTA CHE SI CARICHINO LE CANZONI.

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La fioca luce che trapassava dalle tende indaco, bastò per far sbattere più volte le mie palpebre, rivelando ai miei occhi il mondo che mi circondava.

Ci misi alcuni secondi per mettere a fuoco l'idea di non trovarmi a Dallas e che, scendendo le scale, non avrei trovato Mary Anne alle prese con i fornelli, ma mia sorella Eleanor in fondo al corridoio.

Poggiai i piedi ancora caldi dal torpore delle leggere coperte al suolo, strascicandoli sul chiaro parquet fino alla porta.

Il contatto con il freddo metallo della maniglia, fece salire un brivido sulla mia schiena, che scossi per far passare l'irritante sensazione di gelo.

Rimasi a osservare come le tende violacee, oscuravano i chiari muri della stanza e ogni oggetto, rendendolo opaco e senza luce.

Lanciai uno sguardo all'orologio, per poi uscire dalla stanza.

Erano le otto di mattina del primo settembre, e io ero perfettamente in ritardo per il mio solito orario di sveglia mattutina.

"Buongiorno raggio di girasole!" Louis mi baciò la testa, provenendo dalla camera sua e di Eleanor, che si trovava nella direzione opposta a quella in cui stavo andando.

"Buondì!" sorrisi osservandolo camminare davanti a me svelto.

"Non dovrebbe essere raggio di sole?!" piegai la testa di lato perplessa, una volta seduta alla tavola insieme al ragazzo intento a divorare la colazione imbandita sul piano.

"Non dovresti essere a letto?!" ribatté lui.

"Ma scherzi?! Sono anche in ritardo!" versai un goccio di latte nell'infuso che fumava dalla tazza.

"Per cosa?" parlò incuriosito, imburrando il toast.

"Per niente!Devo riabituarmi ad svegliarmi presto, sai tra due settimane inizia la scuola e io sono in ritardo per la tabella di marcia della preparazione!" parlai fiera, tirandomi su con la schiena e sistemandomi sulla comoda sedia.

"Tu sei matta! Quasi quanto tua sorella!" ridacchiò scuotendo la testa.

"Grazie! - parlai ironica -A proposito, dov'è?" una rondine si posò sul davanzale della finestra, attirando la mia attenzione.

"All'università, per prendere la lista dei libri e cose varie, tra un po' devo raggiungerla." disse, osservando anche lui l'elegante animale piumato.

"Basta, sono piena!" posai le mani sullo stomaco, che sembrava stesse per scoppiare.

"Ma non hai mangiato niente!" osservò Louis masticando qualcosa di irriconoscibile.

Non risposi, mi alzai semplicemente e posai il piatto nel lavandino, accatastandolo con quelli che già vi giacevano.

Non persi tempo e corsi nella mia stanza, scervellandomi su cosa poter indossare.

Giunsi al punto in cui le tende si univano, nascondendo tutto il mondo agli occhi delle quattro pareti di mia proprietà.

"AH! Buongiorno mondo!" esclamai afferrando i lembi, tirandoli ai lati con forza e vivacità.

Osservai il paesaggio urbano che si estendeva intorno al palazzo. Un reticolato di strade circondava il quartiere, alternato ai verdi parchi popolati dai padroni e i loro cani e dai giovani amanti.

Mi avvicinai alle grandi ante dell'armadio scuro, aprendole e mostrando ai miei occhi azzurri la vasta gamma di abiti che avrei potuto indossare.

Sfilai dalla gruccia il vestitino a fiori di un materiale simile al tulle, poggiandolo sul letto ancora da rifare.

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