capitolo 66

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La campanella dell’ultima ora ci trafisse i timpani, svegliandoci dalla sorta di sonno in cui la voce monotona e cantilenante della professoressa Darving ci aveva trasportati.

Raccolsi le mie cose ed mi apprestai a raggiungere Flame e gli altri trattenuti dall’unica lezione che non avevamo in comune.

Mi voltai sul ciglio della porta, guardando Susy e Yuki apprestarsi ad uscire dall’aula odorante di lacrime e maledizioni lanciate al tricheco troneggiante sulla sedia instabile.

I ricci dell’italiana svolazzarono per l’aria nei movimenti fulminei, mentre quelli dell’altra rimanevano statici e leggermente sottoposti al campo di forza che il telefono, che teneva costantemente a portata di mano, emanava.

Quando vidi che si stavano avvicinando, presi di nuovo la via del corridoio, cercando con lo sguardo le tre testoline inconfondibili di Flame,Brandon e Jake; che trovai con molta fatica, vista la mia bassezza e i ragazzi dalle gambe fin troppo lunghe.

Spinsi la borsa indietro per essere più agile nella calca, ma qualcosa o qualcuno mi urtò lo stesso.

“Levati scarto!” disse quasi schifata Lauren, dandomi una spallata e facendo sghignazzare le tre oche che la circondavano.

A causa del peso del libri racchiusi nella borsa, caddi a terra rovinosamente, facendomi trovare al centro delle pupille di tutti i presenti tranne che degli unici che avrebbe potuto aiutarmi, poiché non mi avevano visto.

“Hai ragione, dovrei levarmi altrimenti potrei contrarre qualche malattia che sbatti in giro con la tua vagina!” parlai piano raccogliendo i quaderni e riponendoli frettolosamente nella  sacca.

Erano giorni che quella troietta mi importunava con insulti e spintoni, stranamente sempre alla stessa ora, molto probabilmente perché Flame non era presente, altrimenti l’avrebbe come minimo scaraventata a terra con la sua delicatezza da fiorellino che si ritrova.

“Cosa hai detto?!” fece roteare in aria i capelli scuri e leggermente mossi, fulminandomi con lo sguardo e girandosi solo con il volto verso la mia figura.

“Hai sentito!” pronunciai scacciando via il timore dai miei occhi e gettando a terra la borsa, per prepararmi alla terza guerra mondiale.

“Spero che io abbia capito male!” si voltò completamente, gesticolando con le mani come per schernire la mia frecciatina.

La verità era che tutti coloro che stavano prestando attenzione comprese le tre dietro di essa, si erano accorti, che le stavo man mano sgretolando la figura fantomatica da reginetta della scuola che tutti odiavano.

“Certo, visto che tu non capisci mai un cazzo e poi apri le gambe per riparare!” esclamai leggermente divertita dalle espressioni che Rachel, Cassie e Monica avevano assunto.

“Ma come osi? – si avvicinò minacciosa - Ci metto poco a rovinarti l’esistenza, piccolo scarafaggio che non sei altro!” mi picchiettò violentemente sulla spalla.

“In un certo senso già lo fai, quindi cosa dovrebbe cambiare?” mi sentii potente a pronunciare le parole che Jenna de “Il Diario Di Una Nerd Superstar” usa per smerdare Sadie; un flusso di adrenalina scivolò nel mio corpo, come una smorfia compiaciuta sul mio volto.

“Vai a mangiare grassona, forse così farai qualcosa di utile per il tuo colesterolo!” sputò ferendomi più di quanto potesse immaginare, voltandosi e scioccandomi in faccia i suoi capelli come fruste.

Rimasi basita da quelle parole, ma dissimulai il dispiacere raccogliendo la borsa fiera della mia battaglia persa per un ciglio e inoltrandomi pensierosa e nervosa nei corridoi.

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